Aggrappato alla scala a pioli, un uomo si arrampica su una piramide di tronchi. Dietro di lui Eugenio Giani, presidente della Regione Toscana, sale sul secondo gradino e gli passa una torcia. L’uomo la solleva al cielo rivolto alla folla, poi accende la legna. Migliaia di persone osservano la pira in fiamme e applaudono, mentre la filarmonica intona un canto di Natale. È la Benedizione del fuoco, rituale che apre la Notte delle fiaccole di Abbadia San Salvatore.
In questo paese sul Monte Amiata, in provincia di Siena, i turisti si accalcano per festeggiare la Vigilia. Dal primo braciere parte il corteo, che entra nel borgo medievale. Alla testa uno stendardo rosso e due carabinieri, seguiti da dieci bambine che lanciano caramelle agli spettatori.
Le torce illuminano i vicoli. Tre canzoni – Jingle Bells, Tu scendi dalle stelle e Canto di Natale – vengono ripetute dalla banda di ottoni, in un mantra scandito da grancassa e rullante. La processione si dirige verso le fiaccole successive, trentadue in tutto, alte fino a sette metri. Una ad una, le cataste di faggi si accendono e la marcia continua.
Tra una sosta e l’altra, i banchetti regalano biscotti, pandoro e schiaccia secca. I badenghi sono maestri di ospitalità e accettano solo offerte. La carne è bandita, nel rispetto della tradizione cristiana. A mezzanotte, però, iniziano le grigliate di salsicce. Chi ha voglia di una seconda cena si mette in fila per un panino. I bracieri e il vin brulé scaldano la città fino all’alba.
In piazzale Michelangelo, una piramide brucia a due passi dall’Abbazia di San Salvatore. Gli affreschi narrano la leggenda della chiesa: nel 743 Rachis, re dei Longobardi, vide apparire la Trinità sulla cima di un abete. Il nobile fondò in quel punto un monastero benedettino. Fino al 1786, nell’Abbazia si conservava il più antico manoscritto integrale della Bibbia, il Codex Amiatinus, nella versione latina redatta da San Girolamo.
Prima dei turisti, Abbadia ospitava i pellegrini della Via Francigena. «La Notte delle Fiaccole nasce nel Medioevo, quando i falò servivano a scaldare i fedeli e indicare la strada», spiega un organizzatore. Nei secoli la tradizione si è legata al culto della natura. Lo racconta il sito web dell’evento: «Il legno del bosco, il lavoro dell’uomo, il fuoco sacro capace di generare come quello che arde nelle viscere dell’Amiata: le Fiaccole celebrano tutto questo».