Esclusiva

Giugno 19 2024
Le opposizioni in piazza contro l’autonomia differenziata

Martedì 18 giugno le opposizioni di governo sono scese in piazza per manifestare contro l’aggressione subita dal deputato Donno dalla maggioranza

Alle 17.20 la piazza è già piena, per raggiungere il retro del palco ci si deve fare largo tra la folla, decine e decine di persone stipate, in piedi le une a fianco alle altre. A piazza Santi Apostoli, nel centro si Roma, ci si riunisce per la manifestazione indetta dal Partito Democratico e appoggiata dalla quasi totalità delle opposizioni, unici assenti Italia Viva e Azione, contro le riforme costituzionali e l’aggressione del deputato Donno da parte di un gruppo della maggioranza. 

In alto si levano le bandiere, quelle del Movimento 5 Stelle, del Partito Democratico, di +Europa, di Alleanza Verdi e Sinistra, Studenti medi, Arci e CGIL.

Nell’attesa si sente in diffusione musica pop: Baby che fai di Tananai, Bellissima di Annalisa, che la segretaria del Pd ha da poco ballato sul carro del pride di Roma. Il suo ingresso in piazza però lo fa sulle note dei Maneskin, accanto a lei il suo portavoce Fabio Alivernini riesce a schivare le domande dei giornalisti accorsi intorno a lei. «Segretaria, piazza troppo piccola» le fanno eco.

Lentamente arrivano tutti, il governatore della Campania de Luca accolto con un bacio e un abbraccio da Antonio Decaro, Nicola Fratoianni, il capogruppo Francesco Boccia. Riccardo Magi dice: «La piazza di oggi si muove su alcune questioni che ci accomunano l’opposizione a queste riforme costituzionali che riteniamo sbagliate, inaccettabili e plebiscitarie». Dietro le quinte strette di mano, abbracci, si discute dell’esito delle elezioni: «Tu quanti voti hai preso? Io cinquemila in meno di te».

Tra i giornalisti si infiltra qualche fan che chiede foto, video, talvolta una benedizione. Uno, con indosso una t-shirt “Stay radical stay chic”, riesce ad acchiappare tutti. 

Sono le 18.40 quando i leader e i rappresentanti delle istituzioni partner cominciano ad avvicendarsi sul palco. I primi sono Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli,  arrivano in coppia ma parlano a turno, forti del buon risultato alle Europee urlano che «non è possibile che l’autonomia differenziata spacchi in due il paese, che la premier che si definisce borgatara, probabilmente nelle borgate non c’è mai stata».

Intanto dietro c’è fermento, arrivano il sindaco Gualtieri- che decide di non rimanere nelle retrovie ma di andare in piazza con i cittadini- e Giuseppe Conte.  «Presidente, presidente», baci, abbracci, strette di mano, molti selfie. Il deputato Leonardo Donno- l’ospite d’onore della manifestazione- arriva da dietro con il segretario del Movimento, la folla gli si butta addosso, gli chiedono di sventolare in aria il tricolore, lui esegue.

Quando Conte sale sul palco attacca il premierato, l’autonomia differenziata e la deriva fascistoide del governo, dall’aggressione al suo deputato, alla Decima Mas, fino all’inchiesta di Fanpage sulla Gioventù Nazionale.

L’ultima a salire è Elly Schlein: che annuncia abbiamo sbagliato il 22 ottobre 2022 quando ci siamo presentati divisi. La folla grida: «Unità, unità». Quando la segretaria conclude la piazza comincia a intonare Bella ciao, lei fa un gesto di approvazione, saluta e se ne va.

A conclusione dell’evento Monica Guerritore legge un appello firmato da centottanta costituzionalisti, quando termina la manifestazione è finita, tra il pubblico ci si aspettava un ritorno di Schlein e Conte insieme, sul palco, in nome dell’unità citata a più riprese nei loro interventi. Dovranno attendere.

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