Le difficoltà economiche dei giovani italiani che aumentano e le risorse programmate dalla politica nei loro confronti che restano scarse. La divergenza tra i bisogni delle giovani generazioni e l’offerta di politiche che mirano a colmarli è nei numeri presentati dall’osservatorio politiche giovanili della Fondazione Bruno Visentini alla Luiss Guido Carli di Roma.
Solo il due per cento delle risorse del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) sono dedicate ai giovani nonostante la percentuale di Neet (giovani che non lavorano e non studiano) nella fascia tra 20-24 anni sia quasi del 30 per cento. «Nell’idea del governo le risorse sono molte di più del due per cento, perché si ritiene che la crescita economica del paese trascinerà con sé anche i giovani, ma noi non siamo d’accordo. Il nostro indice del divario generazionale ci mostra come sia nella crisi del 2008 che nella crisi pandemica i giovani sono stati quelli che hanno pagato il prezzo più alto, ed è probabile che questo avvenga anche con la crisi legata all’Ucraina», spiega Luciano Monti, condirettore Scientifico Fondazione Bruno Visentini.
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L’indice, che calcola il livello di difficoltà che i giovani riscontrano per la propria realizzazione, registra un livello di “problematicità” aumentato del 42 per cento tra il 2006 e il 2020. Il fattore di difficoltà maggiore è quello legato alla mancata parità di genere, mentre al secondo posto e in rapida crescita c’è l’indicatore legato alle pensioni, che per via della precarietà del lavoro di molti giovani saranno sempre più difficili da raggiungere.
«Bisogna dare lavoro sicuro ai giovani perché finché non sapremo dargli un lavoro dignitoso non avranno una pensione dignitosa», dice Pierpaolo Bombardieri, segretario Generale della UIL, che sottolinea come una politica di redistribuzione a favore dei giovani debba andare a toccare gli interessi delle grandi multinazionali che eludono il fisco e non quelli dei pensionati stessi.
Nella Sala delle Colonne della Luiss dove si tiene la conferenza giungono i messaggi dei ministri impossibilitati a partecipare per via di impegni istituzionali legati alle tensioni internazionali. La ministra delle Politiche Giovanili Fabiana Dadone sottolinea come il governo abbia creato il “Portale Giovani2030”, una porta di ingresso da cui è possibile accedere a tutti gli incentivi dedicati ai giovani.