Esclusiva

Giugno 8 2024.
 
Ultimo aggiornamento: Luglio 24 2024
La marcia di Antonella ai piedi della Tour Eiffel

L’atleta pugliese si racconta a Zeta ripercorrendo le tappe della sua carriera tra successi, scaramanzie e amicizie speciali

«Dopo le Olimpiadi di Tokyo avevo pensato di smettere, ma la sensazione di stare sul gradino più alto mi ha fatto capire che dovevo continuare», dice l’atleta che aveva vinto la medaglia d’oro nella città giapponese. Il primo agosto gareggerà tra le vie di Parigi, mettendo a segno la sua terza partecipazione ai giochi olimpici, «e pensare che mio padre nemmeno voleva che iniziassi. Preferiva vedermi a casa», dice Antonella ricordando gli allenamenti come valvola di sfogo. Classe 1991, è nata e cresciuta a Mottola, paesino in provincia di Taranto con un solo campo arrangiato per tutti gli sport: «Nella sfortuna di non poter fare chissà quali attività, ho iniziato con la corsa, senza grandi risultati e poi la pallavolo, facendo la raccattapalle». Un ambiente che sin dall’inizio non sente suo, complici un’altezza inferiore ai canoni e la sensazione di un giudizio costante: «Il ruolo di palleggiatrice è primario: se sbagli il passaggio crei un problema per tutta la squadra. Questa responsabilità e inadeguatezza mi pesavano parecchio». Così capisce che la strada da percorrere è un’altra, in tutti i sensi. «Il mio allenatore faceva anche marcia. Ho deciso di provare e dopo sei mesi avevo già vinto il primo campionato italiano».

Marciando raggiunge le prime soddisfazioni: ha diciannove anni quando a Chihauhua, in Messico, vince la Coppa del Mondo juniores, risultato senza precedenti per un’azzurra. «Lì è nata anche la storia del fiore che porto tra i capelli durante ogni gara». Un portafortuna realizzato dalla mamma, per segnare il passaggio della marcia da gioco a lavoro, come atleta delle Fiamme Gialle. La fantasia la porta ad arricchire il fermaglio con una doppia veste: i colori dell’Italia sul fronte e quelli della Nazione ospitante sul retro. Ai mondiali di Pechino sfiora il podio, ma è il 2016 a regalarle l’emozione più grande: la prima olimpiade. «Eravamo a Rio de Janeiro. Io e il mio allenatore eravamo appena scesi dal bus. Ricordo i brividi che abbiamo provato davanti al cancello del Villaggio olimpico», dice Antonella.

La marcia di Antonella ai piedi della Tour Eiffel
Campionati Europei di atletica Roma 2024

I cinque cerchi sono ciò che ogni sportivo sogna, ma che non tutti vivono. La convinzione di una carriera agonistica sempre al top può portare ad uno smarrimento: «Ci sono stati anni in cui non ottenevo i risultati che speravo, però più li cercavo più non arrivavano – ricorda -. Poi ho capito che non avevo nessun problema né mentale né fisico, dovevo solo accettare il momento e passare al giorno successivo». Ancora meglio se nel farlo si è affiancati da un amico e compagno di squadra. L’amicizia che lega Antonella Palmisano a Massimo Stano, pugliese anche lui, risale a sette anni fa. Un rapporto che la marciatrice definisce «una sfida quotidiana perché lui faceva il possibile per andare più veloce e io facevo altrettanto per raggiungerlo».

La condivisione degli obiettivi olimpici ha rafforzato la sintonia e il supporto reciproco non è mai mancato, nemmeno adesso che Stano sta affrontando una riabilitazione post infortunio: «Si è fatto male ad Antalya, in Turchia, dove gareggiavamo insieme. Gli ho scritto un messaggio e la sua risposta, a distanza di appena due giorni, è stata “Capa, è tutto sotto controllo”. Io non avrei mai reagito così bene». Per la Palmisano la risposta del collega è già una vittoria olimpica e mostra come ogni atleta viva gli ostacoli in modo diverso: «Ci vuole rispetto del modo di essere dell’altro perché a volte, per quanto tu voglia solo dare un consiglio, magari l’altra persona è in una modalità diversa e quel consiglio può fargli male». Poi aggiunge: «Lui sa che ci sarò sempre e lo stesso vale per me».

La marcia di Antonella ai piedi della Tour Eiffel
Berlino (Germania) dal 06 al 12/08/2018 Campionati Europei di Atletica Leggera, EAA European Championships Nella foto: Antonella Palmisano con il fidanzato Lorenzo Dessi – foto di Giancarlo Colombo

La partecipazione alle Olimpiadi di Tokyo 2020, rimaste tali nonostante il posticipo di un anno, è ricordata come uno dei momenti più difficili e allo stesso tempo più belli del suo percorso. Il coronamento di un sogno arrivato post Covid, in cui aspettarsi grandi risultati dopo mesi di lockdown non era semplice: «Invece lì ho vinto la medaglia più bella. L’unico rammarico che ho è di averla vissuta sul momento con poche persone, tra cui il mio allenatore e il mio fisioterapista. Non avevo nessuno della mia famiglia». A colmare l’assenza fisica ci ha pensato il fiore di mamma Maria, appositamente creato per l’occasione: «Era diverso dagli altri perché non era in feltro, ma un vero e proprio gioiello cucito a mano, con la parte posteriore ricamata in oro – ricorda Antonella -. Io sono molto scaramantica per cui non avevo mai voluto un fiore di questo colore>. Eppure le mamme si sa, vedono meglio e prima dei figli e quell’anno il fermaglio dorato ha portato Antonella sul gradino più alto del podio.

La preparazione per Parigi passa per allenamenti serrati, sedute dal mental coach, fisioterapia ed esercizi di mobilità, necessari dopo l’operazione alla gamba sinistra: «La mia routine è scandita da momenti precisi. Si ricomincia con le stesse cose ogni giorno, però quando ho un po’ di tempo libero mi dedico alle passioni», fotografia in primis, con una cognata in dolce attesa che si presta a scatti amatoriali. La dieta bilanciata da sportiva ogni tanto lascia spazio all’amore per la buona cucina, preparando piatti tipici della sua regione, dalla parmigiana alle focacce, anche se da mangiare preferisce i dolci come la Sacher Torte, «giusto perché la confettura d’albicocca tiene pulita la coscienza», dice scherzando.

Indossare la maglia azzurra a Parigi sarà un onore. È in questa che Antonella trova forza quando è in gara, così come nell’inno o nella bandiera italiana. «È un senso di appartenenza a qualcosa, sai che la Nazione è con te – racconta -. Ricordo l’accoglienza dopo i Giochi di Tokyo, avevo tutto il quartiere dietro la porta di casa». Il ringraziamento va ai tifosi che dal bordo pista danno carica e sostegno. Le Olimpiadi francesi saranno le prime a cui parteciperà allenata dal marito: «Per me è uno stimolo in più. Abbiamo un sogno in due».

Lo sport porta con sé valori e insegnamenti e nei chilometri macinati dalla Palmisano c’è un messaggio rivolto a tutti: «Inseguite sempre i vostri sogni. Io ho avuto molte persone che mi hanno intralciata nel cammino, ma alla fine ce l’ho fatta. Potrà sembrarvi difficile, ma con determinazione si può ottenere tutto».