Esclusiva

Marzo 12 2025.
 
Ultimo aggiornamento: Marzo 13 2025
Sicurezza e riarmo, sì al libro bianco per la difesa

Dopo una lunga discussione in aula, Strasburgo conferma l’impegno dell’Europa per l’aumento delle capacità militari

L’11 marzo in Lituania si festeggia il giorno dell’indipendenza dall’Unione Sovietica, la rinascita dello Stato lituano dopo la prima dichiarazione del 1918. Il valore storico di questa data risuona nelle parole del Commissario europeo per la difesa Andrius Kubilius, nato a Vilnius durante l’occupazione russa, che dà il via alla discussione sul libro bianco per le politiche sulla sicurezza dell’Unione.

“È uno dei dibattiti più importanti della storia di quest’aula, un momento unico per un’intera generazione – dice Kubilius rivolgendosi agli eurodeputati – di fronte a rischi senza precedenti l’Europa deve prepararsi per evitare il peggio”.

Il documento affronta la competitività industriale e le esigenze di investimento e definisce l’approccio generale all’integrazione della difesa Ue. A elencare i punti principali del libro bianco, che verrà pubblicato a metà marzo, è il ministro polacco per gli affari europei Adam Szłapka.

Le direttive del piano prevedono cinque priorità: maggiore spesa per rafforzare le tecnologie e l’industria bellica, sostegno all’Ucraina e garanzie di integrità territoriale, integrazione delle capacità militari e civili, rafforzamento dei settori strategici tra cui la cybersicurezza, e infine il rafforzamento dei partenariati a livello globale.

I maggiori sostenitori dell’iniziativa sono i parlamentari dei Paesi Baltici, che più di tutti conoscono e temono l’espansionismo di Mosca. L’intento è trasmettere questa urgenza anche agli altri membri dell’Unione. “La Russia vuole distruggere tutto ciò che non è russo”, tuona la deputata lituana Rasa Juknevičienė in un intervento accorato, richiamando a più riprese la libertà conquistata a fatica dal suo Paese.

Tuttavia, nell’aula non tutti sono animati dalla stessa convinzione. Dai patrioti e dal gruppo dell’Europa per le nazioni sovrane arriva un appello a costruire una strategia in cui resti al centro la sovranità dei Paesi membri. “Nessuno vuole un’Europa russa, ma nemmeno americana – commenta Pierre Romain Thionnet, esponente del Rassemblement National francese – vogliamo un’Europa europea”.

Alberico Gambino, esponente di Fratelli d’Italia nel gruppo dei conservatori e riformisti, preferisce parlare di difesa europea più che di riarmo. “Si tratta di assicurare stabilità e autonomia strategica, non di una corsa agli armamenti”, spiega Gambino, che considera il libro bianco un’occasione per rafforzare il ruolo dell’Ue nel mondo.

Per Renew Europe le indicazioni contenute nel white paper redatto dalla Commissione non bastano. Secondo questa prospettiva, un programma fondato sulla volontà dei singoli Stati è troppo poco e arriva troppo tardi. I membri della famiglia socialista, d’altra parte, sottolineano la necessità di puntare su una maggiore integrazione tra i programmi comuni piuttosto che sull’aumento della spesa dei singoli Stati.

Anche i Verdi insistono sulla necessità di spendere meglio e coordinarsi di più invece di aumentare i budget per la difesa. “Parliamo di riarmo, ma quand’è che ci siamo disarmati?” – afferma Benedetta Scuderi – “spendiamo in armi più di Russia e Cina eppure nessuno si sente al sicuro”.

Secondo Scuderi l’Ue è colpevole di utilizzare due pesi e due misure per le decisioni sulle spese, destinando al budget militare ottocento miliardi con una flessibilità non tollerata su altre questioni. “Per noi più sicurezza significa una governance unica e democratica, interoperabilità, infrastrutture, diritti, welfare e rinnovabili, non tagliare questi investimenti”, conclude l’eurodeputata verde.

Contrari alle posizioni della Commissione sulla difesa anche gli eurodeputati del Movimento Cinque Stelle, appartenenti al gruppo europeo The Left. Durante le discussioni sulla sicurezza, una delegazione del movimento guidata dal leader Giuseppe Conte ha manifestato davanti all’emiciclo contro il piano Rearm Europe, promosso da Ursula Von der Leyen.

L’europarlamentare Gaetano Pedullà ribadisce a Zeta la posizione ferma del movimento: “Ogni giorno si mette un mattoncino di più in un muro che crea divisioni. Noi invece riteniamo che occorra riallacciare il dialogo, serve la forza della diplomazia contro la forza delle armi”.

Riguardo ai negoziati sulla pace in Ucraina, Pedullà sostiene che per avere voce in capitolo l’Unione debba fare leva sui suoi punti di forza anziché aumentare le spese militari. “Bisogna portare a un tavolo tutte le forze in campo – continua l’eurodeputato – “l’Europa ha autorevolezza anche dal punto di vista economico per imporre alle parti di dialogare”.

Durante le votazioni del 12 marzo, il Parlamento si è espresso a favore di una risoluzione per confermare il supporto dell’Ue all’Ucraina, tenendo conto anche degli ultimi sviluppi sul cessate il fuoco mediato dagli Stati Uniti. Il libro bianco, nonostante il confronto acceso e le divisioni emerse nei dibattiti durante la plenaria, è stato approvato con una risoluzione non vincolante con 419 voti favorevoli. Questo voto allinea il Parlamento alle posizioni della Commissione, che mette la difesa al primo posto tra le priorità della politica europea dei prossimi anni.