«Sarò la presidente di tutti, i sardi hanno risposto ai manganelli con le matite», queste sono le parole di Alessandra Todde, la candidata del “campo largo” che ha prevalso per un pugno di voti a queste elezioni regionali contro Paolo Truzzu sostenuto dal centrodestra. Originaria di Nuoro, 55 anni e con una carriera da manager nel settore dell’informatica, la nuova presidente della regione Sardegna è stata nominata nel 2018 tra le Ispiring fifty italiane, il riconoscimento per le cinquanta donne più influenti nella tecnologia in Italia. Parla quattro lingue, compresa quella sarda, e per anni ha lavorato all’estero prima di decidere di tornare nell’isola.
Decide di candidarsi per la prima volta nel 2019 come capolista alle europee con il Movimento 5 Stelle, ma senza riuscire ad essere eletta. Paola Deiana – ex deputata e amica personale di Todde – ha spiegato in una conversazione informale alcuni tratti della personalità della presidente eletta: «È una persona tenace e la sua formazione incide molto sulle sue qualità politiche. Affronta le situazioni approfondendo e studiando e si immedesima nei problemi delle persone».
Fino alla scorsa settimana nessun sondaggio era riuscito a prevedere questo scenario e dopo l’annuncio della vittoria decine di cittadini si sono riversati nelle strade del centro di Cagliari per festeggiare la vittoria elettorale.
Anche il leader del M5s Giuseppe Conte e la segretaria del Pd Elly Schlein sono volati nell’isola per celebrare il primo grande successo del campo largo. In una conversazione con Francesca Ghirra, deputata eletta nelle liste del Pd a Cagliari, è emersa la volontà di riproporre l’alleanza anche nei prossimi appuntamenti elettorali. Secondo quanto dichiarato da Ghirra, «nonostante la sfilata dei ministri, e le tante bugie e promesse del centrodestra, il campo largo ha conquistato la regione Sardegna».
L’esperimento di Renato Soru nella corsa in solitaria, dopo le polemiche con il centrosinistra e il litigio con la figlia, è stato un fallimento: l’ex presidente non ha raggiunto la soglia del 10% per accedere al Consiglio regionale e ha ammesso la sconfitta. Camilla, candidata del Pd e figlia del patron di Tiscali, ha dichiarato che si aspetta una chiamata dal padre dopo il successo di Todde.
Nel centrodestra si inizia già a cercare i colpevoli di questo insuccesso. La premier Giorgia Meloni si è spesa in prima persona nella campagna elettorale e ha imposto la candidatura di Truzzu al posto del governatore uscente Solinas, sostenuto dal ministro Matteo Salvini. Il dato che non passa inosservato è quello sul voto disgiunto: il sindaco di Cagliari ha preso meno voti della sua coalizione; quindi, oltre tremila elettori hanno scelto la lista di centrodestra, ma nello stesso tempo, hanno votato il candidato alla presidenza dell’altro schieramento. I leader dei partiti della coalizione hanno dichiarato che questo voto non influirà sugli equilibri di governo, ma già dalle prossime elezioni in Abruzzo e in Basilicata si fa concreto il rischio della messa in discussione delle candidature da parte di Salvini. Questo è stato un grande banco di prova per la coalizione di centrodestra prima delle elezioni europee del prossimo giugno, e il fallimento di Truzzu avrà ripercussioni interne all’alleanza.