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Esclusiva

Giugno 6 2024
Giorgio Gori (PD): «Un sindaco per l’Europa»

Giorgio Gori, ex sindaco di Bergamo, è candidato alle auto per con il Partito Democratico nel collegio del Nord-Ovest

Giorgio Gori (PD) ha una formazione da urbanista, ha fatto il giornalista per tanti anni, poi il direttore di Canale 5. La sua carriera politica è iniziata nel 2014 quando è diventato sindaco di Bergamo, oggi corre in Europa con il Partito Democratico nella circoscrizione del Nord Ovest. 

Il suo slogan recita “Un sindaco per l’Europa”, lei ha fatto molto per la sua città, Bergamo, come pensa concretamente di avere la stessa incisività in Europa?

Un sindaco si allena ad essere pragmatico, a perseguire con pazienza i propri obiettivi, a verificare nel concreto l’impatto delle proprie decisioni: qualità e attitudini che sono convinto possano tornare utili anche al Parlamento Europeo.

Solo il 9.5% dei vostri candidati sono under 35, perché non puntare sui più giovani?

La quota dei candidati giovani degli altri partiti non è molto diversa. Penso per due ragioni. La prima che la materia europea è decisamente complessa e tende a richiedere una certa esperienza. La seconda, è che, in un collegio così ampio, non è semplice per i più giovani costruire campagne elettorali che, da quando è stato abolito il finanziamento pubblico della politica, risultano piuttosto costose.

Questo anche in ragione del fatto che le nostre liste – come in pochi Paesi dell’Unione – prevedano le preferenze, ovvero la scelta del candidato da parte degli elettori: nella maggior parte dei Paesi UE questo non avviene, con i partiti che possono scegliere la loro classe politica candidata per Bruxelles, slegando quindi l’elezione dalla competizione individuale tra candidati.

Non crede che le candidature di persone quali Cecilia Strada, Marco Tarquinio e Lucia Annunziata possano confondere gli elettori? Mi pare che abbiano idee diverse di Europa, dai diritti alla difesa.

La posizione del Pd sul conflitto in Ucraina è molto chiara ed è stata concretamente espressa sia nel Parlamento italiano sia nel Parlamento europeo: noi riteniamo si debba offrire all’Ucraina tutto il sostegno umanitario, economico e militare necessario per far fronte all’invasione russa. Ci sono dei candidati indipendenti, con idee anche diverse e legittime, anche in grado di intercettare diverse sensibilità dell’elettorato, ma la posizione del partito è espressa molto chiaramente nel programma consegnato per le Europee.

Dopo che Meloni ha annunciato la candidatura alle Europee, Schlein ha fatto lo stesso, dopo che Meloni ha detto “scrivi Giorgia” in Sicilia sono comparsi i manifesti con “Scrivi Elly”, così non si fa il gioco delle destre?

Non credo che questo faccia “il gioco delle destre”. Si personalizza però il confronto elettorale, si rischia di schiacciare l’identità dei partiti su quella dei loro leader, con conseguente sacrificio di valori e contenuti più pertinenti rispetto alla dimensione europea.

Lei e Irene Tinagli vi siete sponsorizzati a vicenda, quali valori vi accomunano?

Stimo molto Irene, ha lavorato molto e bene per il suo Paese nei cinque anni nei quali è stata a Bruxelles. È preparata e competente. A Bruxelles è stata presidente della commissione Affari  economici e monetari del Parlamento. E’ stata citata come migliore europarlamentare italiana, poco presente sui media e molto in aula e in commissione. Abbiamo poi una cultura riformista comune: è stato facile pensarsi in una collaborazione che ha attraversato tutta la campagna elettorale.

L’Unione Europea di Meloni, Von der Leyen è securitaria, strizza l’occhio alle destre ed esternalizza le frontiere, la sua invece?

La mia riconosce la necessità di rendere possibili robusti flussi di immigrazione legale, sicura, ben gestita, perché di questa l’Europa ha un bisogno vitale per mitigare gli effetti del declino demografico, mantenersi competitiva e salvaguardare la sostenibilità economica dei sistemi sanitari e previdenziali. Va da sé che promuovere una “buona immigrazione” è anche il modo più efficace per tutelare la sicurezza e la dignità dei migranti e contrastare, svuotandoli, i flussi irregolari gestiti dalla malavita organizzata.

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