«Imagine that tomorrow has a new shape». Anche quest’anno l’evento dedicato al New Space Economy non ha mancato di incantare i visitatori per la settima edizione rivolta all’economia e alle tecnologie spaziali applicate presso la Fiera di Roma dal 10 al 12 dicembre 2025.
I fattori economici e tecnologici dell’economia spaziale sono stati il cuore pulsante della seconda giornata dell’evento. Attraverso le prime conferenze è stato possibile tracciare il lungo percorso legislativo ed economico che ha segnato il mercato spaziale europeo. E non solo. Un ampio spazio del dibattito è stato riservato anche alle tecnologie nascenti e all’ampliamento delle figure professionali del settore.
Il punto di partenza dei convegni è stata la creazione della Legge Spaziale Italiana (legge n.89/2025) che istituisce un quadro normativo completo per tutti i soggetti coinvolti nelle attività spaziali. La necessità di questa legge è stata sottolineata da Elisabetta Rosafio, professoressa ordinaria di diritto della navigazione e diritto aerospaziale presso l’università di Tor Vergata : «La legge spaziale serve a facilitare e dare certezza agli operatori che entrano in un mercato che riguarda l’attività spaziale. Lì dove non trova applicazione la Convenzione Internazionale vigente, ovvero nei casi in cui si tratti di danni che sono cagionati dagli Stati nei confronti dei propri cittadini, occorre uno strumento legislativo che disciplini questa tipologia di danni».
Anche l’accordo di cooperazione sottoscritto tra l’Istituto Nazionale di Statistica (Istat) e l’Agenzia Spaziale Italiana è stato al centro dell’attenzione. L’obiettivo comune è valutare gli impatti economici di settori specifici. La base di partenza è la collaborazione tra l’Eurostat e l’Agenzia Spaziale Europea (ESA). Secondo Stephanie Willekens – economista ESA – non ci sono ancora statistiche che permettano di conoscere esattamente quale sia il contributo della Space Economy sull’economia Europea: «La cooperazione che abbiamo iniziato con Eurostat nel 2022 è sul tentativo di utilizzo di statistiche ufficiali per capire come si sta evolvendo l’economia europea e come misurare il contributo del settore spaziale». Ecco come il progetto presentato oggi è un passo avanti verso quest’aspirazione.
L’ecosistema delle emergenti tecnologie spaziali resta un tema molto caldo. Se da un lato l’entusiasmo dovuto alle innovazioni è alto, dall’altro le preoccupazioni legate alla loro gestione crescono sempre di più. I detriti orbitali e la sicurezza dei dati ne sono un esempio. Uno degli obiettivi della ricerca è ridurre i costi dei sistemi di lancio. Enrico Cavallini, Agenzia Spaziale Italiana (ASI), chiarisce: «Nell’ambito dell’accesso allo spazio le future innovazioni puntano ad avere sistemi più performanti per il riutilizzo che porterà al beneficio di avere sistemi di lancio più a basso costo. È un trend che in Europa è partito e su cui l’Italia sta investendo dal 2010».
L’Europa si sta posizionando come ottimo competitor a livello internazionale, l’Italia è uno dei Paesi più all’avanguardia, il livello della ricerca è molto avanzato e le nuove scoperte in ambito spaziale sono sorprendenti. Tra nuove leggi e sfide sempre più complesse, emerge una visione condivisa: costruire uno spazio capace di creare un valore per l’intera società. Se «il domani ha una nuova forma» è perché oggi si stanno creando gli strumenti per modellarlo, trasformando le sfide del presente in opportunità concrete per il futuro.