«Faccio ormai questo lavoro da quarant’anni e ogni giorno ringrazio per il privilegio che ho».
Stefano Costantini è capo della Cronaca di Roma per il quotidiano “La Repubblica” e guida una redazione composta da 20 giornalisti fissi e decine di collaboratori.
Ai praticanti della Scuola di Giornalismo della Luiss ha spiegato cosa significhi oggi curare le notizie di una grande città, la capitale, cronache in grado di cambiare il corso della storia nazionale, di trascendere la dimensione local per diventare global.
La passione per l’informazione gli nasce da piccolo. «Chiesi a mio padre di studiare giornalismo, nonostante fosse contrario. Dopo gli studi ho fatto la classica gavetta». La prima opportunità di entrare nel mondo dei media si concretizza per Costantini con il primo stage, fatto nel giornale per il quale ancora lavora, all’epoca diretto da Eugenio Scalfari.
«Partecipavo alle riunioni la mattina, ascoltavo il direttore e poi restavo tutto il giorno fino all’1:30 di notte, cercavo di imparare il più possibile»
La carriera di Costantini ha seguito un percorso per certi versi al contrario, dopo l’esordio sulle pagine del quotidiano nazionale, si è spostato alla cronaca locale, «il posto più divertente», in cui è ancora possibile fare un tipo di giornalismo quasi di trincea, spesso sul campo. E in cui la distanza tra il cronista e la notizia è fisicamente più breve.
«È una palestra fondamentale, come un pronto soccorso dove tutti devono essere in grado di fare tutto, di gestire qualsiasi notizia».
Il digitale è diventato l’obiettivo attorno a cui oggi ruotano i quotidiani, i giornalisti del presente e del futuro sono ormai intercambiabili tra versione stampata e online del giornale. Un cambiamento che ha stravolto i ritmi tradizionali dei media e anche delle edizioni locali: da una parte c’è il sito con notizie che scorrono h24, dall’altra il formato di carta con i suoi orari di chiusura per andare in stampa. Le due piattaforme di fruizione delle notizie lavorano insieme in equilibrio per assicurare la copertura immediata delle notizie e allo stesso tempo il loro approfondimento. Il comune denominatore tra il giornale online e la carta stampata resta però lo stesso: la qualità dell’informazione.
«Mai come ora l’informazione ha goduto di buona salute. C’è tanta informazione, ci rendiamo conto che per gestire il flusso degli aggiornamenti ci vogliono dei professionisti. Il giornalista, però, non può andare solo dietro ai click. Servono buoni giornalisti, che sappiano trovare le notizie, lavorare la materia grezza e valorizzare il risultato».
Da capo della cronaca cittadina, Costantini guida un osservatorio privilegiato che monitora giorno dopo giorno la vita di Roma, i suoi problemi e i cambiamenti, avvenuti, sperati o necessari. «Roma ha delle criticità e delle dimensioni che altre città non hanno. Ha bisogno di leggi speciali, di strumenti politici diversi per essere amministrata. Se fossi sindaco mi batterei per avere questi poteri. Serve una cura da cavallo, uno shock. Una buona occasione potrebbero essere le risorse che arriveranno con il giubileo del 2025».
In attesa del prossimo importante appuntamento, le elezioni comunali programmate per l’autunno, Costantini ripercorre gli ultimi cinque anni di politica, guidati dalla sindaca uscente Virginia Raggi, del Movimento Cinque Stelle, e azzarda infine una previsione.
«A nessuno sano di mente può venire in mente di fare il sindaco di Roma. Tranne a chi ha gestito già realtà grandi e complesse. Per Virginia Raggi la sfida è stata impossibile. Al momento in vista delle prossime elezioni comunali Raggi ha il 26% delle preferenze, sfrutta il fatto di essere alla fine del suo mandato e di essere già in campagna elettorale. Ma difficilmente andrà al ballottaggio», conclude.