Esclusiva

Luglio 17 2024.
 
Ultimo aggiornamento: Luglio 24 2024
Elon Musk, da Obama a Trump via San Benedetto

Andrea Stroppa, collaboratore del patron di X, spiega il sostegno dell’amico alla campagna elettorale dei repubblicani: «Ha sempre votato democratici, poi qualcosa si è rotto. Biden ha boicottato Tesla»

Curare gli interessi di Elon Musk, secondo uomo più ricco al mondo per la rivista Forbes, non è da tutti. In Italia ci pensa il trentenne romano Andrea Stroppa, data analyst con un passato da hacker. L’anno scorso ha aiutato la presidente del Consiglio Giorgia Meloni a portare il patron di Tesla, X e SpaceX ad Atreju, festa giovanile di Fratelli d’Italia. Oggi ci spiega perché l’amico e datore di lavoro ha deciso di supportare il repubblicano Donald Trump nella corsa alla Casa Bianca. L’endorsement è arrivato dopo che l’ex presidente è sopravvissuto a un attentato durante un comizio in Pennsylvania. Secondo i media statunitensi, Musk ha promesso 45 milioni di dollari al mese per la campagna elettorale del Grand Old Party. Ha fatto poi marcia indietro, accusando la stampa di aver riportato un’informazione falsa.

Andrea, perché questa scelta è arrivata dopo il tentato omicidio?

È stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Musk ha sempre votato i democratici e aveva un ottimo rapporto con Obama. Prima era l’idolo dei progressisti, perché tutte le sue aziende si occupano di temi cari alla sinistra. Poi qualcosa si è rotto.

Cosa?

Dopo Obama il partito ha cambiato politica. A differenza di General Motors, Ford o Stellantis, Tesla non ha un sindacato di riferimento. All’improvviso non andava più bene. Lo stesso vale per Starlink, che è stata esclusa dai finanziamenti pubblici.

Però il sindacalista Sean O’Brien ha parlato alla convention dei repubblicani.

Il fatto che un sindacato appoggi Trump non è un problema. Musk non sostiene l’ex presidente per favorire le sue aziende. Potrà sembrare poco coerente, ma è normale non essere d’accordo su tutto. Sicuramente ci sono dei temi sui quali hanno visioni opposte.

Elon Musk, da Obama a Trump via San Benedetto

Tipo la transizione ecologica. Il leader repubblicano nega il riscaldamento globale.

Le aziende di Musk continueranno a produrre energia pulita e il presidente, nel caso fosse eletto, farà ciò che prevede l’agenda del suo partito. Non vedo una dipendenza tra le due cose. Peggio di così non può andare: in questi anni i rapporti con l’amministrazione sono stati durissimi. Tesla è stata boicottata dalla Casa Bianca, che ha organizzato delle riunioni sulle auto elettriche e non ci ha mai invitato. Il presidente Biden ha fatto degli endorsement pubblici a Ford e General Motors. Non è stato un periodo felice. 

Anche in Europa c’è preoccupazione per l’alleanza con Trump. Ieri hai scritto: «Non vi preoccupate, cari eurocrati, X non cambierà nulla. L’Unione Europea può continuare a fare il Male come al solito». Non vi piacciono le regole dell’Ue?

Questa reputazione va a discapito dell’Europa. Da una parte X potrebbe sopravvivere tagliando l’attività nel Continente. Dall’altra i milioni di cittadini che lo usano per informarsi, e le migliaia di imprese, istituzioni e università che ci lavorano avrebbero un servizio in meno. Chi ci perde sono i consumatori. Il Digital Service Act dice di voler proteggerli, ma, ad esempio, le accuse sulle spunte blu a pagamento diventano pretesti per dire all’azienda come si deve comportare.

Musk lascia campo aperto alle notizie false?

Mah. Quando hanno sparato a Trump, la Cnn titolava che era caduto a terra. Altre testate dicevano che si erano sentiti dei botti, mentre su X le persone avevano già capito cosa era successo. Laddove ci sono stati casi di disinformazione, come lo scherzo a quell’utente italiano (il giornalista Marco Violi scambiato per l’attentatore, ndr), tutto si è risolto in pochi minuti. Dove la disinformazione è continuata è proprio sui media tradizionali, che hanno preso notizie da X e, senza verificarle, le hanno amplificate.

Ma la piattaforma si è riempita di complotti. Dopo il tentato omicidio, c’erano accuse antisemite ai servizi segreti israeliani e al Deep state.

Alla fine le notizie più rilevanti emergono, ma tutto è migliorabile. Le community notes, le note degli utenti per segnalare i post di disinformazione, adesso appaiono dopo un quarto d’ora. Prima ci mettevano quasi una giornata. La direzione è giusta: bisogna migliorare, non censurare. La censura non è una soluzione. Qualche giorno fa, Musk ha fatto una riflessione su San Benedetto.  

Riguardo?

Sul contributo del patrono d’Europa per la civiltà occidentale, il lavoro di raccogliere, catalogare e salvare gli scritti antichi. Credeva nell’importanza di conoscere tutto, anche ciò che non è condivisibile. Così i benedettini hanno salvato la cultura europea. Musk crede nell’importanza di continuare a preservare, difendere i classici. Talvolta si pensa che non vadano più letti perché incarnano dei pensieri offensivi verso gruppi di persone.

Parlavate di politicamente corretto?

Il tema era ammirare il lavoro di San Benedetto per proteggere la cultura, quando non c’erano gli strumenti, archiviando a mano la storia classica. Oggi abbiamo i mezzi tecnologici, ma la minaccia parte proprio da dentro l’Occidente, dove si ritiene giusto censurare e cancellare alcuni libri e idee.

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