«Informare le persone le rende libere. Ruolo del giornalista è creare un bene comune per gli altri».
È così che esordisce Filippo, facendo comprendere con poche e concise parole qual è la motivazione che lo spinge ad intraprendere la carriera giornalistica oggi. Colpisce la sua decisione, che già lo caratterizza a soli 24 anni. Classe 1999, parla con il sorriso delle passeggiate per Firenze, sua città natale, invitando a scoprire le sue vie meno battute ma piene di curiosità nascoste dietro l’angolo.
Fiorentino legato alle sue radici, ma tifoso appassionato del Torino. Può sembrare curioso, ma la fede calcistica l’ha ereditata dal padre e soprattutto dal nonno, toscano come lui e testimone delle imprese del Grande Torino. Il calcio è ciò che lo appassiona, ma non solo.
Amante delle alpi altoatesine, racconta di apprezzare il loro paesaggio in continuo cambiamento. Ma oltre l’aspetto più rilassante, ne sottolinea anche il paradosso: sforzarsi, con il fine di raggiungere l’obiettivo e godersi il panorama.
Ha sperimentato cosa volesse dire essere un chitarrista, avendo fatto parte da adolescente di una band insieme ad i suoi compagni di classe delle medie.
Confessa il suo amore per la pasta, in particolare la cacio e pepe romana. Ma non è l’unica cosa che lo lega alla capitale: infatti, Antonello Venditti con “Che fantastica storia è la vita” è il cantante che lo ha accompagnato fin da piccolo nei viaggi con i suoi genitori, e che tutt’ora fa parte della sua playlist quotidiana.
Gigi Proietti, iconico comico romano, è poi il protagonista del primo articolo di Filippo, pubblicato a novembre 2020 in un momento in cui di comicità avevamo tutti bisogno.
Eccoci arrivati all’altra «metà del cuore» di Filippo, il mondo dell’informazione.
Esordisce sulla rivista mensile Edera, progetto fresco nato dal lavoro di tanti universitari, fiorentini e non, vogliosi di iniziare a scrivere sui temi più vari. Questo perché, proprio come l’edera, la cultura deve poter «crescere su ogni superficie».
A coronare i suoi interessi, è la tesi sulla Superlega calcistica che sta elaborando per conseguire la laurea magistrale in scienze politiche all’Università Cesare Alfieri di Firenze. Racconta di come i giornali scrissero di questo progetto, partorito e fallito nell’aprile 2021, ripercorrendo la crisi dei club calcistici e quella causata dal contemporaneo avvento del giornalismo web.
A solo un mese di distanza dalla prima pubblicazione, inizia a scrivere del Torino sul portale web “Mondo Toro”. Si lancia poi nella gestione della pagina Instagram, divenuta ormai una delle principali fanpage della squadra.
Convinto che il modo di raccontare lo sport sia cambiato nel tempo, dato che con le nuove piattaforme tutti possono rivedere partite e highlights quando vogliono, vorrebbe lanciare nuovi formati, con dati attendibili alla mano.
È con questa idea che parte la sua collaborazione con la testata giornalistica online Goalist, per cui lavorano data analyst professionisti che forniscono dati su giocatori e partite. Parlare di possesso palla, chilometri corsi dal giocatore o tiri in porta avversaria è un modo di descrivere un incontro in modo tecnico, senza cadere nel giornalismo celebrativo, che mitizza il singolo e crea «filoni».
Filippo crede invece nell’oggettività che il giornalista deve mantenere nell’esporre i fatti, poiché è solo raccontando i diversi punti di vista da cui una situazione può essere osservata che si riesce ad informare nel vero senso della parola.
Non solo calcio, ma parlando con Filippo emerge la sua voglia di cimentarsi in esperienze al di fuori della sua zona di comfort: politica, cronaca ed attualità lo attraggono, tenendoci poi a sottolineare l’importanza della cronaca locale. Agli occhi di molti questa può sembrare spicciola, ma non lo è affatto. «Fare cronaca locale significa offrire un servizio ad una comunità che ti legge e ti segue».
Non conta di cosa si scriva, ciò che importa è come: «Un’informazione corretta aiuta a costruire una società sana, con l’autorevole missione di trasmettere un sapere agli altri».