Fin da piccola, Maria Giulia Giordanelli, classe 2004, ha mostrato un vivo interesse per la scrittura e l’attualità. Attiva già a 12 anni sul blog Il gomitolo, lascia trasparire, dai suoi occhi, la reale essenza del giornalismo: una curiosità incrollabile, unita al desiderio di raccontare un mondo sempre più complicato: «Ho sempre avuto molta curiosità e una grande voglia di comunicare e farmi capire da persone della mia età».
Cresciuta a Terni e poi trasferitasi a Milano per l’università, Maria Giulia crede di aver trovato la sua dimensione nel mondo del giornalismo, inteso come luogo di relazione tra comunicazione, realtà dei fatti e conoscenza. Ha coltivato da sempre la sua naturale abilità nella scrittura e nella comunicazione, due caratteristiche fondanti del suo essere, dalle quali ha tratto, fin dalla tenera età, obiettivi e sogni futuri.
Durante la pandemia, riscopre la scrittura come metodo per indagare il proprio Sè, quasi come se fosse un rifugio di fronte alle problematiche personali vissute in quel periodo: «La scrittura è da intendere come una lente per le emozioni, utile a renderle più nitide e comprensibili, a fronte di un mondo caratterizzato dalla mancanza di veri punti di riferimento, culturali e sociali».
Dopo il liceo classico, si laurea a Milano in Comunicazione e Media, con una tesi sull’episodio del “falso miracolo” nel celebre film di Federico Fellini, La dolce vita, in cui ha comparato comunicazione giornalistica e spettacolo. Un binomio che la accompagnerà nelle successive tappe della sua vita, delineando uno specifico interesse: il mondo del cinema, ambiente affascinante in cui è stata introdotta dal suo relatore, che è rimasto per lei una figura centrale.

Inoltre, durante gli anni dell’università, porta a compimento un reportage audiovisivo, dal titolo L’anima ha bisogno di un luogo, in cui vengono intervistati alcuni pazienti all’interno di un centro per i disturbi alimentari: «È stato bellissimo quando ho notato che i pazienti hanno cominciato ad aprirsi, poiché hanno capito che avevano di fronte una persona che era stata al loro posto».
Nonostante le difficoltà, infatti, che anche Maria Giulia ha vissuto, legate ai disturbi alimentari, è riuscita a indirizzare la sua vita e la sua carriera verso i sogni che aveva messo a fuoco fin da bambina: «Urgenza di conoscere e far conoscere. Sogno di raccontare Hollywood, gli Oscar, i vari festival del cinema, come quello di Cannes e di Roma. Per me il cinema è un grande specchio della realtà, che riesce a mostrarci, attraverso la finzione, le vere dinamiche del mondo e dell’essere umano», spiega, prima di chiedersi se ancora oggi siano gli Stati Uniti il motore trainante dell’industria cinematografica: «Il centro della cinematografica si sta ormai spostando verso altri luoghi, favorendo una visione multiculturale e innovativa di questa bellissima arte». A questo proposito, descrive la visione del film La voce di Hind Rajab come «esperienza che ti costringe a reimparare ad ascoltare quando la cultura dell’immagine è ormai imperante». I suoi interessi spaziano anche oltre la cinematografia, toccando temi di attualità e cultura.
Si definisce «curiosa, insicura e perfezionista», spesso anche «sbadata e fuori posto», ma dal suo sguardo si intravede un carattere molto più forte di quanto lei descriva, costruito sulla passione e sulla voglia di comprendere una realtà in continuo cambiamento. Scrittura, cinematografica e comunicazione sono le tre direttive che fino ad oggi hanno guidato il suo percorso.