Un chiaro messaggio di dissenso da parte della popolazione per il Presidente Gabriel Boric che, poco più di un anno fa, ha vinto le elezioni in Cile ponendosi come figura unificatrice della sinistra. In un Paese profondamente polarizzato, la vittoria di Boric su José Antonio Kast, ultraconservatore del Partito Repubblicano, si è affermata solo per pochi punti percentuali.
L’ex candidato alla presidenza, rivale di Boric, domenica 7 maggio, ha ottenuto più del 35% dei voti. Si tratta di 22 seggi (da sommare agli 11 della destra tradizionale) sul totale di 51 del Consiglio Costituzionale. Un numero notevole, contro il quale i 17 seggi del presidente Boric perdono qualsiasi potere nella stesura la nuova Costituzione del Paese.
«Un dato rilevante sono le schede nulle e bianche» dice Emanuele Profumi, giornalista freelance esperto di America Latina, «sono più o meno 2 milioni e mezzo di persone, circa il 21% dell’elettorato che ha espresso chiaramente un’indicazione diversa, una volontà chiara di delegittimare il processo in corso. Boric ha preso una posizione istituzionale sin dall’inizio: ha ridato forza e potere alla destra e estrema destra parlamentare legittimando il nuovo processo Costituente. Però una parte del paese di sinistra ed estrema sinistra ha preso un’altra strada. Questo voto chiarisce un’importante frattura politica, sentimentale, emozionale, ideale e anche razionale nei confronti di questo processo Costituente.» Queste votazioni per i cittadini erano obbligatorie, tuttavia una non trascurabile percentuale politicizzata ha lanciato un messaggio chiaro: ha evitato di esprimere la propria preferenza annullando la scheda, oppure rischiando e astenendosi dal voto. In base alle indicazioni di una commissione di esperti – 12 uomini e 12 donne rappresentanza del gruppo parlamentare – il consiglio avrà il compito di redigere la nuova Costituzione rispettando alcuni principi di base concordati con i partiti. «Quando c’è stato il plebiscito per rifiutare la vecchia costituzione di Pinochet, era chiaro che doveva essere la popolazione a scegliere i candidati, che non dovevano essere né politici né partitici,» continua Profumi «questo processo nasce da una rottura importante tra la popolazione e il sistema organizzato del potere all’interno della società. Questo secondo processo Costituente non corrisponde a quelle richieste che venivano dalle piazze dell’Estallido Social. È una Costituzione che nascerà con un vulnus, ovvero il mancato riconoscimento della legittimità da una parte della società.»
Dopo la vittoria Kast ha twittato: «Non c’è niente da festeggiare, perché il Cile non sta bene. Il nostro impegno, da oggi, è dare tutto per servire il Cile». Ma le sorti della Costituzione non sono chiare e non si può escludere che anche questo secondo tentativo, dopo il primo di settembre 2022, venga bocciato. Secondo Profumi «bisognerà vedere come verranno elaborate le indicazioni progressiste, perché la Commissione costituente di estrema destra cercherà di limitarle e ci sarà un malessere forte da parte dell’elettorato di sinistra.»