Il Parlamento di Strasburgo ha approvato l’European Media Freedom Act (Emfa), il primo regolamento che obbliga gli Stati membri a proteggere la stampa da interferenze politiche ed economiche. Tra le novità il diritto dei cittadini europei ad accedere alla pluralità dell’informazione sancito dall’articolo 3. Il testo, adottato con 464 voti a favore, 92 contrari e 65 astenuti, vieta alle autorità di spiare i device dei giornalisti o costringerli a rivelare le proprie fonti.
Osservato speciale sarà l’Ungheria del presidente nazionalista Viktor Orban, accusato dall’organizzazione non governativa Human Rights Watch di opprimere i reporter, attraverso campagne diffamatorie, dossieraggio e controllo dei cellulari. A febbraio la Commissione europea ha avviato una procedura di infrazione contro il paese, dopo che il Parlamento di Budapest ha approvato una legge che permette di indagare su persone e Ong sospettate di minare la sovranità del Paese. «Una norma degna della Russia di Putin», ha commentato l’europarlamentare dei Verdi Daniel Freund.
«Bisogna vedere se l’Ungheria applicherà le regole», ha dichiarato Sabine Verheyen, rappresentante tedesca dei Democratici cristiani che ha negoziato l’Emfa, «ma adesso la Commissione ha gli strumenti per intervenire sulla violazione della libertà di stampa». Durante il dibattito in aula, Verheyen si era appellata ai deputati: «Se approviamo questa disposizione, potremo garantire che la protezione dei media resti una pietra angolare della nostra comunità».
Tra i contrari Andrea Bocskor di Fidesz, il partito di Orban. «Per il governo ungherese la democrazia è un valore fondamentale, sappiamo cosa è la libertà di parola» ha dichiarato, «l’Emfa serve solo a mettere pressione alla destra in vista delle elezioni europee». Anche la francese Catherine Griset, del partito conservatore Rassemblement national, ha criticato la normativa: «L’Unione europea vuole arrogarsi le competenze di uno Stato nazionale».
L’europarlamentare ha poi attaccato l’European Board for Media Services, organismo istituito dal regolamento per vigilare sui membri dell’Unione. «È un comitato pilotato dalla Commissione che dovrebbe sorvegliare i governi, ma si trasformerà in un ministero della verità orwelliano», ha concluso Griset. Più positivo il giudizio di Stelios Kouloglou del gruppo Sinistra, che ha ricordato il reporter greco Giorgos Karaivaz, assassinato il 9 aprile 2021 davanti casa, ad Atene: «Questa legge è dedicata a tutti i giornalisti morti mentre facevano il loro mestiere».
L’Emfa regolerà i mezzi d’informazione sia privati che pubblici. I paesi dell’Unione dovranno assicurare la libertà dei media statali, nominando i vertici in modo trasparente, e il mandato dei dirigenti dovrà essere abbastanza lungo da garantire l’indipendenza dalla politica. Un governo, dunque, non potrà licenziare il consiglio di amministrazione di un’emittente pubblica perché ne disapprova la linea editoriale. Le proprietà di televisioni, radio, quotidiani e redazioni online dovranno uscire allo scoperto, dichiarando chi le finanzia e se ricevono fondi statali o da potenze straniere.
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