«Silere non possum! Non posso tacere»: così, citando Sant’Agostino hanno scritto a quattro mani il Papa emerito Benedetto XVI e il cardinale Robert Sarah, prefetto della Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti, nella prefazione del libro Dal profondo del nostro cuore, edito da Fayard, che uscirà il prossimo 15 gennaio in Francia. Con queste parole che alcuni commentatori hanno definito “da battaglia” si conclude la prefazione del libro in cui viene anche affermato che «in questi ultimi mesi, mentre il mondo risuonava del rumore assordante creato da uno strano sinodo dei media che aveva la meglio su quello reale, noi ci siamo incontrati e abbiamo scambiato le nostre idee e le nostre preoccupazioni», lasciando dunque trasparire una chiara sintonia di vedute tra Ratzinger e Sarah.
Il sinodo al quale fanno riferimento i due alti prelati è quello sull’Amazzonia, conclusosi lo scorso ottobre e dal quale si attendono entro la fine del mese di gennaio le conclusioni di Papa Francesco, che saranno pubblicate in una esortazione apostolica ufficiale. Proprio lo scorso 26 ottobre l’assemblea del sinodo dei vescovi per l’Amazzonia proponeva di «stabilire criteri e disposizioni per ordinare sacerdoti uomini idonei e riconosciuti dalla comunità», aprendo dunque ad una novità assoluta nella Chiesa cattolica del terzo millennio: l’ordinazione sacerdotale di diaconi permanenti già sposati.
Tuttavia già in quei giorni l’ala cosiddetta “conservatrice” (in minoranza) della Curia romana e della Chiesa nel mondo avevano fatto sentire le loro voci contro questa eventuale concessione. A porre il sigillo alla contrarietà di questa novità oggi è proprio Robert Sarah, cardinale nato in Guinea e da anni autorevole esponente di spicco della frangia più restìa alle aperture ai preti sposati, ai divorziati risposati e alle coppie omosessuali.
Ciò che però sta facendo discutere è il fatto che a firmare il testo schierato contro un eventuale rinnovamento della dottrina cattolica sia proprio Benedetto XVI, che in quanto Papa emerito aveva più volte ribadito prima della fine del suo pontificato nel 2013 che non avrebbe ostacolato in alcun modo il lavoro del suo successore. Così è stato solamente in parte, dato che già in altre occasioni Ratzinger ha espresso un suo parere su questioni di dottrina cattolica in interviste esclusive o in prefazioni di libri. Nell’ultima opera del cardinale Sarah, che in Italia sarà disponibile da fine gennaio, Ratzinger ricorda con parole solenni gli anni della sua gioventù e quindi della sua ordinazione sacerdotale, senza lasciare alcuno spazio ad errori di interpretazione dottrinale.
Infatti, in uno degli ultimi passi della prefazione al libro si legge chiaramente che «è urgente e necessario, che tutti, vescovi, sacerdoti e laici, ritrovino uno sguardo di fede sulla Chiesa e sul celibato sacerdotale che protegge il suo mistero. Tale sguardo sarà il miglior baluardo contro lo spirito di divisione, contro lo spirito partitico, ma anche contro l’indifferenza e il relativismo». Questi ed altri scritti dimostrano che la Chiesa cattolica sta attraversando un periodo di rinnovamento, in cui è possibile affermare che Papa Francesco abbia aperto una serie di processi che sono destinati a cambiare una delle istituzioni più antiche del mondo. Tuttavia, interventi come quelli di Sarah e Ratzinger fanno accorgere che esiste ancora una parte di prelati e fedeli che non è pronta a seguire il pontefice eletto nel 2013, e che di fatto sul piano dottrinale esiste una netta divisione di intenti.