Il mondo intorno a noi sta cambiando, da qualche giorno a questa parte lo ha già fatto. Molte delle attività che consideravamo scontate, naturali, di fatto non lo sono più. Sono in pausa. Le lunghe cene con gli amici, i concerti, gli aperitivi. Ce ne rimangono però altre, e non meno degne. Ci sono i film, che in tempi come questi offrono oltre che sollievo, anche una possibilità di evasione. Ci si immerge, scena dopo scena, e pian piano possiamo perderci in boschi, praterie, piazze e città esotiche dove non siamo mai stati prima. Una volta ancora, in soccorso nei momenti di difficoltà viene la cultura. #pellicoledaquarantena
Era il 1973, gli Stati Uniti uscivano con le ossa rotte dal Vietnam; Pinochet prendeva il potere in Chile; in Medio Oriente scoppiava la guerra del Kippur; in Italia si parlava di compromesso storico; i Pink Floyd pubblicavano l’album “The Dark Side of the Moon”, che rimarrà in cima alle classifiche per quasi due anni; e Romero, con “La città verrà distrutta all’alba”, provava ad eguagliare il successo ottenuto con il film d’esordio “La notte dei morti viventi”, con però scarso successo.
“La città verrà distrutta all’alba” narra di un virus, prodotto in un laboratorio militare, che provoca sintomi particolari a chi lo contrae: li rende pazzi, o come direbbe Romero, smaschera l’uomo rivelando la sua vera natura, un animale violento e spinto da pulsioni bestiali.
“Mi sento un po’ strano David, io uccido”
Non si può guardare questo film senza conoscere il maestro che lo ha realizzato. George A. Romero ha rivoluzionato il genere Horror, inventando lo zombie moderno, e portando sullo schermo una nuova tipologia di mostro, che ci apparve subito familiare: è infatti l’uomo a inquietarci di più nelle sue pellicole. Le relazioni umane usate come elemento horror sono parte integrante del cinema di Romero, dove la critica alla società americana, violenta e intollerante, è sempre presente.
Romero e il
cinema si incontrarono molto presto. A 14 anni fu arrestato perché gettò un
manichino in fiamme dalla cima di un palazzo, per girare la scena di un film
amatoriale con la 8 millimetri regalatagli dallo zio.
Il suo stile registico faceva da contraltare alle storie narrate. Se le storie
erano impressionanti e sanguigne, la regia aveva il solo scopo funzionale.
L’anti spettacolarizzazione della regia era il suo marchio di fabbrica, e lo
ritroviamo anche ne “La città verrà distrutta all’alba”, dove la regia è
volutamente impercettibile.
ALLERTA SPOILER
Un padre di
famiglia uccide la moglie e da fuoco alla casa. È l’inizio della fine per Evans
City, in Pennsylvania.
Una settimana prima un aereo militare, che trasportava una pericolosa arma
batteriologica, era precipitato nei pressi del borgo, ed il suo prezioso carico
era finito nelle falde acquifere della città.
La storia è raccontata da due punti di vista che non si incrociano fino all’ultimo minuto. Da una parte abbiamo il punto di vista dell’esercito che, comandato dal colonnello Peckem, è intento a non far trapelare all’esterno la notizia del disastro che hanno combinato. Dall’altra abbiamo il punto di vista di un gruppo di civili non infetti capitanati da David, vigile del fuoco ed ex berretto verde. Il gruppo cerca di trovare una via di fuga dalla città, dove ormai è scoppiata ormai una guerra civile, combattuta da militari, vestiti con tute bianche e maschere antigas (somigliano in modo impressionante agli stormtrooper di Star Wars, che però nasceranno solo 4 anni dopo), e i cittadini di Evans City che, resi folli dal virus, attaccano i militari armati di fucili, coltelli e.. scope.
Sul finale le due storie si incrociano all’improvviso per pochi secondi. È in quel momento che Romero rivela la sua abilità. Il colonnello Peckem viene a sapere di nuovi contagi in altri centri abitati. Amareggiato è costretto a lasciare Evans City per fronteggiare altrove la follia scatenata dalla malattia. Il colonnello sa che la nazione si salverà solo se venisse trovato un essere umano immune al virus. Davanti a lui passa David, è in manette, il suo tentativo di fuga è fallito. I due si guardano per qualche secondo, poi il colonnello va verso l’elicottero che lo porterà lontano. Non sa che quell’uomo è la cura che sta cercando, e non lo saprà mai, perché la città verrà distrutta all’alba.