«Ho cominciato la scuola un anno prima, ma non mi sono mai sentita più piccola degli altri»: Matilde Nardi, 22 anni, toscana di Prato ma europea nel cuore, ha sempre avuto le idee chiare. Le parole chiave del suo percorso sono responsabilità e disciplina, punti fermi per affrontare ogni sfida grazie a cui essere sempre la più piccola in classe «non è mai stato uno svantaggio».
E infatti i suoi studi procedono spediti: al liceo linguistico studia francese e tedesco, da cui rimane affascinata. «Sono molto interessata alla Germania e la mia giornalista preferita è Tonia Mastrobuoni, corrispondente di Repubblica da Berlino».
Oltre alla formazione scolastica, intraprende un cammino che la segna nel profondo. «Aiutare gli altri è un dovere morale, io ho cercato di farlo nel mio piccolo» – racconta a proposito della sua esperienza nell’associazione di volontariato Mato Grosso – «secondo me il volontariato è una di quelle attività che nella vita ti danno una marcia in più a livello personale e ti fanno crescere moltissimo». Anche ora che si è trasferita a Roma, vuole continuare a impegnarsi per il prossimo.
«Amo anche gli sport di squadra», come testimoniano il passato da cestista e la passione per il calcio, per la Roma in particolare. «Come mai una toscana tifa Roma?» – le chiedo. «Per Totti» – risponde – «anche a Prato c’è solo un capitano».
Durante la laurea in Scienze Politiche sceglie il curriculum “comunicazione e media” e svolge un tirocinio nella redazione di t24, testata regionale del Sole 24 Ore per la Toscana. Grazie a questa esperienza ha l’opportunità di «venire a contatto con professionisti di lunga esperienza», e inizia a pensare al giornalismo per il suo futuro. «Ho acquisito più conoscenze sul versante economico e imparato a rispettare delle scadenze serrate».
Una volta ottenuto il diploma scopre una grande passione: la politica internazionale. «Dopo la laurea ho cominciato a comprare libri di analisi geopolitica sui paesi che mi interessano di più». Se sente parlare di India le brillano gli occhi: «mi affascinano le sue ambizioni di sviluppo ed egemonia all’interno dei Brics (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica)». Ritiene fondamentale la cura delle relazioni internazionali anche per affermare il ruolo dell’Europa: «mi definisco europeista perché penso che l’UE debba essere garante dei diritti di tutti, ogni comunità e minoranza, e punire le violazioni dello stato di diritto». Nella sua tesi di laurea analizza l’uso del termine “ideologia gender” come arma di propaganda usata anche da stati UE come Polonia e Ungheria, «le pecore nere dell’unione».
Per superare queste contraddizioni interne, Matilde traccia la strada per l’Europa che vorrebbe: «integrazione più stretta tra Stati dell’Unione e una riforma dei processi decisionali, spesso troppo ingessati.»
Nonostante l’esperienza in una redazione on-line, Matilde è molto affezionata alla carta stampata. «In futuro mi vedo a curare la sezione esteri di un quotidiano».