Tangueri, stand di ogni provincia della Spagna, musica e cibo tipico hanno fatto da cornice a tre giorni di panel e interventi a Palacio Vistalegre, a Madrid durante l’evento Europa Viva 24, organizzato dall’European Conservatives and Reformists Party (Ecr) e Vox. Il partito dei conservatori europei di cui è presidente Giorgia Meloni e la destra spagnola guidata da Santiago Abascal hanno dato l’ultimo sprint in vista delle elezioni europee del 6-9 giugno.
Oltre la prima in collegamento, come il presidente ungherese Viktor Orban e Mateusz Morawiecki, leader polacco di Diritto e Giustizia (Pis), e al secondo che ha concluso la tre giorni in quanto padrone di casa, sono intervenuti dal palco anche Javier Milei, presidente argentino, e Marine Le Pen. La leader di Rassemblement National è intervenuta a sorpresa in quanto il partito della destra francese non fa parte dell’Ecr ma del gruppo Identità e Democrazia (ID), lo stesso della Lega di Matteo Salvini e di Alternative für Deutschland. «Miei cari amici – ha detto durante il suo intervento – abbiamo una visione comune per l’Europa. E domani, quando arriveremo, spero in gran numero, al Parlamento europeo, sarà il momento di iniziare a cambiare l’orientamento dell’Unione europea». Le Pen, tra le più applaudite, ha ribadito di avere diversi punti in comune con Meloni e che «non è una questione di persone ma di libertà». Parole in linea con l’intervento del presidente del Consiglio italiano che ha affermato: «Per la prima volta l’esito delle elezioni europee potrebbe sancire la fine di maggioranze innaturali e controproducenti». Prove di centrodestra europeo in vista dei risultati.
Europa Viva 24 ha preso il via venerdì pomeriggio con lo Youth International Meeting. Si sono alternati sul palco ragazzi provenienti da oltre 25 Paesi, alcuni anche dal Sud America come gli argentini e i boliviani. Fin dal primo giorno non sono mancate le polemiche e le proteste. In città si sono riuniti gruppi dei centri sociali di tutta Europa, molti affiliati a Podemos, partito della sinistra del Paese. Dure critiche anche da parte del primo ministro spagnolo in quota socialista Pedro Sanchez che ha definito la kermesse conservatrice come «l’internazionale dell’estrema destra». Critiche a cui risponde Alberto Tarradas, deputato al parlamento catalano: «La sinistra abbaia, la sinistra si lamenta, ma i patrioti cavalcano e i patrioti avanzano verso questo futuro di sovranità che tutti gli europei sognano. Tra poche settimane riusciremo a portare avanti la nostra idea». L’esponente della destra spagnola ha poi aggiunto: «Europa Viva non piace alla sinistra e naturalmente il presidente si è schierato contro questo evento, ma ciò non ferma le alleanze che Vox ha in tutto il panorama internazionale».
Una destra europea, spiega Radosław Fogiel, vicepresidente dell’Ecr e tra gli esponenti principali del Pis, sempre più unita: «Noi conservatori dobbiamo sostenerci a vicenda perché lottiamo per gli stessi valori, lottiamo per la stessa visione dell’Europa. Quell’Unione Europea che è stata inventata dai padri fondatori, un’Europa di nazioni sovrane».
Durante l’evento è stato presentato anche il manifesto dei conservatori. Dieci punti in cui viene spiegata la loro visione e il ruolo che deve avere il Vecchio Continente. «Due richiedono un’attenzione particolare. Il primo – continua Fogiel – è preservare la sovranità degli stati membri. Oggi affrontiamo forze che vogliono modificare i trattati e trasformare l’Ue in una sorta di superstato europeo, nemmeno uno stato federale dove c’è un minimo di sovranità. La sinistra vuole che tutto venga deciso a Bruxelles. Vogliamo fermarlo». Il secondo, invece, riguarda la sicurezza, sia da un punto di vista migratorio sia per lo scenario geopolitico. «Da un lato, dobbiamo proteggere i confini europei e assicurarci che le nostre città e i nostri paesi siano sicuri. L’immigrazione illegale deve essere fermata. Dall’altro lato, abbiamo stati autoritari come la Russia che invadono l’Ucraina e minacciano altri paesi membri della Nato e dell’Ue e l’intero asse del male di cui fa parte l’Iran che si sta organizzando in tutto il mondo». È per questo, secondo il vicepresidente dei conservatori europei, che «non possiamo concentrarci su cose come il woke, la cancel culture e tutte le altre idee di sinistra».
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