È estate, e come ogni anno le bacheche dei social si riempiono di tramonti perfetti, spiagge affollate, aperitivi in terrazza e viaggi esotici. Ma dietro la spensieratezza delle immagini condivise si nasconde un sentimento sempre più diffuso, soprattutto tra i giovani: la FOMO, ovvero la Fear Of Missing Out, la paura di essere tagliati fuori da esperienze che “dovremmo” vivere.
Lo confermano due esperti psicologi. Secondo il dottor Simone Sottocorno, presidente dell’associazione InTerapia, la FOMO è «il timore di perdersi esperienze percepite come particolarmente significative, senza le quali sentiamo che la nostra reputazione o accettazione sociale potrebbe essere compromessa». Questo sentimento si amplifica in estate, quando il tempo libero e le aspettative collettive spingono a “fare il pieno” di esperienze, creando un’ansia da prestazione anche nel tempo libero.
Anche per il professor Ferdinando Toscano, ricercatore all’Università degli Studi della Campania, la stagione estiva rappresenta un picco emotivo per la FOMO: «D’estate aumenta la possibilità percepita di vivere esperienze, e questo intensifica il timore di perdersi qualcosa. Ma spesso tutto avviene nella nostra testa: la FOMO non parte da esperienze reali, ma daciò che ci immaginiamo».
I social media, in questo contesto, giocano un ruolo centrale. Entrambi gli esperti concordano sul fatto che Instagram, TikTok e simili contribuiscono ad alimentare aspettative irrealistiche. «Ognuno mostra ciò che vuole mostrare, spesso una versione idealizzata della propria vita», spiega Toscano. Così, vedendo gli altri divertirsi, iniziamo a sentirci in difetto, anche se non c’è nulla di oggettivo da invidiare.
La FOMO, però, non è solo una questione di social. È legata a dinamiche più profonde, culturali e psicologiche. «Viviamo in una società della performance», continua Toscano, «dove anche i piaceri diventano doveri». Leggere i ‘cinque libri da recuperare quest’estate’ o visitare le mete più instagrammabili si trasforma in un compito da svolgere per sentirsi all’altezza.
Secondo Sottorcorno, questa ansia è anche figlia della nostra difficoltà a convivere con il limite. «C’è un’angoscia più profonda, legata all’idea che il tempo ci sfugga. Il bisogno di ‘fare tutto subito’ è, in fondo, una reazione alla consapevolezza inconscia della morte che tutto potrebbe finire presto».
Colpisce soprattutto i giovani adulti, tra i 18 e i 35 anni, ma non solo. Con la diffusione dei social anche tra le fasce d’età più mature, la FOMO è diventata trasversale. «I cinquantenni oggi usano Instagram più dei diciottenni», nota Toscano.
A tutto questo si somma una cultura consumistica che trasforma ogni occasione in un “must”, ogni trend in qualcosa da inseguire. «Siamo immersi in un mercato che crea continuamente falsi bisogni», sottolinea Sottocorno. «Dobbiamo imparare a scegliere ciò che realmente ci appassiona, e accettare che non possiamo fare tutto. E va bene così».
Come uscirne, allora? La risposta non è semplice, ma entrambi gli esperti propongono un cambiamento di prospettiva. «Serve un cambio di paradigma», dice Sottocorno. «Rivolgere lo sguardo all’interno, riscoprire i propri bisogni autentici invece di rincorrere quelli imposti dall’esterno».
Per Toscano, può bastare anche un gesto piccolo: «Spegniamo Instagram. Leggiamo un libro. Rallentiamo. Torniamo a vivere davvero le esperienze, anziché inseguire la loro rappresentazione». Insomma, l’erba del vicino è sempre più verde, ma piuttosto che stare lì a guardare dall’altro lato della staccionata, gli psicologi consigliano che, per evitare la FOMO ed essere più tranquilli con se stessi, è meglio imparare a fare più attenzione a quello che si vuole davvero fare, piuttosto che a quello che si sente di “dover” fare.