Esclusiva

Dicembre 11 2025
Lorenzo Gironacci

Aveva quindici o sedici anni quando ha letto Un altro giro di giostra del giornalista Tiziano Terzani.  

Per Lorenzo, classe 2003, marchigiano di Monte Urano, un paesino di ottomila abitanti appoggiato sulle colline, quell’incontro è stato un vero e proprio colpo di fulmine: «in quelle pagine ho visto il mio futuro, chi sarei voluto diventare».  

Romano d’adozione da quattro anni, Lorenzo è cresciuto in una famiglia legata alla lunga tradizione calzaturiera del territorio marchigiano. Una tradizione solida, in cui però «non mi sono mai riconosciuto, non era il mio mondo». Lui, che ha avuto l’opportunità di studiare e il coraggio di spostarsi, ha capito presto che la sua strada lo avrebbe condotto altrove.  

Per molto tempo ha dato poco ascolto al suo cuore: ha preso il liceo scientifico quando avrebbe voluto fare il classico, si è laureato in scienze politiche anche se il suo vero amore era la filosofia. Scelte dettate di certo dalla paura del futuro, ma anche da un autentico desiderio di «comprendere le dinamiche e i contenuti della geopolitica per poi essere in grado di comunicarli». Ed è proprio da lì che la sua vocazione ha iniziato ad apparirgli più chiara.

Lorenzo Gironacci

È quando si iscrive alla scuola di giornalismo che sente, per la prima volta, di stare inseguendo i suoi sogni. E oggi non ha alcun dubbio su dove vorrebbe essere tra qualche anno: in giro per il mondo a raccontare con i suoi occhi la realtà della guerra, combattendo contro la superficialità che spesso lo infastidisce quando legge le notizie sui giornali. Una missione che al tempo stesso lo spaventa e lo spinge a non fermarsi.  Lo ha capito ancor di più dopo i diversi viaggi che ha fatto con la sua famiglia. L’ultimo, poco meno di otto mesi fa, in Giordania. Un viaggio che lo ha segnato profondamente, dove sente di aver «scoperto un punto di vista totalmente nuovo» per lui.  

Il suo sguardo sulla realtà, però, non nasce solamente dai libri e dai viaggi. Affonda anche nelle cose che lo hanno accompagnato da ragazzo: le lunghe ore passate a scoprire rap underground americano e italiano, la voce di Mezzosangue nelle cuffie, i ritornelli pop degli anni ’90 e 2000 che ancora oggi gli mettono addosso una strana nostalgia. Una colonna sonora che, in fondo, racconta molto di lui: l’anima introversa, la voglia di capire, quella sensazione di essere sempre un passo di lato rispetto agli altri.  

Quella per la scrittura, per Lorenzo «sarà sempre una passione, prima ancora che un lavoro». Dopo aver collaborato, a soli sedici anni, con Il Resto del Carlino di Fermo e aver scritto sul blog Il Superuovo, oggi gestisce un sito personale in cui commenta attualità e politica. Non solo. Poesie, riflessioni, persino un romanzo di formazione – Gioventù, maschere e vuoto – scritto al primo anno di università: Lorenzo ha trovato nella penna il mezzo ideale per dare forma al proprio mondo interiore. Un mondo che, per lui che con un sorriso si definisce «un po’strano, timido, introverso, se non impacciato», non tutti riuscirebbero a capire fino in fondo.  

Uno dei suoi filosofi preferiti, Nietzsche, diceva che «Devi avere ancora del caos dentro di te per partorire una stella danzante». Una frase che a Lorenzo è rimasta cucita addosso. Perché èproprio in quel disordine che, spesso, trova le parole giuste per interpretare e raccontare il mondo. E forse sarà proprio quel disordine a indicargli la strada: quella che Terzani, senza saperlo, gli aveva già mostrato anni fa.