«L’astrologia è il mestiere più antico del mondo». Attratta dalla volta celeste, Irene Lumpa Rossi ha assecondato «una vera e propria vocazione, che secondo Paolo Fox è imprescindibile», affiorata già nel nitido ricordo delle date di nascita delle sue compagne delle elementari, fiorita poi nella giovinezza tra «mille false partenze» e coltivata infine a trent’anni dopo la deflagrazione di «una crisi della vita». Da lì, «il fioretto» di nutrire il tempo libero soltanto con calcoli logaritmici, studi di funzioni e osservazioni di transiti planetari, per evolvere da autodidatta ad astrologa della Madonnina. «L’astrologia si colloca in una terra di mezzo: pur non essendo una scienza, richiede una mentalità scientifica, perché rappresenta una forma di matematica notevolmente incompresa e vissuta come superstizione. Mi rammarico che le persone dicano “Io non ci credo!”, perché la questione non è credere o non credere. Non si tratta di religione, ma di una materia che si può scegliere di ignorare o tentare di conoscere». Nata sotto il segno zodiacale del Cancro, con ascendente e Luna in Bilancia, Lumpa diffida anche del «razzismo astrologico connesso agli stereotipi dell’oroscopo popolare. La verità è molto più complessa. Cancro ascendente Bilancia, non so che cosa si dica di loro, ma penso niente di buono!».
Per Lumpa, l’astrologia racchiude un significato più profondo: «È la più antica forma di comprensione del tempo, che rappresenta la sostanza più misteriosa persino per i fisici e per gli scienziati. Agli albori della civiltà, nell’oscurità delle notti, i pianeti e le stelle costituivano gli unici punti luminosi osservabili, perciò l’astrologo era il custode del funzionamento del tempo». La quarta dimensione, però, «non scorre sempre uguale. Se il tempo è leggero si resta giovani, se invece il tempo è pesante si invecchia velocemente. Allo stesso modo, le persone sono figlie del momento in cui sono nate». Insomma, in una data di nascita, in un orario e in una collocazione geografica «c’è già tutto, perché le persone sono unità di memoria che vivono in funzione del tempo e che, a partire dalla storia familiare e attraverso le esperienze personali, aggiornano nel corso della storia il proprio software interno».
Nonostante innumerevoli questioni esistenziali restino indecifrabili, «l’astrologia osserva non solo il tempo lineare e ciclico del sole e delle stagioni, ma anche le ciclicità della vita. Se la scienza, cioè, misura la dimensione quantitativa del tempo, l’astrologia ne approfondisce invece la dimensione qualitativa». Come pesci che inconsapevoli nuotano nell’acqua, così «gli uomini sono immersi nel tempo e non lo notano, ma più lo osservano, più possono rilevare coincidenze e corrispondenze». Con gli occhi spalancati sulla mappa della vita, nella quale niente è fisso ma tutto è in perenne evoluzione, l’astrologo può quindi «fornire uno strumento di consapevolezza e di osservazione di sé stessi per ampliare la visuale sulla realtà. Non predice fatti futuri con certezza, altrimenti io stessa sarei ricca con le scommesse sportive, ma archivia dati su esperienze passate e presenti e approfondisce così il rapporto con il tempo. L’astrologia non è quindi una scienza, ma allo stesso tempo negare la sua esistenza e le sue possibilità esprime un punto di vista cieco».
Lumpa auspica una collaborazione tra l’astrologia e le altre discipline, perché «con uno sguardo più approfondito sulla realtà, la collettività potrebbe prevedere il tempo di fenomeni collettivi o i momenti potenzialmente critici, acquisire consapevolezza e affrontare così gli eventi con maggiore preparazione». Nel frattempo, tra i futuri progetti di Lumpa spicca l’attività di volontariato per insegnare astrologia nel carcere di Bollate. «Ho immaginato che le persone che si trovano lì abbiano molta capacità di osservare il tempo. Avere meno distrazioni significa fare attenzione non solo ai grandi fatti, ma anche alle piccole cose, perché il tempo è infinito».
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Foto di copertina generata con Midjourney – Open Ai