Ha mai commentato Barcellona-Real Madrid?
«Sì, più di una volta. El Clasico è una partita particolare, che supera i confini calcistici. Un tema oltremodo attuale in questi mesi. So che oggi nel capoluogo catalano ci saranno circa 4000 uomini delle forze dell’ordine in assetto anti-sommossa. C’era timore che potese succedere qualcosa perché arrivava la “squadra del Re”. Nonostante il match sia stato rinviato di 53 giorni, poco è cambiato rispetto al 26 ottobre».
Come si è evoluto El Clasico negli ultimi anni?
«Non è cambiato molto. I due club hanno sempre avuto calciatori fortissimi, potendo contare su un budget incredibile da investire sul mercato. Dovessi trovare una differenza, direi che sin dai tempi di Cruijff il Barça ha sempre fatto più attenzione all’organizzazione e al sistema di gioco, mentre il Real punta allo spettacolo, sfruttando il miedo escenico del Bernabeu. Sono le due squadre migliori al mondo e il divertimento è sempre garantito».
Leo Messi ha vinto il sesto Pallone d’oro. È più decisivo oggi di dieci anni fa?
«Direi di sì. Ha accumulato più esperienza e con la sua classe può accendere la partita in ogni momento. È un vero simbolo per la squadra e per il popolo catalano. In questo senso, a Madrid pagano molto l’assenza di un leader tecnico e carismatico come Cristiano Ronaldo».