Un corridoio arcobaleno, luci soffuse, “Dreams” dei The Cranberries di sottofondo: oltrepassando una tenda nera, inizia il viaggio nel Museum of Dreamers, la mostra immersiva dedicata ai sognatori. Nel centro di Roma, al PratiBus District di viale Angelico è possibile vivere un’esperienza unica fino al 18 maggio 2024. Quattromila metri quadri di pura magia, colori e musica, in un percorso emozionale di ventuno installazioni che consentono di trasformare il mondo onirico in realtà.
Il progetto è stato ideato dalle gemelle Elena e Giulia Sella, esperte di interior design e architettura e fondatrici dell’agenzia “Postology”. Dopo il successo di Madrid e Milano, il progetto sta riscuotendo interesse nella Capitale, con oltre duecentomila ingressi registrati da ottobre. Andrea, membro dell’organizzazione, svela che a comprare il biglietto sono grandi e piccoli: «È un posto per famiglie, i bambini in particolare si divertono come matti. Un papà ci ha svelato che è venuto per dieci volte, perché sua figlia si è innamorata di questo posto».
La scritta a led bianca “If you can dream it, you can do it” illumina il buio della prima sala, e sintetizza il messaggio chiave di tutta l’esposizione: “Se puoi sognarlo, puoi farlo”. Proseguendo, in “100 dreamers” le pareti sembrano un cielo stellato. Delle voci accompagnano i visitatori tra i corridoi e recitano versi famosi: «I sogni son desideri, di felicità» è l’ultima citazione che si sente prima di entrare nella stanza successiva. Qui un’esplosione di tinte e canzoni: un tunnel di cuori giganti circonda la frase “Do what you love”, un cerchio di specchi compone “Free your power”, un mare di palline rosa in cui tuffarsi formano la spiaggia di “Enjoy Today”. A giocare c’è Elena con i suoi amici, venuti qui per passare una serata dopo le lezioni all’università. «Siamo tornati dieci anni indietro, ogni tanto fa bene non prendersi troppo sul serio».
In pochi passi, ci si ritrova in una cameretta dove il viola e il fuxia sono i toni protagonisti. Tutti fantasticano e sognano sdraiati sul letto, ed è questo lo scopo di “Never stop dreaming”, riprodurre quell’intimità e calma. Di fronte, il “Wall of Dreams” conserva i desideri dei visitatori. Piccoli post-it pastello sono appesi su tutta l’altezza del muro: “Vorrei viaggiare in tutto il mondo, divertirmi tutta la vita”, “Vorrei tornare dai miei gatti”, “Se la Lazio vince la Champions”. I pensieri scritti a penna dalle persone su cosa vorrebbero accadesse nelle loro vite rendono la mostra viva. Ad appendere il suo cartellino c’è Alice, che oggi compie dieci anni. La mamma Laura l’ha portata qui insieme a due compagne di scuola, e sono entusiaste: «Che voto dareste a Dreamers da uno a dieci?», in coro rispondono: «Mille!». Anche Laura è rimasta sorpresa: «Essere qui rende contente me e loro. Le ragazze passano un momento pensando solo a giocare, ed è bellissimo. Cerchiamo di andare spesso nei musei, ma percorsi interattivi come questo le coinvolgono ancora di più».
Per raggiungere i propri obiettivi spesso bisogna cambiare la prospettiva con cui si osservano le cose: è il fine della casa sottosopra di “Change Perspective”. La paura di fallire è l’ostacolo da superare per soddisfare le proprie aspirazioni. Nell’opera “Never give up” si possono prendere a pugni le proprie insicurezze, lo stress, i fallimenti, tutti rappresentati su sacchi da box rossi.
Le ultime tappe portano in foreste incantate, con fiori enormi che sbocciano quando ci si avvicina, rami illuminati così da sembrare ghiacciati, farfalle svolazzanti, funghi che cambiano colore. Si giunge alla fine dell’exhibition con “Sky is not the limit”, in cui ci si può dondolare tra le nuvole al tramonto su sei altalene bianche. L’interattività permette di godersi la mostra a 360 gradi. Ogni installazione è “instagrammabile”, si presta cioè a essere la protagonista di scatti da pubblicare sui social. Tik Tok, Instagram, Facebook sono i canali tramite cui il museo è diventato famoso, ed è curioso pensare a come esso sia stato ideato in questa visione.
L’atmosfera di Museum of Dreamers è unica, sembra di trovarsi in un mondo parallelo, frutto della fantasia. Dà la possibilità di staccare da ciò che c’è fuori e di immergersi nel pianeta dei sogni. Si esce rilassati e divertiti, gli adulti possono tornare bambini per qualche ora.
Scopri la mostra nel servizio del Tg Zeta – Edizione del 4 aprile 2024