“Ciò che più mi ha sconvolto è stato l’atteggiamento della polizia. Bevevano acqua di cocco mentre i manifestanti assaltavano Palacio do Planalto”, dice Michelle, una ragazza che vive a Sao Paulo. Le azioni degli estremisti, infatti, non si sono limitate ai palazzi del potere nella città di Brasilia, ma hanno raggiunto diverse regioni bloccando strade come la Marginal Tietê, una delle principali superstrade della città di San Paolo. “Io non credo che tutti quelli che hanno votato Bolsonaro siano terroristi, ma non potevo aspettarmi un assalto del genere. Sono dei tempi brutti, questa è la verità. Hanno fatto gesti violenti, immotivati, per questo abbiamo paura per la nostra vita”.
A due anni dall’episodio di Capitol Hill, l’assalto al Palacio do Planalto a Brasilia ha imposto all’attenzione del nuovo presidente, Lula, l’urgenza di prendere provvedimenti per tutelare l’ordine pubblico. La società è divisa a metà fra i sostenitori dell’ex presidente Bolsonaro e del neoeletto Lula, ma questa scissione è presente con forza anche all’interno del governo. La componente irrazionale della destra estrema crea instabilità politica, oltre a mettere in pericolo l’ordine pubblico e creare disagi all’economia. Sono stati arrestati più di mille partecipanti e il segretario esecutivo del ministero della Giustizia brasiliano, Ricardo Cappelli, ha esonerato tutti i vertici delle forze di sicurezza di Brasilia, accusati di non aver agito prontamente per fermare la protesta. Oltre agli arresti, la polizia monitora le geolocalizzazioni, le prenotazioni degli alberghi e i nominativi rilasciati sui bus per raggiungere coloro che hanno preso parte all’assalto.
È stata immediata la rimozione del governatore del distretto di Brasilia, Ibaneis Rocha, temporaneamente rimosso dal giudice della Corte Suprema Federale, Alexandre de Moraes. Il giudice ha parlato di “condotta ingannevole e omissiva” e ha affermato che il governatore ha ignorato le richieste di rafforzamento della sicurezza avanzate da varie autorità. È solo l’inizio delle indagini finalizzate a far luce sul grado di coinvolgimento non solo del governatore, ma anche del responsabile della pubblica sicurezza Anderson Torres, uomo di Bolsonaro nonché ex ministro della giustizia, che aveva garantito la natura pacifica della manifestazione.
Meno tempestivo è stato, invece l’operato delle forze dell’ordine, che non hanno opposto alcuna resistenza, lasciando libero il passaggio ai manifestanti per più di tre ore prima di intervenire e bloccare le proteste. Federico Nastasi, giornalista che si trova a Brasilia, afferma che dopo l’ordine del governo federale, alle forze di polizia è bastata un’ora per fermare la violenza degli estremisti. Non solo. Nelle prime tre ore della manifestazione non è stato impedito in alcun modo l’accesso dei manifestanti alla piazza. “Nelle forze armate ci sono persone che sono vicine all’ideologia di Bolsonaro, che è stato capitano dell’esercito. Nel suo governo c’era la rappresentanza di militari più ampia che si sia verificata nei governi dal ritorno della democrazia. Quindi almeno una parte dell’esercito percepiva il governo Bolsonaro come proprio, le forze armate si erano trasformate in partiti politici.”
Emiliano Guanella, corrispondente da Sao Paulo della Stampa e analista politico, sostiene che anche l’ABIN, ovvero l’Agência Brasileira de Inteligência, ha avuto delle défaillances nella previsione dell’assalto che, pur essendo organizzato sui canali Telegram, non è stato né previsto, né evitato, né contenuto. Le forze dell’ordine, dopo il blando e ambiguo contrasto alla protesta, sono sotto la lente d’ingrandimento. Al vaglio è la lealtà degli organi della sicurezza pubblica nei confronti del paese. In tutta la società è presente una forte influenza bolsonarista e anche gli ambienti pubblici contano molti sostenitori dell’ex presidente. A detta di Gloria Paiva, giornalista del Manifesto di origine brasiliana, il pericolo risiede nel rischio che la lealtà delle forze di sicurezza non sia rivolta al Brasile, ma a Bolsonaro. “È stato un leader che piuttosto che lavorare per l’unione della nazione, ha creato divisione. Lo fa ancora adesso perché è ancora un leader per questi gruppi.”
Dopo l’assalto al Congresso, l’ex presidente ha fatto sapere, tramite Twitter, che è ricoverato in un ospedale di Orlando, in Florida, per curare una occlusione intestinale. In merito agli atti degli estremisti ha preso le distanze respingendo le accuse, difendendo la libertà e il rispetto delle leggi.
A Lula spetta il compito di individuare e rimuovere dai ruoli cardine i sostenitori del rivale per tutelare l’ordine pubblico e cercare di ricompattare l’unità del paese, ormai gravemente intaccata dal dilagare della disinformazione diffusa dal governo precedente.