Il Parlamento europeo è in piedi e applaude Yulia Navalnaya, poi il silenzio e un lungo sospiro precedono le sue parole. La vedova del dissidente Alexei Navalny, ucciso dal regime russo lo scorso 16 febbraio, è davanti agli eurodeputati e si emoziona.
La prima volta che venne a Strasburgo si trovava con il marito e i figli. Era il 2020: lui si stava riprendendo dall’avvelenamento pianificato da Putin e con i loro bambini faceva lunghe passeggiate: «Ora Alexei è morto. Io sono qui, ma non sto più camminando in giro con la mia famiglia». Inizia con un ricordo il discorso di Navalnaya. Ha dovuto aspettare una settimana per riavere il corpo del coniuge e venerdì si terranno i funerali: «Non so se sarà una cerimonia pacifica o se la polizia arresterà chi verrà a dare l’ultimo saluto ad Alexei». Dal 16 febbraio, quando la tv statale russa ha annunciato la morte di Navalny, sono stati fermati più di quattrocento cittadini per aver appoggiato fiori e candele in strada in memoria del dissidente.
Le detenzioni sono solo una delle strategie del terrore portate avanti dal Cremlino. Nel suo discorso Navalnaya ricorda le repressioni del regime in vista delle elezioni presidenziali a marzo: «Immaginate se durante la vostra campagna elettorale a giugno – afferma rivolgendosi ai parlamentari – tutti gli elettori presenti ai comizi fossero arrestati insieme al candidato. Questa è la Russia di Putin». Di fronte a queste intimidazioni, Alexei è riuscito a ispirare milioni di persone con le proprie idee: «Era un innovatore, fantasticava e sperimentava. Se vogliamo sconfiggere Putin è questo l’esempio che dobbiamo seguire. Bisogna smettere di essere noiosi». Le nuove sanzioni approvate dall’Unione Europea e annunciate dagli Stati Uniti non sono abbastanza per Yulia Navalnaya. Le strategie diplomatiche continueranno a essere inutili: «Non si può pensare a Putin come ad un uomo di principi morali e regole. Lui non è un politico, è il leader di una banda di criminalità organizzata, che comprende avvelenatori e assassini, ma gli altri non sono che marionette».
Navalnaya sottolinea come dieci milioni di russi siano contro il regime e la guerra: «Dovete lavorare con loro, con noi» dichiara ai parlamentari.
La promessa, a fine discorso, è che Putin risponderà per quello che ha fatto al Paese e ad Alexei: «Mio marito non vedrà mai la bellissima Russia del futuro, ma noi sì, dobbiamo vederla. Farò del mio meglio per far diventare realtà il suo sogno. Il male cadrà».