Esclusiva

Ottobre 23 2024
La disinformazione nel processo elettorale in Moldavia

Dopo il referendum per l’ingresso nell’Unione Europea una massiccia campagna di disinformazione ha colpito la Moldavia

La Moldavia è al centro della disinformazione elettorale. Lunedì 21 ottobre è arrivato il verdetto del referendum nel Paese, in cui i cittadini erano chiamati a decidere se inserire in costituzione l’ingresso nell’Unione Europea come obiettivo strategico. La vittoria risicata del Sì (50,43%) è stata ripresa dalla galassia degli account filorussi italiani, che sui social media hanno parlato di presunti brogli alle urne. 

Dopo un testa a testa inaspettato – i sondaggi parlavano di due terzi dei moldavi aperti all’integrazione europea -, i favorevoli hanno prevalso con appena 11mila voti di differenza, dopo che i primi exit poll avevano dato il No in vantaggio. Intanto, venivano scrutinate anche le preferenze per le elezioni presidenziali, che hanno visto la presidente uscente Maia Sandu, vicina a Bruxelles, vincere il primo turno con il 42,45% dei voti, seguita dall’ex procuratore generale Alexandru Stoianoglo con il 25,98%, candidato più gradito dalla Russia di Putin. Sia Sandu che il Parlamento europeo hanno denunciato le ingerenze del Cremlino, che ha provato a dirottare gli elettori attraverso una massiccia campagna di disinformazione. 

LA PROVA DEI DATI

Usciti i risultati, sui social italiani è iniziata a circolare una teoria cospirativa. «Misteriosamente nella notte i Sì per l’adesione all’Ue passano dal 41% al 50%», ha commentato un canale su Telegram, noto per diffondere la propaganda di Mosca sulla guerra in Ucraina. Anche Stefano Morandi, esponente del partito Lega in Brianza, ha rilanciato con un tweet: «In Moldavia, il 5% di schede scrutinate è stato sufficiente per recuperare 10 punti percentuali di distacco in favore dell’Ue». Gli ha risposto il collega e senatore Claudio Borghi: «C’è la democrazia e poi c’è il voto postale… aspetta di vedere con il voto online che magie si possono fare».

I dati citati non sono però attendibili. Secondo gli exit poll riportati dall’organizzazione Europe Elects, la sera del 20 ottobre guidava il No con il 55,4%, contro il 44,6% dei voti a favore, con il 49.7% dei voti scrutinati. La forbice si è ristretta durante la notte: conteggiato il 90% delle schede, la distanza si era ridotta a 52% per il No e 48% per il Sì. L’ultimo 10% di schede ha chiuso il divario del 4%. Decisive le preferenze dei cittadini residenti all’estero (76.96% favorevoli, 23.04% contrari), che costituiscono il 15,8% dei voti validi (235 503 su 1 488 874 schede). Per quanto riguarda i voti postali, non esistono evidenze a supporto delle accuse di manomissione, che risultano infondate.

LA MAPPA INGANNEVOLE

Per supportare la narrazione filorussa sulla Moldavia, in tanti hanno pubblicato una mappa in cui ogni regione è colorata in base al risultato al referendum: blu se la maggioranza ha approvato il quesito, rosso se lo ha bocciato. L’immagine, in cui gran parte della cartina è colorata in rosso, riporta informazioni corrette ed è stata pubblicata anche dalla redazione moldava di Euronews. Tuttavia, la rappresentazione grafica è così semplicistica da diventare fuorviante. Guardando la mappa, infatti, sembra che la grande maggioranza dei moldavi sia antieuropeo, impressione incompatibile con il risultato elettorale.

Nessun mistero, è solo un caso di data visualization poco chiara, perché non considera la densità abitativa. Al centro della cartina, ad esempio, è colorata in blu la regione della capitale Chisinau. Nonostante il distretto occupi un’area inferiore rispetto ad altre sezioni geografiche, al suo interno abitano oltre 665 461, pari al 26% della popolazione residente in Moldavia (circa 2,5 milioni di abitanti).

Un altro problema è l’assenza delle percentuali. Nel mondo descritto dal grafico, esistono solo due opzioni: sì, sono europeista, o no, non lo sono. Questo crea grossi problemi: sono colorate con lo stesso rosso sia la regione autonoma della Gagauzia, dove i contrari hanno segnato un plebiscito (94,8%), che il Leova, in cui il No ha vinto per meno di 300 voti. Le gradazioni di colore avrebbero ridotto questo effetto, rendendo però la mappa meno funzionale alla propaganda.

La disinformazione nel processo elettorale in Moldavia