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Esclusiva

Dicembre 27 2021.
 
Ultimo aggiornamento: Gennaio 20 2022
«Vogliamo colorare il mondo». La sostenibilità del vintage a Roma

Nella capitale il mercato dell’usato attraversa diverse realtà. Il filo conduttore? Colore e sostenibilità

«È un mondo colorato questo. Bisogna toccarlo con mano, bisogna viverlo». Il viaggio del vintage a Roma inizia dal rione Monti. Qui Francesco, uno dei proprietari di Pifebo Vintage Shop, seleziona ogni giorno i capi da mettere in vendita. «Quando siamo nati, nel 2007, è stata durissima. La gente, abituata ai mercatini dell’usato, non accettava i prezzi un po’ più alti del negozio, perché non comprendeva il lavoro di selezione che c’è dietro». Poi, negli anni, qualcosa è cambiato. Complice la moda, che ha iniziato ad ispirarsi al passato per creare le sue collezioni, riportando il vintage in tendenza.

Vintage a Roma, Pifebo Vintage Shop

I giovani, più di ogni altro, hanno recepito questo trend. Si divertono a provare abiti di epoche diverse, sfilano fuori dai camerini davanti ai propri amici. Rimangono affascinati da un mondo che non hanno mai conosciuto, ma nel quale vorrebbero immergersi. È la loro generazione ad aver compreso quanto può fare la differenza comprare capi pre-loved. Non solo un modo per contrastare l’omologazione, ma soprattutto un esempio di green economy.

«Il vintage è sostenibile, perché è un riciclo. Le persone si rendono conto che con gli stessi prezzi, o anche a meno, acquistano qualità. Basta vedere le cuciture, il tessuto. È roba che non esiste più». Un antidoto alla fast fashion usa e getta e allo sfruttamento lavorativo che c’è dietro.

Nel quartiere è pieno di realtà di questo tipo. All’interno del Mercato Monti Urban Market, accanto agli stand di artigianato, c’è anche quello di Sara e Luca, che,  partendo da capi anni Ottanta, realizzano vintage recustomized da 15 anni. Con un po’ di creatività, danno nuova vita a vestiti e stoffe usate, creando cerchietti, cappelli, fasce e turbanti originali.

Vintage a Roma, Mercato Monti Urban Market

A pochi passi da questo mercato, si trova Humana Vintage, uno dei negozi della rete di Humana People to People Italia, un’organizzazione umanitaria che «finanzia e realizza progetti nel Sud del mondo e contribuisce alla tutela dell’ambiente anche attraverso la raccolta, la vendita e la donazione di abiti usati».

A Roma, però, la realtà vintage più antica è rappresentata dal mercato di Porta Portese, dove, ogni domenica, centinaia di bancarelle riempiono le strade degli oggetti più disparati. C’è chi vende vinili, chi fumetti e libri d’epoca, chi vecchie macchine da scrivere. C’è il rigattiere, il venditore di antiquariato, chi, come Anna, vende capi di abbigliamento. «Nessuno ha il vintage come ce l’ho io». Dall’alto della sua sedia, sistemata sopra il banchetto, dal 1969 manda avanti l’attività insieme al marito.

Vintage a Roma, Porta Portese

Nelle vicinanze si trova lo stand di Cropvintage90. La proprietaria lavora da trent’anni a Porta Portese, ma solo da tre si dedica all’abbigliamento usato. Cura attentamente la selezione dei vestiti che vende e crede che la forza del vintage sia nel suo prezzo accessibile.

C’è poi il giovane Max, che vende libri a Porta Portese da cinque anni. «Vendere un libro vecchio ti sorprende sempre. Ci sono delle cose, delle chicche, che magari negli anni Settanta pagavi 3000 lire e adesso sono diventate rare. Si vendono come prime edizioni, hanno un valore diverso». I ragazzi che si avvicinano incuriositi al suo banchetto gli danno speranza e gli fanno credere, con ancora più convinzione, che il libro non morirà mai.

Vintage a Roma, Porta Portese

Tra gli articoli in vendita al mercato, ci sono anche le vecchie macchine fotografiche. Da Claudio “er fotografo”, a Porta Portese dal 1970, si trovano apparecchi degli anni Venti, Rolleiflex, Polaroid da collezione. Spiega ai suoi clienti il funzionamento di ogni macchina e, tra una spiegazione e l’altra, racconta aneddoti della sua vita. «Io facevo lo scattino con mio zio a Fontana di Trevi. Mentre io gli reggevo il flash, lui fermava i turisti e faceva “Photo, please”. Click! e scattava il flash. Ma la foto non l’aveva mica fatta. Se poi il turista non era interessato alla foto, poco male, avevamo fatto solo una flashata. Se, invece, era interessato, mio zio diceva “Facciamone un’altra”. E faceva quella vera. Poi nel pomeriggio la portava a sviluppare e gliela consegnava in albergo».

Vintage a Roma, Porta Portese, da Claudio "er fotografo"

Infine, tra le nuove realtà del vintage a Roma, trova spazio il Vintage Market di Piazza Ragusa. Un mercato, in cui artigiani e shop online – che qui trovano un luogo fisico – si affiancano a stand che vendono abbigliamento usato. Tra questi, sotto il cartellone “Save the planet, buy vintage and handmade” c’è La rotta del vintage.

Corrado, il proprietario, fa questo lavoro da quando aveva 16 anni. «Dopo tanto tempo so riconoscere di che epoca è un vestito solo dalla stoffa. Posso dire di essere diventato una sorta di esperto della storia del costume». Il vintage per lui è uno stile di vita, dalla musica che ascolta alla macchina che guida, ma soprattutto è un modo per rispettare l’ambiente.

Perché comprare usato, nel suo piccolo, può essere un modo efficace per contrastare il consumismo eccessivo e le sue disastrose conseguenze.