L’ex presidente egiziano Hosni Mubarak si è spento all’età di 91 anni dopo un ricovero al reparto di terapia intensiva dell’ospedale del Cairo. Recentemente le sue condizioni erano peggiorate. Aveva governato l’Egitto per trent’anni, dal 1981 al 2011, quando il Paese era il fiore all’occhiello del mondo arabo. Mubarak era diventato così il leader di spicco del vicino-Oriente.
Dopo una brillante ascesa nell’aeronautica egiziana, nel 1973 partecipa attivamente all’attacco a sorpresa dello Yom Kippur contro Israele, organizzato da Egitto e Siria, anche se lo Stato ebraico riuscì inaspettatamente a incassare il colpo e contrattaccare, costringendo gli aggressori a indietreggiare. Mubarak firma come Vice la pace insieme al Presidente egiziano Anwar Sadat e dopo la morte di quest’ultimo – ucciso nel 1981 per mano di un fondamentalista islamico – il “Faraone” gli subentra. Il suo governo durerà ininterrottamente per trent’anni fino al 2011.
Con il passare del tempo, il suo regime assume tinte sempre più violente, tali da generare malcontento tra la popolazione e destabilizzazione nell’intera area mediterranea. Con la legge marziale istituita come misura d’emergenza dopo la morte di Sadat, vengono imposte limitazioni alla libertà di stampa, il controllo dei media e la repressione di ogni forma di opposizione politica. A fare da sfondo, una spaventosa disoccupazione, favorita dalle opere di privatizzazione della Repubblica. Spinto dal desiderio di democrazia e di rinascita economica e sociale, il popolo egiziano scende in piazza contro l’autocrazia e la corruzione delle alte sfere governative.
La “primavera” egiziana del 2011 segnerà la fine del regime dispotico di Hosni Mubarak, che decide comunque di non lasciare il Paese. L’11 febbraio il rais è costretto alle dimissioni e diventa subito oggetto di un’indagine della Procura del Cairo con l’accusa di corruzione e appropriazione indebita. Tra corse in ospedale e problemi di salute vari, il 2 giugno 2012 viene condannato all’ergastolo, due anni dopo arriva il proscioglimento dalle accuse di omicidio e l’assoluzione da quelle di corruzione. Dopo l’assoluzione in via definitiva dalla Corte di Cassazione del Cairo, il 24 marzo 2017 Hosni Mubarak torna un uomo libero.
Dai principali leader del mondo arabo il cordoglio. Il Presidente dell’Autorità nazionale palestinese Abu Mazen ha ricordato l’impegno dell’ex rais nella causa palestinese; anche il premier israeliano Netanyahu lo ha onorato definendolo un “amico personale”. Il “Faraone” se ne va lasciando l’Egitto in un caos politico di cui è difficile vedere la fine, tra violazioni dei diritti umani e una posizione precaria negli equilibri del Mediterraneo. Intanto, nel Paese sono stati decretati tre giorni di lutto nazionale.