“Things can only get better”, con questo sottofondo della band D-Ream proveniente da alcuni dimostranti vicino a Downing Street, Rishi Sunak attuale Primo Ministro inglese ha annunciato, sotto la pioggia di fine maggio, la chiamata a elezioni anticipate.
Il Regno Unito si ritroverà il 4 Luglio, due mesi prima dalla data prevista, a fare una scelta: votare per i conservatori, al governo da oltre 14 anni o virare verso un nuovo orizzonte di sinistra, quello dei laburisti.
La scelta di convocare in anticipo le urne sembra strategica: Sunak, diventato primo ministro nell’ottobre del 2022, aveva promesso di contenere l’inflazione, principale problema che stava affliggendo l’Inghilterra. A maggio, nel momento della chiamata al voto, i dati segnavano l’inizio di un andamento positivo dell’economia, con una diminuzione di un punto percentuale dell’inflazione al 2,3%, il livello più basso degli ultimi tre anni. È stato questo progresso che ha offerto a Rishi Sunak l’opportunità di cavalcare l’onda del momento, prima che l’autunno presenti sorprese.
Nonostante questa mossa tattica dei conservatori, gli exit poll indicano come il popolo inglese sembri pronto a prendere una decisione che cambierà la guida conservatrice di Westminster. I pronostici parlano di un’“estinzione elettorale” del partito di Rishi Sunak e lo distanziano di 20 punti sotto quello dei laburisti che, nonostante la sorpresa del voto anticipato, sono pronti a scendere in campo da tempo.
La sinistra candidata a prendere la guida del popolo inglese in alternativa alla destra storica è guidata da Keir Starmer, il candidato premier ex avvocato e procuratore generale della Corona conosciuto per rimanere fuori dai riflettori, patito di calcio e tifoso dell’Arsenal, figlio di un attrezzista e madre infermiera e, entrato in politica solo nove anni fa.
Il suo punto di forza? Aver dato un nuovo volto ad un partito che pare volersi lasciare alle spalle l’ideologia laburista e improntato ad abbracciare una posizione pro-business e pro-crescita. Con la sua formazione Starmer promette di dedicarsi alla crescita economica del paese che ha sofferto negli ultimi anni a causa di una forte recessione. La volontà di presentarsi come fiscalmente responsabile, senza sorprese, è stata annunciata nel programma del partito, che ha promesso di non aumentare le tasse personali allontanando così i timori dell’elettorato. «Il fatto che gli elettori vadano a sinistra è un puro caso: si spostano nella direzione opposta a quella dell’attuale Governo. È una scelta puramente a danno dei conservatori e non a favore della sinistra. Questo te lo dirà qualunque elettore in questo Paese» afferma una fonte del Parlamento Europeo in rappresentanza nel Regno Unito.
Questa deviazione a sinistra è motivata da un profondo scontento fra i cittadini. Dopo quattordici anni di governo conservatore, il lascito è quello di un paese mediamente più povero con un’economia indebolita dove le tasse sono più alte. La credibilità del partito di Sunak è usurata da un lato dagli scandali degli ultimi anni, come quello del “party gate” che ha coinvolto l’ex Primo Ministro Boris Johnson, che durante la pandemia violò le restrizioni partecipando ad un evento sociale portando alle sue dimissioni e a una decaduta dell’immagine “retta” dei conservatori. Dall’altro, le promesse disattese come quelle relative alla Brexit e alla gestione del numero di immigrati nel paese hanno contribuito a generare amarezza: «La fiducia del popolo è culturalmente molto forte nel Regno Unito, dove il rapporto tra eletti ed elettori è storicamente personale, quasi come un’amicizia. Questo legame diretto è una grande differenza rispetto alle democrazie continentali, dove i partiti e altre forme di associazionismo rendono il rapporto più distaccato. I parlamentari britannici dedicano due o tre giorni alla settimana alle loro circoscrizioni, incontrando direttamente gli elettori, cosa impensabile in altri paesi», spiega la fonte Ue.
Mentre la Brexit, che era stata il tema chiave delle elezioni del 2019 e che aveva dettato la vittoria dei Conservatori con cui Boris Johnson raggiunse una mostruosa maggioranza, «è oggi completamente assente dal dibattito politico» commenta la fonte UE. L’uscita dall’Unione Europea, che aveva promesso una crescita economica derivante dall’indipendenza dagli Stati europei, percepiti come un ostacolo e un peso, si è dimostrata un insuccesso: «Il pubblico inglese è profondamente depresso dal fatto che è stato un fallimento sostanziale sia a livello socioeconomico che commerciale». Il distacco dalle posizioni europee si riflette ora anche nelle preferenze di voto: se le recenti elezioni del parlamento europeo sono state caratterizzate da uno spostamento verso destra dei cittadini votanti, il Regno Unito sembra invece pronto a dare fiducia alla sinistra.
A determinare la scelta dell’elettorato inglese c’è anche l’immigrazione, mai stata così alta come dopo la Brexit, che aveva previsto e promesso una sua diminuzione. La scelta del 4 luglio sarà legata anche a questa disattesa promessa dei conservatori che, pur di arginare il problema hanno cercato senza risultati di attuare il “Piano Ruanda”, una controversa proposta di politica immigratoria in base alla quale le persone identificate nel paese d’oltremanica come immigrati clandestini o richiedenti asilo verrebbero trasferite in Ruanda. Il piano aveva avvicinato Rishi Sunak a Giorgia Meloni, presidente del Consiglio italiano, sul tema delle politiche migratorie fortificando i rapporti tra i due paesi. Ad oggi, nessuno è stato ancora espulso secondo il Piano Ruanda, a causa delle difficoltà legali della proposta.
La mossa di Rishi Sunak non ha poi tenuto conto degli altri partiti politici in corsa come quello di Nigel Farage, politico soprannominato “Mr Brexit”, figura controversa e amico e sostenitore dell’ex Presidente americano Donald Trump, che ha deciso di assumere la leadership di Reform UK partito di destra e promette una severa dura lotta all’immigrazione e tasse per chi assume lavoratori stranieri. Il partito nell’ultimo mese si è posizionato solo a un punto percentuale dietro al partito conservatore di Sunak. Farage, nonostante sia consapevole della vittoria dei laburisti di Starmer, afferma di essere la futura vera opposizione al governo.