È da poco passata la mezzanotte di domenica 26 giugno quando Federico Sboarina, candidato sindaco del centrodestra a Verona, chiama Damiano Tommasi, ex calciatore, che con la sua lista civica riporta alla guida della città il centrosinistra dopo quindici anni, per congratularsi con lui. Il senatore del Partito Democratico, Alessandro Alfieri, prova a dare una lettura sul perché gli elettori abbiano premiato il centrosinistra: «Ci viene riconosciuta l’affidabilità e la serietà delle nostre scelte, come quella di sostenere il governo Draghi. Sappiamo che sarà difficile costruire il campo largo a livello nazionale, ma sui territori siamo riusciti a mettere insieme le idee con il Movimento 5 Stelle e con Calenda»
I ballottaggi delle amministrative hanno visto un calo dell’affluenza (42.19%) rispetto al primo turno, ma evidenziano un trend che premia le forze progressite a discapito di un centrodestra in difficoltà sui territori, come dimostra il caso di Verona. In questa città Forza Italia ha sostenuto un candidato autonomo, l’ex sindaco Flavio Tosi, invece di Sboarina appoggiato da Lega e Fratelli d’Italia. Da Verona a Catanzaro, passando per Alessandria, Monza, Parma e Piacenza, le liste del campo largo volute dal segretario del PD, Enrico Letta, si sono rivelate una scelta vincente capace di raccogliere il consenso degli elettori.
Il giorno dopo i ballottaggi è più duro per l’altro schieramento, quello di centrodestra, che si era già scollato in occasione delle amministrative dello scorso novembre e dell’elezione del Presidente della Repubblica. Antonio Palmieri, deputato di Forza Italia, non è preoccupato dal risultato delle comunali specie se si pensa che queste siano uno specchio delle prossime elezioni politiche: «Il doppio turno tradizionalmente è un elemento che favorisce la partecipazione e, inoltre, alle amministrative contano le persone candidate più di quanto avviene alle politiche. È evidente che gli elettori preferiscono una squadra compatta e non siano attratti dalle divisioni, specialmente quando al ballottaggio non c’è un apparentamento definito. Sulle politiche è impossibile dire cosa succederà da qui a maggio dell’anno prossimo perché le variabili sono talmente tante che è difficile prevedere ora gli scenari»
«Il centrodestra con la sua offerta politica le sue divisioni interne ha causato una disaffezione al voto più forte nel loro campo, mentre noi quando riusciamo a coinvolgere la società civile e i partiti del cosiddetto campo largo riusciamo a combattere il trend dell’astensionismo. È stato un punto a nostro favore anche presentare candidati giovani, donne, volti nuovi» Queste sono le debolezze degli avversari rilevate da Emanuele Fiano, deputato in quota PD. A livello nazionale il PD rimane stabile, sopra il 20%, secondo partito alle spalle di Fratelli d’Italia, ma in vista delle prossime elezioni politiche la domanda più frequente rimane quella delle alleanze: «Non nego che ci siano difficoltà politiche ma anche caratteriali nel mettere insieme tutti, ma non c’è alternativa. Il Partito Democratico deve dispiegare tutta la propria generosità per tessere una tela, spiegando anche qual è il rischio alternativo che comporterebbe un isolamento dell’Italia in Europa»
La vera incognita è rappresentata dalla fine che farà il 32% del Movimento 5 Stelle alle elezioni del 2018. «Bisogna avere la pazienza di aspettare l’evoluzione interna ai 5S specie dopo la scissione, mentre per quanto riguarda il PD oggi Orsina (politologo della LUISS n.d.r) dice che la grande trovata di Letta è quella di rimanere immobile e di sapersi giostrare, dal punto di vista comunicativo il proprio elettorato» Fiano, invece, vede la sobrietà comunicativa del Partito Democratico, spesso identificata come immobilismo e mancanza di coraggio, come un punto a favore del suo partito:«Il mondo occidentale si è molto diviso tra populismo e serio riformismo, i primi sono quelli che strepitano e non puntano a risolvere i problemi ma a sobillarli. La storia dimostra che i populisti non portano a casa niente anche se riescono a governare per qualche anno. Noi vogliamo risolvere i problemi, con sobrietà».