È stata davvero una bella sorpresa l’argento di Nadia Battocletti nella gara dei 10000 metri piani. Nessuno si aspettava che la mezzofondista trentina stabilisse il nuovo record italiano con un tempo di 30’ 43” 25, alle spalle solo della keniana Beatrice Chebet e davanti alla campionessa olimpica di Tokyo 2020 Sifan Hassan. E invece Nadia ha dimostrato di avere la stoffa della grande campionessa. Ha corso con la testa, ha lottato contro il dolore fisico e ha conquistato una medaglia più preziosa di quella che per poco più di un secondo le era sfuggita nella gara dei 5000 metri.
«Ero arrivata a queste Olimpiadi con la voglia di imparare tanto e allo stesso tempo di mettermi alla prova» ha raccontato ai microfoni Rai. «Solitamente in media arrivo al chilometraggio giusto per i 5000, per i 10000 neanche a pensarci». Ma l’atleta azzurra, alla sua quarta prova in questa specialità, ha voluto affrontare lo stesso la competizione, nonostante non fosse in forma al 100%: «Il riscaldamento non è andato come speravo. Dopo una decina di minuti ho iniziato ad accusare male al tendine. In fretta e furia Carlo [il suo preparatore atletico] mi ha messo un tape che nel corso della gara, a ogni giro, mi si staccava sempre più, finché è arrivato sotto la scarpa. A quel punto ho detto “O mio Dio, come facciamo?” perché il male era tanto forte».
Nadia però non si è arresa e ha trasformato questa gara in una grande prova di resistenza e carattere. Memore degli errori fatti nei 5000, ha dosato le energie ed è rimasta incollata alle avversarie più forti: «Negli ultimi 500-600 metri avevo gli occhi aperti e ho detto “no, adesso non mi scappate”». Una vera e propria impresa che l’ha lasciata incredula e zoppicante sulla pista, col tricolore sulle spalle e le lacrime agli occhi.
Questa straordinaria medaglia, la prima conquistata da un’atleta italiana in questa specialità e la terza per la nostra squadra di atletica ai Giochi di Parigi, in realtà non è l’esito di fortunate circostanze ma il punto più alto, almeno per il momento, di una carriera già ricca di soddisfazioni.
Ventiquattro anni, originaria di Cavareno, in Val di Non, Nadia Battocletti ha la passione per la corsa nel sangue. Suo padre Giuliano è un ex maratoneta e mezzofondista, bronzo ai Mondiali juniores del 1994, mentre la madre Jahwara è un’ottocentista marocchina. Inizia ad allenarsi sin da giovanissima divenendo ben presto una podista a tutto tondo. Dopo l’ottima prova di Tokyo 2020, ha spesso ritoccato verso il basso i record nazionali. Diventata campionessa europea sia nei 5000 che nei 10000 metri piani, si è presentata a queste Olimpiadi con tutte le carte in regola per ottenere grandi risultati.
«Guarda che non è come l’Europeo, è molto più difficile» le avevano detto, ma lei non si è lasciata spaventare, anzi. «A me piacciono le cose difficili» ha detto con un gran sorriso subito dopo la gara. Ambiziosa e tenace come si è dimostrata finora, chissà quali altri traguardi raggiungerà in futuro.
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