Esclusiva

Luglio 24 2024
Col fioretto sulle orme di D’Artagnan

Dopo aver conquistato l’oro ai Mondiali del 2023, Alice Volpi tenterà il tutto per tutto per ripetersi ai Giochi di Parigi

«La medaglia d’oro è il sogno. È una cosa che so di poter raggiungere. Ma ovviamente questo mi fa sentire ancora più sotto pressione» racconta Alice Volpi, campionessa mondiale in carica di fioretto. Le Olimpiadi di Parigi rappresentano per lei la prova più importante, l’obiettivo più ambizioso, l’occasione per passare alla storia. Dal suo tono di voce traspare una grande determinazione ma anche la consapevolezza di quanto saranno impegnativi i prossimi mesi, durante i quali disputerà sia le gare dei Campionati italiani che quelle degli Europei, prima di una serie di ritiri in vista di Parigi. 

Classe 1992, l’atleta senese ha iniziato a tirare di scherma all’età di sette anni grazie al padre, che era un appassionato di questo sport. Non appena le hanno messo in mano un fioretto e le hanno fatto fare le prime sfide – ricorda – è scoccato subito il colpo di fulmine che l’ha portata a diventare un’agonista e una campionessa. In venti anni di carriera, Volpi è riuscita a creare un palmarès davvero invidiabile, che conta una pioggia di ori conquistati in consessi internazionali, sia nelle gare individuali che in quelle a squadre. Una vita interamente dedicata allo sport la sua, fatta di fatica, dedizione, viaggi in giro per il mondo, ritiri e soprattutto competizioni. 

«Prima di una gara importante cerco di stare con le persone che più mi aiutano in questo percorso, come la mia preparatrice atletica, il mio maestro e poi ovviamente tutti i colleghi che sono con me in viaggio», spiega la fiorettista. «Di solito non ci penso fino alla sera prima. Ovviamente la notte della gara c’è sempre un po’ di tensione, ma riesco poi a scaricarla bene in pedana. Perciò ascolto un po’ di musica, faccio il mio riscaldamento. Sono molto metodica. Forse è proprio questo il mio modo di essere scaramantica: ripetere sempre le stesse cose che funzionano in gara».

Ai Giochi di Parigi, però, la tensione sarà alle stelle. Tutti gli occhi del mondo saranno puntati sugli atleti che avranno l’onore e l’onere di competere in un’arena tanto ambita. Per di più l’Italia è il Paese che nella scherma ha vinto più medaglie nella storia delle Olimpiadi moderne, grazie anche a campioni come Edoardo Mangiarotti, Valentina Vezzali e Giovanna Trillini. Per ciascuno degli italiani in gara, quindi, non si tratta solo di vincere una sfida con se stessi ma anche di essere all’altezza delle enormi aspettative del pubblico e della Federazione.    

«Molti atleti hanno uno psicologo sportivo che li segue» dice l’azzurra a proposito della salute mentale. «Al momento io non sono seguita da nessuno però, in passato, quando ne ho avuto bisogno, ho fatto dei percorsi. Ovviamente la pressione c’è, ma a volte credo di esagerare io. Da un lato, c’è il mio commissario tecnico che pretende sempre il massimo. Dall’altro ci sono la mia ambizione e il desiderio di non deludere le persone che mi hanno sempre sostenuta».  

A Parigi Volpi si scontrerà con le schermitrici più forti al mondo, avversarie che già conosce e con cui se la giocherà alla pari: «Tra le atlete da battere c’è sicuramente l’americana Lee Kiefer, che è la campionessa olimpica in carica ed è anche la fiorettista con cui ho fatto più finali in questi ultimi anni. Poi c’è Ysaora Thibus, francese, con cui mi sono ritrovata a fare una finale di Mondiale. Anche lei è molto forte. E poi ci sono altre avversarie fastidiose fra polacche, americane e francesi. Senza dimenticare le italiane» precisa. «Arianna Errigo e Martina Favaretto sono entrambe fortissime. Tutte possiamo vincere. L’importante è arrivare a Parigi con la consapevolezza di aver fatto tutto il possibile per fare una bella gara. Non si può avere purtroppo la certezza di vincere, ma proverò a dare tutto».

La scherma però non è fatta solo di competizioni individuali. Alle Olimpiadi le gare a squadre, in cui l’antagonismo fra le azzurre lascia il posto a un’inedita alleanza, sono altrettanto importanti: «In queste occasioni la tensione è minore perché è condivisa. Insieme riusciamo a viverla più serenamente e a farci forza. Quindi, anche se tengo di più alla gara individuale, quella a squadre rimane fondamentale».

Ma gli alleati più importanti dell’azzurra contro lo stress sono la famiglia e il compagno Daniele Garozzo, ex schermidore plurimedagliato e Campione olimpico di fioretto ai Giochi di Rio del 2016, con cui fino a pochi mesi fa condivideva tutto: «Recentemente ho vissuto un periodo non facile perché il mio compagno ha scoperto di avere un problema al cuore che lo ha costretto al ritiro dall’attività agonistica» racconta. «È stato un fulmine a ciel sereno. Adesso mi sento più sola in questo percorso. Sto facendo un po’ di fatica, però spero di riuscire ad arrivare a Parigi e godermela, nonostante tutto. Non voglio ripetere gli stessi errori fatti in passato». E a proposito dei suoi genitori dice: «Mia mamma riesce a farmi vivere tutto con serenità. Forse anche per il fatto che è brasiliana, vive la vita in maniera diversa. Mentre mio padre è una persona sempre fissata sugli obiettivi, sul lavoro, lei invece è la prima a sostenermi se va male una gara e a dirmi “non importa, ce ne sarà un’altra”. E poi, ci divertiamo molto quando mi aiuta ad allenarmi». 

Le Olimpiadi non sono solo competizioni, ma anche un’occasione imperdibile per incontrare atleti provenienti da tutto il mondo. «Io ho già vissuto la vera festa olimpica nel 2016 a Rio de Janeiro. In quell’occasione ero una riserva, quindi non sentivo la tensione pre-gara. A Tokyo, invece, è stato tutto diverso. Siamo rimasti dieci giorni ad allenarci in un centro universitario dove passavamo dalla camera alla mensa e dalla mensa alla palestra, facendo controlli ogni mattina. Alla cerimonia d’apertura» ricorda Volpi, «lo stadio era vuoto». Anche per questo motivo, le aspettative per quella che si svolgerà a Parigi questa estate sono alte: «Da quanto ho capito sarà sulla Senna con dei battelli. Me la godrò tutta prima di concentrarmi sulle gare».

Con un obiettivo tanto ambizioso è vietato distrarsi. Ma, pensando per un attimo alla sua vita dopo i Giochi, Alice rivela: «Sicuramente mi prenderò una pausa, non so se definitiva oppure no. Mi piacerebbe dedicarmi anche all’università – studio Scienze politiche alla Luiss – e ad altre attività. Adoro i cani, mi piace stare all’aria aperta e fare altri sport come il tennis e il surf. Quindi sì, le passioni sono tante così come le opportunità che voglio cogliere in futuro». 

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