Ai mondiali di Roma gli italiani hanno conquistato una medaglia d’oro e un bronzo
Un cerchio, i piedi ben piantati a terra e una boccia di metallo che decide tutto. È la Petanque vista da Alessio Cocciolo, 40 anni, simbolo di questo sport arrivato dalla Francia. Ai campionati mondiali appena conclusi a Roma, ha conquistato la medaglia di bronzo nella specialità a coppie insieme a Diego Rizzi.
«Giocare in casa è sempre una sensazione diversa – racconta – Ci sarebbe piaciuto arrivare in finale, ma portiamo comunque a casa un ottimo risultato. Mezzo obiettivo è stato raggiunto».
Al Galoppatoio di Villa Borghese in molti si avvicinano per capire cosa sia questa disciplina dal nome strano. «In Italia è visto come un passatempo da anziani, si gioca ad alti livelli solo in Liguria e Piemonte, le regioni più vicine alla Francia e alla Svizzera, dove è sport nazionale», spiega Alessio. Nato a Bordighera, meno di mezz’ora da Monte Carlo, inizia da bambino osservando i parenti: «Mi sono appassionato subito e ormai sono più di trent’anni che gioco a livello internazionale».
Il primo oro arriva nel 2019, ai campionati europei in Bulgaria, cui segue un altro primo posto al mondiale del 2022. «Quando inizi a giocare sogni di conquistare il gradino più alto tra i grandi del mondo – racconta – Anche la vittoria a squadre è stata indimenticabile. Lì lavori con il resto del gruppo ed è una gioia collettiva».
L’obiettivo del gioco è accostare il più vicino possibile le bocce al pallino, il “cochonnet”, o bocciare quelle dell’avversario. Nel nostro Paese gli iscritti alla federazione sono 80.000, numero che comprende anche le specialità di raffa, volo e bocce paralimpiche. Ancora difficile raggiungere i risultati della Francia, dove i 400.000 tesserati lo hanno reso «lo sport di tutti, perché adatto a ogni età».
Se la forma fisica non è prioritaria, precisione e concentrazione non possono mai mancare: «È più un gioco di testa. Stai sempre sotto pressione e sei solo con te stesso. Devi essere fortissimo mentalmente perché basta un lancio per cambiare le sorti della gara».
Sui campi non ci sono avversari da temere, solo colleghi da ammirare. «Prendo spunto da Diego, ho imparato molto da lui. È una fortuna averlo in Italia», dice Alessio, proprio mentre Rizzi vince l’oro nell’individuale maschile.
I festeggiamenti per i risultati appena ottenuti si accompagnano al desiderio di portarne nuovi: «Bisogna sempre rincorrere il primo posto, divertendosi con persone provenienti da tutto il mondo». E il suo è racchiuso in un cerchio, con i piedi ben piantati a terra e una boccia che decide tutto.