«Viviamo in tempi pericolosi, la sicurezza dell’Europa è minacciata in modo serio». Così la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha annunciato un piano di investimenti da 800 miliardi di euro per la difesa e il riarmo del continente. Una decisione arrivata due giorni prima del Consiglio straordinario a Bruxelles previsto per il 6 marzo, quando i leader dell’Ue si riuniranno per discutere una strategia comune in sostegno dell’Ucraina.
Con il programma ReArm Europe, che si sviluppa in cinque punti, la spesa militare dei paesi membri non verrà conteggiata nelle procedure per deficit eccessivo, previste dal Patto di stabilità. Ai singoli stati verrà chiesto di aumentare i fondi per la difesa, in media, del’1,5% del prodotto interno lordo, per un totale di 650 miliardi di euro in quattro anni. A questi si aggiungeranno i prestiti messi a disposizione dall’Unione, pari a 150 miliardi. I finanziamenti per il riarmo saranno slegati dal voto all’unanimità in Consiglio europeo, per evitare eventuali veti dal primo ministro ungherese Viktor Orbán.
«Questo approccio di approvvigionamento congiunto ridurrà i costi, la frammentazione e migliorerà l’interoperabilità», ha detto la presidente della Commissione, «rafforzando la nostra base industriale di difesa». Gli investimenti riguarderanno il settore aereo e missilistico, sistemi di artiglieria, munizioni, droni e anti-drone, oltre a esigenze legate alla mobilità informatica e militare.
L’annuncio è arrivato dopo che il presidente statunitense Donald Trump ha sospeso gli aiuti militari all’Ucraina, necessari per contrastare l’avanzata russa verso ovest. «L’Europa è pronta ad assumersi le proprie responsabilità», ha sottolineato ancora von der Leye, prima di ribadire la volontà di collaborare con gli alleati: «Continueremo naturalmente a lavorare a stretto contatto con i nostri partner nella Nato».
In Italia, il ministro degli Esteri Antonio Tajani si è detto favorevole al piano di riarmo: «Finalmente si fanno passi in avanti per costituire una efficace difesa europea. Era il sogno di De Gasperi e Berlusconi. Ora bisogna realizzarlo», ha scritto sulla piattaforma X il vicepremier.
Secondo il colonnello Franco Di Santo, esperto di strategia militare, l’aumento degli investimenti militari sarà fondamentale: «La notizia è positiva date le incertezze negli equilibri mondiali. Dopo decenni di disarmo, oggi le condizioni sono cambiate». I soldi però non bastano, prosegue, «perché prima serve una strategia e poi i mezzi per realizzarla». Il colonnello auspica che i finanziamenti diano una spinta verso «un esercito comune, che condividerebbe non solo le armi, ma anche i valori a livello europeo».
Un piano per la difesa unitaria, detto “bussola strategica”, era stato approvato nel 2022 dal Consiglio europeo, per rafforzare la sicurezza dell’Ue entro il 2030. «Non se ne parla più, ma prevedeva una forza di 5000 unità. Sembrava la base per un futuro esercito comune, con un comando integrato», ricorda Di Santo. Adesso che l’Europa si sente minacciata, l’autonomia militare torna al centro del dibattito politico.
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