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Esclusiva

Aprile 8 2020.
 
Ultimo aggiornamento: Aprile 9 2020
Le dodici scimmie che distrussero il mondo

James Cole (Bruce Willis) è un detenuto sopravvisuto che ha spazzato quasi tutto il genere umano e lo ha costretto a vivere sottoterra. I suoi carcerieri lo mandandano indietro nel tempo per fermare la catastrofe, ma il viaggio nel tempo lo conduce verso un destino ineluttabile

Il mondo intorno a noi sta cambiando, da qualche giorno a questa parte lo ha già fatto. Molte delle attività che consideravamo scontate, naturali, di fatto non lo sono più. Sono in pausa. Le lunghe cene con gli amici, i concerti, gli aperitivi. Ce ne rimangono però altre, e non meno degne. Ci sono i film, che in tempi come questi offrono oltre che sollievo, anche una possibilità di evasione. Ci si immerge, scena dopo scena, e pian piano possiamo perderci in boschi, praterie, piazze e città esotiche dove non siamo mai stati prima. Una volta ancora, in soccorso nei momenti di difficoltà viene la cultura. #pellicoledaquarantena 


«Cinque miliardi di persone moriranno a causa di un virus mortale nel 1997. I sopravvissuti abbandoneranno la superficie del pianeta. Ancora una volta gli animali domineranno il mondo». Baltimora County Hospital, dodici aprile millenovecentonovanta. Millenovecentonovantasette, l’umanità viene falcidiata da una terribile epidemia. Duemilatrentacinque. Gli esseri umani si sono adattati a vivere nel sottosuolo delle città e hanno instaurato una società schiavistica di dominati e dominanti. Alla ricerca della causa che ha messo in ginocchio la società, i detenuti sono obbligati a delle sortite di superficie per recuperare indizi utili a ricostruire la storia recente cancellata dall’epidemia. È questo il pretesto narrativo da cui L’esercito delle dodici scimmie muove i suoi passi.

Film del 1995 diretto da Terry Gilliam, vede come protagonista Bruce Willis nei panni di James Cole, detenuto costretto a scontare la sua dolorosa pena del sottosuolo di un’umanità in rovina. In cambio della grazia, gli viene affidata una missione: trovare una causa al contagio che ha devastato la civiltà. 

Gli scienziati decidono di mandarlo indietro nel tempo per scoprire le causa dell’epidemia, secondo i loro indizi scatenata da un atto terroristico di un sedicente gruppo ecologista chiamato L’esercito delle 12 scimmie. Dopo una buona dose di droghe e psicofarmaci, l’uomo viene spedito nel 1990. Confuso e destabilizzato da una realtà mai vissuta, viene arrestato e rinchiuso in manicomio a causa di ciò che agli uomini del secolo precedente consideravano il delirio di un pazzo fissato con l’apocalisse.

Nessuno sembra credere alle sue teorie, tranne la dottoressa Kathryn Railly (Madeleine Stowe), una psichiatra che si appassiona sin da subito al suo strano paziente. In quel manicomio Cole conoscerà Jeffrey Goines, interpretato da Brad Pitt, che tanto avrà a che fare con lo scopo della sua missione. 

L’idea iniziale di girare L’esercito delle dodici scimmie venne al produttore esecutivo Robert Kosberg, il quale si ispirò al cortometraggio fantascientifico La jetée del 1962, diretto dal regista francese Chris Marker. Kosberg lo coinvolse per la realizzazione del film proponendolo poi alla Universal Pictures, che decise di produrlo scegliendo Terry Gilliam alla direzione.

 Più che un omaggio, L’esercito delle dodici scimmie è una rielaborazione della trama de La Jeteé, adatta, rimaneggiata ed espansa per riempire i minuti di un lungometraggio. L’ambientazione del film non manca però di rimandi: i sopravvissuti che vivono nel sottosuolo, la scena iniziale all’aereoporto e la teoria temporale che sta alla base del film sono tutti riferimenti al capolavoro di Chris Marker, che ha segnato il genere della fantascienza distopica. L’esercito delle 12 scimmie ne raccoglie l’eredità in una chiave più pop, capace comunque di far provare allo spettatore l’occlusione dei cunicoli urbani e la destabilizzante agonia dei viaggi nel tempo.