Esclusiva

Luglio 28 2024
Federico Nilo Maldini vince l’argento: «In poligono da quando ho 13 anni»

Federico Nilo Maldini, classe 2001, ha appena 13 anni quando entra in un poligono di tiro. Oggi l’argento olimpico

A Parigi Federico Nilo Maldini ha vissuto la sua prima Olimpiade. E lo ha fatto nel migliore dei modi: si è aggiudicato il secondo gradino del podio subito dietro il cinese Xie Yu – con cui la sfida è stata aperta fino all’ultimo – e seguito da un altro italiano, Paolo Monna. Nato a Bologna nel 2001, Nilo Maldini si arruola tra le fila dei Carabinieri nel 2020, quando la pistola ad aria compressa è già da tempo la sua alleata più preziosa. Ha appena 13 anni quando entra per la prima volta in un poligono di tiro. Da lì, una storia d’amore che continua ancora oggi. «Ho cominciato da un “porte aperte” organizzato dal tiro a segno di Bologna, dove facevano provare tutti i ragazzini dai 10 ai 18 anni», racconta ripercorrendo i suoi primi passi.

Il tiro a segno, spiega, non è mai stata la sua prima scelta: «Venivo da un anno in cui non avevo praticato nessuno sport. L’anno precedente avevo fatto pallamano, ma non gradivo l’ambiente. Ancora prima avevo praticato pallacanestro per tre anni e nuoto da bambino, ma non mi piacevano. Col tiro a segno invece mi divertivo, c’era un bell’ambiente, il che fa tanto, soprattutto quando hai 13 anni». Anche perché, ammette, la pistola ad aria compressa rischia di non sembrare troppo “attraente” a un giovanissimo: «È uno sport meno movimentato e “divertente” rispetto ad altri, conta molto la tranquillità e la concentrazione, è un po’ più “serio” ecco».

Ed è proprio questa staticità a segnare la differenza tra il tiro a segno e le specialità olimpiche più seguite: «Nel nuoto, come negli altri sport, si può sfogare la tensione con il movimento – spiega il 23enne – Nel tiro a segno invece non si possono sfogare le emozioni in nessun modo, perché ti giocano contro». Il segreto, più che imparare a gestirle, è «provare a rendere quelle sensazioni sgradevoli più piacevoli». «Bisogna ripetersi, quando si è in gara, che quello è ciò che ci piace fare, che è il nostro sport e che quindi, anche se proviamo emozioni spiacevoli, siamo lì per un bel motivo», aggiunge.

Gli occhi oggi sono puntati alle Olimpiadi di Parigi, il palcoscenico più prestigioso che abbia mai calcato. «Degli altri sport vengono seguiti anche Mondiali ed Europei, noi invece veniamo visti poco e raramente, se non quando arrivano i giochi olimpici – dice Nilo Maldini – sono molto emozionato all’idea di prendere parte a quello che è il sogno di tutti gli atleti».

Grande l’entusiasmo di amici e parenti per questo appuntamento: «Sono tutti molto contenti ed emozionati, più su di giri di me. I miei genitori volevano venire, ma gliel’ho sconsigliato. Non ci saranno i biglietti, né lo spazio per il pubblico. Tra l’altro non siamo a Parigi, ma a tre ore di macchina, al poligono di tiro di Châteauroux», riflette l’atleta classe 2001. Nessun obiettivo in particolare, «non voglio troppe aspettative – ammette – anche perché si tratta di una gara difficile rispetto alle altre, sarà tutto nuovo, non so bene cosa aspettarmi». L’unica certezza è che la partenza ha già il sapore di una vittoria e l’approdo a Parigi di un traguardo raggiunto.

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