Da una parte c’è Fedez, che ha registrato la telefonata, dall’altra c’è la Rai, che cerca di difendersi “mettendoci una toppa” che è peggio del buco. Dopo aver capito che qualcuno nell’organizzazione del Concertone voleva cambiare, limare, smussare il suo intervento sul ddl Zan e sulla Lega, Fedez ha diffuso la telefonata: le richieste “di adeguarsi a un sistema” e di eliminare “tutte le citazioni con nomi e cognomi” non sono state ritenute accettabili dal rapper.
Quello che la Rai non ha compreso è che non sono Fedez, né tantomeno sua moglie Chiara Ferragni, ad aver bisogno della televisione, ma il contrario. Più che uno scontro tra Fedez e la Rai che voleva censurare il suo discorso, epurandolo dai nomi e dalle citazioni dei leghisti omofobi, quello del primo maggio è stato uno scontro tra vecchi e nuovi media, con i secondi rappresentati da Fedez. E bisognava davvero essere degli ingenui per non immaginare che uno che passa la vita a riprendersi non avesse registrato anche la telefonata in cui diversi funzionari e la vice direttrice di Rai3 lo invitavano a “non fare nomi”.
Molti hanno sostenuto che si può essere coraggiosi solo se si parte da una condizione di svantaggio, di minorità, o di debolezza. Ebbene, Fedez non è stato “coraggioso”, Fedez è stato semplicemente consapevole di essere più forte, oltre a essere bravissimo a comunicare. E ha usato questa sua forza per portare avanti una battaglia che sta sostenendo, quella a favore della Legge Zan. Ci crede davvero? Non ci crede? È marketing? Io credo che sia sincero, ma non lo conosco personalmente e, a essere sincera, non mi interessa granché. Non è il Papa, non è un politico. Non devo votare per Fedez, mi limito ad ascoltare quello che ha detto e in questo caso sono completamente d’accordo con lui.
In piena pandemia il rapper ha avviato con la moglie una raccolta fondi per finanziare il nuovo ospedale Covid di Milano, gesto che l’ha portato a ricevere l’Ambrogino d’Oro, la massima onorificenza cittadina a Milano. Il progetto “Scena Unita”, da lui realizzato per aiutare i lavoratori dello spettacolo, particolarmente colpiti dalla pandemia, ha raccolto ben 4 milioni di euro. Non credo che molti altri personaggi, con la stessa popolarità (e lo stesso patrimonio) di Fedez, possano dire di aver fatto altrettanto.
Ma non è tutto. Matteo Salvini, dopo l’accaduto, non potendo in alcun modo smentire le citazioni dei suoi compagni di partito che manderebbero “un figlio gay nei forni”, ha ben pensato di puntare tutto sul fatto che Fedez fosse sponsorizzato dalla Nike. Una cosa che potrebbe impressionare giusto qualche ottantenne leghista che gira ancora con le corna dell’alce sulla testa per le vie di Pontida, per chiunque altro, ad oggi, si tratta della normalità. Tutti sanno che Fedez, come ogni influencer, guadagna con gli sponsor. Sarebbe un po’ come dire: “Guardate, su Raiuno fanno la pubblicità! Allora non sono davvero liberi!” Patetico, davvero.
La verità è che Fedez e Chiara Ferragni assieme, oggi non sono solo più potenti della Rai, ma anche di Salvini e di tutto il suo apparato di propaganda. E nessuno di loro aveva ancora realizzato questo fatto.