Esclusiva

Marzo 18 2025
All’Eurovision la musica non parla più solo in inglese

La Svezia canta in svedese, la Germania in tedesco. Sempre più paesi abbandonano la lingua franca del pop

Per la prima volta nella storia recente, l’inglese non è più il protagonista dell’Eurovision. Nel 2025, più della metà dei paesi hanno scelto di cantare nella propria lingua, rompendo un’abitudine consolidata da oltre vent’anni. Per anni, il festival è stato il regno dei compromessi: dal 1999, quando è caduto l’obbligo di cantare nella lingua nazionale, il palco si è progressivamente omologato. L’inglese era la scelta sicura, la lingua del successo internazionale e della comprensione immediata. Per paura di non essere capiti, molti artisti hanno messo da parte le proprie radici linguistiche, sostituendole con un pop costruito per piacere al pubblico più ampio possibile

Il cambio di rotta

Nel 2025, il festival racconta una storia diversa. La Germania riscopre il tedesco dopo 18 anni con Baller. La Svezia canta in svedese per la prima volta dal 1998 con Bada Bara Batsu. Un cambio di rotta che non è un caso isolato. È parte di un processo iniziato nel 2017, quando la vittoria di Amar pelos dois di Salvador Sobral ha iniziato ad incrinare il predominio anglofono del festival.  È stata la prima crepa in un festival dove il camp e il pop regnano sovrani. Un brano ispirato al fado portoghese e alla saudade riuscì a imporsi contro ogni previsione, dimostrando che emozione e identità culturale potevano superare le barriere linguistiche.

All’Eurovision la musica non parla più solo in  inglese

Non è stato un episodio isolato. I Måneskin hanno vinto nel 2021 con Zitti e Buoni, seguiti nel 2022 dai Kalush Orchestra con Stefania, un brano in ucraino diventato simbolo di resistenza nazionale. Ognuna di queste canzoni ha ricevuto un ampio appoggio del pubblico, dimostrando il successo delle canzoni pop in inglese non esclude la richiesta di performance che abbiano un’identità riconoscibile. Anche i paesi più tradizionalisti hanno iniziato a sperimentare, arricchendo il festival con nuove lingue e stili.

L’Eurovision tra pop internazionale e radici nazionali

Il ritorno alle lingue nazionali non è solo una scelta musicale. Sempre più paesi vedono nell’Eurovision non solo una vetrina pop internazionale, ma anche un’occasione per riaffermare la propria identità culturale. La Lettonia ha presentato Bur man laimi del gruppo Tautumeitas, che fonde sonorità tradizionali baltiche con il pop moderno. La Lituania, dopo il successo di Luktelk, ha scelto di portare un altro brano in lituano, Tavo akys. L’Eurovision 2025 continua a far rumore con brani pop pensati per un pubblico più ampio possibile, ma convive anche con mosaico di canzoni che riflettono l’identità culturale dei paesi partecipanti.

Per decenni l’inglese è stato la lingua franca dell’Eurovision, una sorta di valuta neutrale nel mercato della musica europea. Oggi non sembra più essere una chiave indispensabile per il successo. Restando nel giardino del festival un esempio di questa tendenza è stato il successo di Europapa di Joost Klein, che ha superato i 170 milioni di stream su Spotify. Un brano ironico e surreale in olandese, con un messaggio di unione e fratellanza che ha saputo connettersi con il pubblico senza bisogno di una lingua universale. 

In un contesto dove il legame emotivo tra artista e spettatore conta più della lingua utilizzata, l’inglese non è più un dogma, ma una scelta tra tante.