«Sono nata sotto la costellazione dei Gemelli, segno dal quale ho preso un’inesauribile sete di conoscenza e l’irrequietezza di chi è spinto a esplorare una moltitudine di mondi».
Lavinia, Classe 2000, nasce e cresce nella capitale all’interno di un’amorevole famiglia molto numerosa «siamo in cinque in famiglia, ho due fratelli gemelli più piccoli di me, abbiamo vissuto una bella infanzia, viaggiavamo tanto» spiega quando racconta come l’hanno cresciuta i suoi genitori, grazie ai quali ha potuto sperimentare tante passioni «mio padre è un patito di musica, sono sempre stata circondata dalla componente creativa, mi portava ai concerti e mi faceva ascoltare tantissimi dischi».
Tra una lezione di chitarra e una di pianoforte, trova il tempo per avvicinarsi ad un’altra passione, quella per la danza, che ancora oggi porta avanti con determinazione, ma sempre con un libro in mano.
Un mondo quello di Lavinia fatto di infinite ed intense letture perché «chi dice che chi legge fa esperienze nella vita per interposta persona si protegge dietro uno schermo, lo condivido pienamente», spiega riferendosi anche al suo lato più introverso, determinato probabilmente dall’ascendente in Cancro.

Da bambina sviluppa inizialmente il desiderio di fare l’archeologa, poi approda alla sua vera passione, quella per la scrittura.
Dalla terza elementare inizia a scrivere racconti per «far uscire fuori quello che c’è dentro, per rielaborarlo e tirarlo fuori sotto forma di narrazione».
Ed è proprio la narrazione il fil rouge della sua vita.
Dopo la maturità classica, studia per due settimane alla facoltà di giurisprudenza perché «i miei avrebbero voluto che facessi l’avvocato, ma a lezione mentre spiegavano diritto privato io leggevo le poesie beat».
Così Lavinia sceglie di cambiare strada e assecondare la sua indole da scrittrice, si laurea in lettere moderne alla Sapienza, un cambio di rotta ed una scelta di autodeterminazione che rivendica con grande orgoglio.
Della sua città d’origine dice: «ho un rapporto conflittuale con lei, è difficile da vivere e ci sono tanti disservizi. Perciò ho deciso di abbandonarla per due anni, preferendo una realtà più piccola come quella di Bologna, dove mi sono laureata alla magistrale in Italianistica con tesi in “Teoria della letteratura”».
Ben presto si rende conto che è fin troppo piccola per lei e così decide di tornare da «mamma Roma», come la definisce lei «la capitale è il terreno fecondo dove voglio affondare le mie radici» perché, nonostante tutto, è «un melting pot da tanti punti di vista: Roma mi rispecchia, è una fonte di ispirazione continua, è un terreno da dove trarre costantemente linfa».
Qui inizia la sua prima esperienza lavorativa nell’editoria come editor, ma sono gli anni in cui riaffiora una vecchia passione, quella per il giornalismo, ed invia la domanda per il master in Giornalismo e Comunicazione Multimediale.
Un mondo già esplorato ai tempi del liceo Dante Alighieri, quando Lavinia scriveva per il giornale dell’istituto come redattrice per la sezione cultura, ma accantonato e poi riscoperto «l’idea che qualcuno possa informarsi da qualcosa che scrivo io mi entusiasma».
Raccontare una storia, scrivere un articolo o una recensione, fare dei passi di danza: sono innumerevoli i modi con cui Lavinia sceglie di comunicare.
Nel suo futuro professionale si vede giornalista della pagina culturale di un quotidiano, ma, da buon Gemelli, non chiude la porta ad altri generi.