«Noi del C.I.S.U. non abbiamo una risposta su cosa sia un Ufo, perché per noi è ancora qualcosa di non identificato, rimane un mistero. Non è detto che per tutti i casi valga lo stesso fenomeno. Per quanto riguarda gli avvistamenti noi abbiamo raccolto 26 mila casi in Italia, dal dopoguerra a oggi. Più o meno per il 90-95% dei casi si riesce a trovare una probabile spiegazione, interpretazione, per cui i veri Ufo rimangono circa il 5-10% delle segnalazioni». Paolo Toselli, membro del consiglio direttivo del Centro Italiano Studi Ufologici, che riunisce i dati, le informazioni e conserva la documentazione su questi eventi, racconta a Zeta Luiss gli straordinari sviluppi sulla ricerca e verifica degli extraterrestri.
Per celebrare questi fenomeni è nata la giornata mondiale degli Ufo, il 2 luglio, in memoria dell’incidente di Roswell: in questa data nel 1947 un oggetto non identificato è precipitato nella località degli Stati Uniti. Il centro C.I.S.U. però non ritiene sia la data giusta per celebrare questi fenomeni: «Noi preferiamo il 24 giugno, nascita dei dischi volanti. Il 2 luglio è una data fittizia in base al caso di Roswell: in quell’occasione è successo qualcosa di particolare, adesso è un mito. Ormai sono state dette tantissime cose, come il falso clamoroso dell’autopsia sull’alieno. Sono state mischiate tante cose, per cui festeggiare un evento così, che è un mito e non un vero fenomeno, per noi non ha un significato. Il 24 giugno, invece, ha fatto nascere la ricerca sui dischi volanti».
È importante verificare sempre questi casi: «Noi abbiamo un manuale di indagine che è scaricabile, dove è indicato come espletare un’indagine a distanza o sul campo. La cosa ideale sarebbe andare con il testimone sul luogo dove è stato effettuato l’avvistamento per poter ricostruire tutte le fasi e poter prendere le misurazioni angolari e così via. Per valutare in fase successiva se ci sono state altre segnalazioni concomitanti o magari dei fenomeni terrestri che sono stati interpretati come altro».
Su questo tema anche gli Stati Uniti svolgono da diversi anni delle ricerche. Un ultimo caso è quello pubblicato su The New York Times: il Pentagono ha diffuso dei video fatti dalla Marina militare in cui ci sono oggetti che volano nel cielo e le voci dei piloti sbalorditi.
Il governo statunitense, come si legge nell’articolo, analizza i fenomeni come questo dagli anni Cinquanta. Negli Stati Uniti questi eventi, però, sono trattati con eccessivo folclore, come la famosa Area 51: «C’è molta mitologia. Se ne parla di più perché questo argomento è inserito in teorie del complotto, molto diffuse negli USA. Anche in Italia c’è chi crede in basi militari che nascondono delle cose, ma in maniera limitata. Quando si vuole fare un’indagine precisa bisogna verificare e avere i dati alla mano».
Oggi si discute di Ufo e di fenomeni non identificati sempre più spesso, tanto che il C.I.S.U., il cui archivio è il secondo a livello europeo, ha un database che raccoglie «350 tesi di laurea di cui 22 in Italia e il 40% provengono dagli Stati Uniti, come la prima che è del 1948 ed era per un master in giornalismo. Per la maggior parte queste tesi sono in scienze sociali».
Nonostante i diversi studi e l’interesse mostrato su questi fenomeni c’è chi ancora non ci crede: «Sono più di 70 anni che se ne parla, qualcosa di particolare che merita un’indagine scientifica c’è. I testimoni per quanto mi riguarda per la maggior parte dei casi sono sinceri ma spesso purtroppo alla ribalta vanno personaggi folcloristici che possono raccontare anche delle fantasie. I testimoni che si rivolgono a noi in via diretta o indiretta e che abbiamo anche conosciuto sono sinceri. Le testimonianze vanno poi analizzate e interpretate, sia di chi vede un puntino luminoso che viaggia in cielo sia di chi vede materializzarsi in casa un’entità strana».