Una mamma per amica
Serie tv che mette di buon umore. Una madre single brillante e coraggiosa in perenne lotta contro i genitori che tentano di cucirle addosso una vita che non sente sua. Una ragazza dal volto angelico con il naso sempre tra i libri e l’aspirazione di diventare una giornalista (sogno che realizzerà allo Yale Daily News una volta entrata al college). Un cane di nome Paul Anka, il proprietario scorbutico di una caffetteria che porta sempre calcato in testa un cappellino con la visiera. La serie tv in questione è ovviamente Una mamma per amica, ora disponibile su Netflix ma per svariati anni trasmessa in tv. Una mamma per amica è un vero e proprio romanzo di formazione in cui le citazioni letterarie, cinematografiche e musicali hanno tanta parte nei dialoghi quanta ne hanno l’amicizia (con tutti i personaggi memorabili che gravitano intorno alle Gilmore Girls, da Suki e Michel fino a Paris e Lane) e, ovviamente, l’amore: dall’inconsistente padre di Rory, Cristopher, al difficile e tormentato Jess. Il ragazzo sensibile e ribelle (che per un breve periodo sarà il ragazzo di Rory) è, a mio parere, co-protagonista di alcune delle più belle puntate della serie. Egli stesso in cerca della propria identità, aggiunge al personaggio “quadrato” di Rory, quel pizzico di ribellione e anti-conformismo che aiuta la protagonista ad affrontare la vita con più determinazione e sicurezza in sé stessa. [Claudia Chieppa]
NOME DEL FARMACO: Una mamma per amica. TIPO DI FARMACO: Antidepressivo. EFFETTI: Impedisce la ricaptazione della serotonina. COMPOSIZIONE: Lorelai e Rory Gilmore, una madre e una figlia, migliori amiche, complici, simbiotiche, coffee addicted. La serie segue la crescita della giovane Rory dalla high school al college. Tanti i personaggi cult, dall’american boy Luke, proprietario di una caffetteria, alla vulcanica Emily Gilmore, madre e nonna delle due protagoniste. DOSAGGIO: Una puntata alla sera, dopo i pasti. EFFETTI INDESIDERATI: può creare dipendenza e una stucchevole sensazione di pace e ottimismo verso il mondo intero. [Giuliana Ricozzi]
La signora in giallo
Quando, a giugno, finiva scuola era il momento di salire in macchina con i nonni. Avevamo casa a Ostia. Qui, ogni mattina, si scendeva in spiaggia, ma si tornava a casa per pranzo, tra le proteste. Durante lo zapping, capitava di imbattersi nelle indagini di Jessica Fletcher? “La Signora in giallo”, in breve tempo, era divenuta la compagna fissa del riposino post-prandiale estivo. [Simone Di Gregorio]
Curiosa, intuitiva e attenta a ogni particolare. A Jessica Fletcher non la si fa. Ogni delitto ha le ore contate con la più famosa investigatrice della televisione. La serie Murder, She Wrote, interpretata da un’eccezionale Angela Lansbury, è andata in onda sull’emittente statunitense CBS dal 1984 al 1996. In Italia è arrivata nel 1988, con il nome “La signora in giallo”. Dodici stagioni di crimini risolti, tra l’immaginaria cittadina americana di Cabot Cove, nel Maine, e le numerose mete di viaggio che la protagonista si concede. Un’insegnante di inglese in pensione, che si dedica con successo alla carriera di scrittrice di romanzi gialli. Un po’ la sorte, un po’ la voglia di ficcare il naso nelle faccende altrui, in ogni puntata analizza con classe la trama degli eventi, alla ricerca dell’indizio che possa svelare il mistero. [Jacopo Vergari]
True Detective
La prima stagione è diventata un cult. Ambientata in Louisiana, in un arco temporale che va dal 1995 al 2012, True Detective vede come protagonisti Matthew McConaughey e Woody Harrelson nei panni degli investigatori Rust Cohle e Marty Hard alla caccia di un serial killer. I dialoghi sono impregnati di filosofia pessimista, lo scenario rurale e torbido della Louisiana è suggestivo come pochi e il ritmo della storia così incalzante da tenervi incollati allo schermo fino all’ultima puntata. Binge watching assicurato! [Martina Coscetta]
Friends
Bastano New York, gli anni ’90, il “Central Perk”, le risate di sottofondo e l’inconfondibile divano arancione per far partire la sigla nella propria testa: «I’ll be there for you, when the rain starts to pour. I’ll be there for you, like I’ve been there before». Persino per chi non abbia mai visto F•R•I•E•N•D•S leggerla senza cantare è impossibile, resistere al desiderio di volerla ballare dentro una fontana con Joey, Rachel, Monica, Ross, Chandler e Phoebe lo è ancora di più! Tutti ci sentiamo parte di questo gruppo di amici, coinvolti nelle loro vite semplici. Nulla di irraggiungibile, soltanto l’amore, le aspirazioni dei 25 anni e tante gag divertenti. Una sola puntata e già ti sembrerà di avere in tasca le chiavi dell’appartamento di Monica, proprio come tutti gli altri, perché d’altronde cos’è l’amicizia se non questo: «I’ll be there for you, ‘cause you’re there for me too». [Natasha Caragnano]
Un divano, un bar chiamato “Central Perk” e sei amici. Cosa viene in mente? “Friends”, la serie tv degli anni 90. Perché rivederla? Per ridere della fame insaziabile di Joey, per innamorarsi di Monica e Chandler, per fare il tifo per Ross e Rachel e per non per perdersi il Gatto Rognoso di Phoebe, ma soprattutto per vedere il vero valore dell’amicizia. “I’ll be there for you”. [Elisabetta Amato]
Breaking Bad
Serie tv statunitense andata in onda per la prima volta fra il 2008 e il 2013, Breaking Bad è considerata da molti la migliore serie televisiva mai scritta. Ideata e creata da Vince Gilligan, ha ricevuto negli anni decine di premi, fra cui sedici Emmy Award, due Golden Globe e il Guinness World Record come serie con la più alta valutazione di tutti i tempi. È disponibile su Netflix e composta da cinque stagioni. Ansiogena, cruda e violenta in molti punti, spazia dal drammatico al thriller passando per il crime. Da vedere solo se si è pronti a scoprire cosa succede ad Albuquerque, un’apparente tranquilla città del New Mexico… [Carlo Ferraioli]
Un uomo di mezza età scopre di avere il cancro. Può sembrare l’inizio di una storia strappalacrime, invece non è che il preludio di un’epopea criminale che lascia senza fiato stagione dopo stagione. Breaking Bad ha vinto tutto quello che una seria tv può vincere, e a portato nell’olimpo dei personaggi iconici il professore di chimica più cattivo e complesso mai creato. Breaking Bad è un gioiello del piccolo schermo che tutti quelli che amano le serie tv non possono non vedere. [Fadi Musa]
Beverly Hills 90210
Ambientata negli anni Novanta, la serie racconta le movimentate storie di un gruppo di adolescenti di Beverly Hills, quartiere in di Los Angeles. I 293 episodi toccano, sfruttando le esperienze dei protagonisti Brandon, Brenda, David, Kelly, Steve, Andrea e Donna, temi sociali come sessualità, droga e alcolismo. Da vedere! [Michele Antonelli]
Shining
The Shining, un film del 1980 tratto dal romanzo di Stephen King è uno di quei colossi che è stato riproposto lunedì 25 maggio da Iris, canale Mediaset. Il suo successo nasce dall’essere stato uno dei primi horror ad includere sia un elemento soprannaturale che psicologico. Questo ti trattiene davanti lo schermo ma allo stesso tempo ti angoscia. Sono tanti i momenti che rendono l’horror inquietante ma allo stesso tempo empatico, come nella scena in cui il protagonista mostra di aver un senso di colpa per aver trattato male il figlio, presentandosi non solo come il cattivo ma anche come “l’umano”. La pellicola è avvincente, con elementi che tornano di continuo in un tempo ciclico. Il luogo, caldo e tenebroso, vive indipendentemente dai personaggi e trasmette ansia e incertezza. Ambiguo fino alla fine, il film non dà risposte ma ti lascia con il dubbio, a libera interpretazione dello spettatore. [Laura Miraglia]
Boris
“A noi la qualità c’ha rotto er cazzo”. Prima di Boris nessuno aveva mai criticato in maniera così ironica e pungente il mondo della televisione italiana. Il regista René Ferretti prova in tutti i modi a realizzare una serie tv che possa piacere alla rete e al pubblico, poco importa che sia un prodotto scadente. A seguirlo in questa avventura una troupe sgangherata e divertente, che vi farà ridere e riflettere per tre stagioni. [Lorenzo Ottaviani]
Squadra Speciale Cobra 11
Ogni episodio si apre con un inseguimento spettacolare, auto che rotolano e incidenti a catena. I cattivi la fanno franca, ma Tom e Semir sono sulle loro tracce. Squadra Speciale Cobra 11 è la serie tedesca che racconta le avventure di due agenti della polizia autostradale, l’eterno Semir Gerkhan e il suo partner del momento – Tom, Jan, Chris o un altro. Attorno a loro una manciata di personaggi ben riconoscibili, da Andrea alla Engelhardt fino a Otto e Dieter. In onda dal ’96 per 24 stagioni, la serie ha fatto della prevedibilità un suo punto di forza. Ogni puntata segue lo stesso schema narrativo: inseguimento, indagini, cattura dei colpevoli che sfuma per un soffio, nuove indagini e altro inseguimento, con la vittoria dei buoni e una spruzzata di ironia sul finale. Una ricetta che per anni ha conquistato bambini e giovani ragazzi, ogni giorno su Rai 2 prima del Tg delle 20.30. Con quella sigla, rimasta sempre uguale: «Il loro distretto è l’autostrada. I loro nemici ricattatori, assassini, pirati della strada. La notte non esiste per gli uomini di Cobra 11. La nostra sicurezza è il loro mestiere». Una dose di retorica che stenderebbe un cavallo. Brividi, ma che nostalgia. [Enrico Dalcastagné]
Doctor House
Lo sregolato medico della Tivù torna sulle piattaforme dì streaming. Vincitore di quattro Emmy e due Golden Globe, la serie ha fatto la storia del genere medical drama. Gregory House (Hugh Laurie) è il primario di un dipartimento che si occupa solo dei casi clinici più difficili da risolvere. Alla sua pungente intelligenza si associa il cinismo generato da trauma mai risolto, ma alla base del suo genio. [Silvio Puccio]
The O.C.
Chi non ha mai sognato di essere Ryan Atwood e venire accolto dalla famiglia Cohen in una villa faraonica a Newport Beach, in California? O di andare a una festa con Summer Roberts? O di avere un fidanzato nerd come Seth? Per chi non lo conoscesse, The O.C. è il teen drama che ha tenuto incollati ai televisori milioni di adolescenti nati negli anni Novanta, tanto da essere definito da molti un «fenomeno culturale». Recentemente Mediaset ha deciso di mandare in onda la replica della serie fino al 30 maggio. Ma non temete: visti gli ottimi ascolti ottenuti, non è escluso che presto torneremo a sentire l’inconfondibile motivetto California here we come/Right back where we started from… [Angelica Migliorisi]
Lost
Sono passati 10 anni dal finale di Lost, la serie TV di J.J. Abrams che ha fatto la Storia del piccolo schermo. 48 sopravvissuti allo schianto del volo 815, che andava da Sydney a Los Angeles, si ritrovano su un’isola deserta e si accampano in attesa dei soccorsi. Si accorgeranno presto della mistero di quel luogo. La serie è un enorme affresco sulla perenne lotta tra Bene e Male che si snoda tra scelte narrative ed effetti speciali per l’epoca inedite e all’avanguardia. Miglior citazione: «Si vive insieme, si muore soli». [Livia Paccarié]
Suburra
La Serie racconta la criminalità romana e il controllo di Ostia da parte dei clan. Le battaglie tra Samurai e Aureliano sono piene di colpi di scena e la suspance accompagna tutta la serie. Super consigliata. [Gian Marco Passerini]
Narcos
Non è mai troppo tardi per immergersi nel mondo dei narcotrafficanti colombiani, messicani e venezuelani: le 5 stagioni di Narcos offerte da Netflix, ormai diventate dei cult, vi lasceranno col fiato sospeso dall’inizio alla fine. Tra realtà e fiction ripercorrerete le vicende degli agenti americani della D.E.A. che hanno perso la vita negli anni più fruttuosi del mercato della droga sudamericana. Un must-see per gli amanti dell’azione e della storia contemporanea della lotta al narcotraffico. [Camillo Barone]
Law and Order
Accesa la Tv su Top Crime, a qualsiasi ora soprattutto della notte, è altissima la probabilità di vedere Law & Order, una delle serie più longeve d’America, trasmessa per venti stagioni su NBC dal 1990 al 2010. Ogni episodio è diviso in due parti: prima c’è la polizia che indaga e scova i criminali poi il racconto del processo. Esistono cinque differenti spin off di questa serie. Consigliata prima di andare a letto, al rientro dalle feste con gli amici. [Chiara Sgreccia]
Lucifer
Lucifer Morningstar non va molto d’accordo con suo padre, specie da quando questi lo ha spedito a regnare sull’Inferno. Ma dopo secoli di regno, anche il Diavolo ha diritto a una vacanza. La méta? Los Angeles. In “Lucifer”, serie tv uscita per la prima volta nel 2016 e disponibile su Netflix, il demonio si fa uomo: irriverente, scaltro, dissoluto, capace di amare. Non è il simbolo del Male, nè la nemesi di Dio: solo un angelo perdutamente innamorato della vita. Dopo due episodi vi ritroverete a fare il tifo per lui! [Valerio Lento]
Bojack Horseman
Cinico, depresso, profondo… equino. Tutto questo è Bojack Horseman. La serie originale Netflix, giunta al suo epilogo il 30 gennaio con la sesta stagione, è un cartone animato per adulti. Nello scenario a metà fra realtà e finzione di Hollywoo animali antropomorfi e umani convivono incrociando le loro vite di lavoratori dello spettacolo. La serie alterna momenti di profonda riflessione a gag esilaranti e demenziali. Non adatta a chi vuole un prodotto leggero a là “Griffin”: Bojack è pronto a scavare in tutte le vostre insicurezze. [Francesco Stati]
Dragon Ball Z
Chi da ragazzino non ha mai immaginato di evocare il drago Shenron, dopo aver trovato le sette sfere? E simulato di trasformarsi in Super Sayan? Goku e i suoi amici, che combattono contro Freezer, Cell e Majin Bu, sono i protagonisti di uno degli anime che hanno accompagnato la nostra infanzia. Un evergreen, anche a quasi trent’anni. [Erika Antonelli]
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