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Esclusiva

Marzo 24 2021
«Matura e serena, non escludo un ritorno». Intervista a Elisa Di Francisca

La jesina, campionessa olimpica nel fioretto individuale a Londra 2012, parla del suo primo libro, dell’amore per la scherma e un futuro da atleta non affatto scontato

Estroversa, eclettica, mai banale. Neanche quando scende di pedana Elisa Di Francisca abbassa la guardia, perché a volte servono determinazione e coraggio per rispondere agli assalti della vita. Tra le più forti schermitrici azzurre della storia, in bacheca ci sono due medaglie d’oro olimpiche, sette mondiali, tredici europee. Ma niente Giochi di Tokyo per la jesina, che a 38 anni è in attesa del secondo figlio. L’occasione per star ferma? Non se ne parla, anche se l’amato fioretto è stato riposto nel fodero da mesi. Lo scorso 11 marzo è uscito il suo primo libro, scritto con la giornalista del Corriere della Sera Gaia Piccardi: “Giù la maschera, confessioni di una campionessa imperfetta”, il titolo. Difetti, aneddoti, esperienze drammatiche. Come le violenze subite per mano dell’ex fidanzato e la gravidanza interrotta, quando aveva solo diciotto anni. In un’intervista a Zeta Luiss, Elisa si è raccontata, tra ricordi e riflessioni personali.

Cosa ti ha spinto a scrivere?

«Volevo dimostrare che dietro i successi più belli c’è imperfezione, sofferenza, sacrificio. Un messaggio per i giovani, le donne, tutti coloro che stanno vivendo un momento brutto anche a causa della pandemia».

Quando ti sei decisa?

«Me lo avevano proposto tante volte, ma non era mai il momento giusto. Dovevo risolvere alcune cose con me stessa, ero irrequieta, in continuo cambiamento. Ora mi sento serena, quando rileggo le pagine provo distacco, quasi tenerezza per quella ragazza».

«Matura e serena, non escludo un ritorno». Intervista a Elisa Di Francisca

Cosa ti senti di dire alle donne che subiscono un rapporto violento?

«Ciò che stanno vivendo non è amore, non le fa star bene. Bisogna chiedere aiuto senza arrivare al punto di non ritorno, guardarsi allo specchio e circondarsi di persone che sappiano valorizzarti».

Scegli l’aggettivo che ti descrive meglio.

«Matura. Non avrei mai immaginato di dirlo. Ma ho trovato la serenità affettiva che cercavo. Sono una donna decisa, consapevole delle proprie scelte».

Il tuo miglior pregio?

«L’autoironia. Mi arrabbio, ma poi ci scherzo sempre su. Adoro sdrammatizzare».

E il difetto?

«Pretendo molto dai rapporti, li vivo in maniera viscerale, forse eccessiva. Mi segno tutto, nulla mi scivola addosso».

Una sportiva eclettica. Come si riesce a conciliare una carriera di alto livello con l’avventura di “Ballando con le stelle”?

«In realtà avevo chiuso con la stagione agonistica, così ho deciso di lanciarmi in una nuova sfida. Mi sono allenata con intensità, più della scherma. È stato costruttivo, ho capito di saper ballare, di essere in grado di esprimere la mia femminilità. Per pudore, o paura, non c’ero mai riuscita prima. E pensare che da piccola avevo iniziato proprio con la danza classica, mia madre mi voleva ballerina».

«Matura e serena, non escludo un ritorno». Intervista a Elisa Di Francisca

Cosa rappresenta per te la scherma?

«È un mondo difficile da capire, che si impara col tempo. Regole precise, la maschera, un’arma, una posizione asimmetrica. E poi per prepararti ci vogliono ore. Ricordo che da piccola non sapevo vestirmi, un vero dramma. Ma quando ti entra dentro, non ti lascia più. Va al di là dello sport, è una disciplina, un’arte. Continuo a praticarla nella vita di tuti i giorni, per capire chi ho davanti a me e affrontare le difficoltà. Come madre, donna».

La tua vittoria più bella?

«Sono molto legata alla prima, i Campionati italiani di fioretto a Rimini, categoria ragazze. Facevo la seconda media, c’era ancora il mio maestro Ezio Triccoli, che aveva imparato la scherma nei campi di concentramento per poi portarla in Italia, alla scuola di Jesi, dove ha formato diversi campioni olimpici. Una faticaccia, fisica e mentale, dai primi assalti della mattina fino al tardo pomeriggio. Nelle foto si vedono ancora occhiaie e vene gonfie».

Niente Olimpiadi di Tokyo. La tua carriera da professionista termina qui?

«Non me la sento di dirlo, anche se mi farebbe bene. Ma non posso escludere che la voglia torni. Nessuna rinuncia, ho scelto di avere un altro figlio. E poi è un momento triste, io le Olimpiadi le voglio col pubblico. Per non parlare del grande problema di organizzare la festa di addio, dove inviterei tutte, rivali comprese…»

«Matura e serena, non escludo un ritorno». Intervista a Elisa Di Francisca

Proprio tutte?

«Certo…»

A proposito, Valentina Vezzali nel ruolo di sottosegretario allo sport può essere importante per dare maggiore visibilità alla vostra disciplina?

«Credo di sì, quando crede in qualcosa, nulla la ferma. In pedana come nella vita di tutti i giorni. Sono sicura che penserà al nostro mondo, con un occhio ai giovani. Farà bene e cercherà di risollevare un settore che è in crisi, soprattutto oggi che le palestre sono chiuse. Mi dispiace sia così, si pensa solo a camminare, correre… persino portare in giro il cane è diventato uno sport».