«Basse di cui una bionda, una ha una felpa blu scuro col cappuccio alzato e un’altra un cappello rosa», «Signore vestito bene, all’apparenza innocuo stempiato, magro, giubbotto, camicia, pantaloni, si camuffa bene», e ancora: «Non li ho visti ma la capotreno ha annunciato 1 minuto fa che stavano sul treno! Attenzione!». Ogni giorno a Roma pendolari e turisti sono costretti a convivere con una presenza, ormai massiccia, di borseggiatori e borseggiatrici. L’inizio, inoltre, dell’anno giubilare ha comportato un afflusso compatto di pellegrini verso la zona del Vaticano. La folla diventa così la vittima per gli atti di microcriminalità. A cercare di limitare il fenomeno però, e aiutare i viaggiatori durante il percorso, è la nuova app “Pickpocket alert”. Contrastare i borseggiatori e proteggere i viaggiatori sui mezzi pubblici è l’obiettivo principale dell’applicazione, che trasforma gli utenti in una rete collaborativa per segnalare in tempo reale la presenza di persone sospette.

Chiunque scarichi l’app sul proprio smartphone può condividere segnalazioni dettagliate, indicando la posizione e le modalità di azione di potenziali malintenzionati. È disponibile a Roma, Milano, Madrid, Barcellona, Parigi e Siviglia. Registra circa 25mila utenti e più di 2000 avvisi totali. Un’alleanza digitale che punta a rendere i mezzi pubblici più sicuri, e trasforma la consapevolezza e la collaborazione in strumenti di difesa. Le prime segnalazioni vengono pubblicate già dalle 7 del mattino, fino ad arrivare a una decina a ora di pranzo. Avvisi che vengono letti da decine di pendolari, e che cercano di mettere in allerta anche i più sbadati.

«Ho scaricato l’app qualche giorno fa, me ne aveva parlato un amico – dice un ragazzo mentre aspetta l’arrivo del treno – l’anno scorso mi hanno rubato il portafoglio e ho dovuto rifare tutti i documenti». Non è raro infatti trovare carte d’identità, tessere sanitarie, borsellini vuoti, tra i binari o dietro qualche cancello delle stazioni. Prendono i soldi, svuotano tutto, e ciò che non serve viene buttato via. «Ho sempre paura a viaggiare, devo dire però che noto più solidarietà tra la gente, avvisano se vedono questi ladri in giro», sottolinea Michela.
L’app può esser vista come uno strumento di prevenzione collettiva, uno strumento complementare al servizio di sicurezza. Potrebbe anche integrarsi con il lavoro delle aziende di trasporto come Atac, fornendo dati preziosi per migliorare la sorveglianza nelle aree più critiche. «Ormai alcuni si riconoscono facilmente, altri sono più furbi e si confondono, spero che si possa fare nel concreto qualcosa», confessa un passeggero «trovassero un lavoro come tutti invece di rubare la gente», conclude.