«Non si poteva fare altrimenti» afferma Giannelli. Nel testo del decreto che arriva in consiglio dei ministri tutte le misure sul termine dell’anno accademico. Per la terza media niente esame, solo una tesina da valutare insieme ai voti dell’anno scolastico. La maturità, invece, sarà composta da una sola prova orale, svolta online. Gli studenti saranno valutati da una commissione interna.
«L’emergenza che stiamo vivendo richiede l’adozione di misure straordinarie, tra cui questa, volte a garantire la conclusione regolare dell’anno scolastico» spiega. Si è optato, com’era previsto e prevedibile, per il prosieguo della didattica a distanza che diventa obbligatoria, e sarà fondamentale il voto delle lezioni via web. Questo per evitare che gli studenti si “adagino” sulla certezza di essere promossi indipendentemente dal loro rendimento scolastico. Dovranno infatti dimostrare di essere stati attenti e di aver lavorato da casa.
Sull’impatto che avranno le modalità di svolgimento degli esami di maturità online sull’accertamento della preparazione degli studenti, Giannelli afferma: «Io credo che ci sarà sicuramente un certo grado di approssimazione delle valutazioni alla preparazione reale degli studenti. È chiaro che sono modalità molto diverse da quelle solite, ma è il prezzo che dobbiamo pagare per la situazione che stiamo vivendo. Così come la nostra economia pagherà un prezzo elevato, e come purtroppo è stato pagato un prezzo altissimo in termini di vite umane, c’è da pagare un prezzo rispetto alla valutazione degli studenti. Mi sembra anche la cosa meno grave tra tutte quelle che ho appena elencato».
L’anno scolastico dunque procede, nonostante le difficoltà. Prima fra tutte la didattica online, per esempio, che si è praticata molto poco negli anni precedenti, e ha costretto i presidi e i professori a prendere provvedimenti quasi dalla sera alla mattina per garantire il proseguimento delle lezioni. «Non c’è da stupirsi che ci sia qualche difficoltà in questo. Come tutte le sperimentazioni è necessario del tempo. In questo caso il tempo non ce lo abbiamo avuto, ma il sistema scolastico ha reagito con grande determinazione. C’è volontà di andare avanti e soprattutto di farlo al meglio possibile. C’è stata una corsa da parte delle scuole e dei docenti a chi riusciva a farlo meglio, e questo ci riempie di orgoglio».
Una questione su cui si sta facendo molta confusione è l’ipotesi del “tutti promossi” automaticamente. Non è così. «Non si tratta di promozione» spiega «si tratta di ammissione alla classe successiva, tenendo però conto delle insufficienze nelle varie materie. Questo significa che l’anno prossimo, quando si tratterà di effettuare gli scrutini, si farà una valutazione del biennio, prendendo quindi in considerazione anche questo periodo di didattica particolare. È una cosa insolita per noi, ma non sarà la fine del mondo».
Il decreto scuola prevede infine anche le assunzioni, chieste dal Ministero dell’Istruzione, di 4.500 docenti. Si tratta dei posti liberati nell’estate del 2019 da quota 100. Come riporta il sito Tecnicadellascuola.it, i posti andranno a insegnanti, vincitori di concorso o presenti nelle graduatorie ad esaurimento, che non hanno potuto occupare questi posti lo scorso settembre perché non erano stati messi a disposizione. Si attua una norma inserita nel decreto scuola approvato in autunno voluta dalla ministra Lucia Azzolina.