Esclusiva

Dicembre 11 2025
Martina Esposito

Originaria di Amalfi ma torinese di adozione, Martina Esposito, 27 anni, non ha timore di ammettere che «tutto quello che ho fatto nella mia vita non è stato mirato ad arrivare a fare la giornalista». Laureata in Scienze Politiche all’Università di Torino, Martina ha sempre saputo che un giorno avrebbe lasciato casa, tanto che appena quindicenne alla prima opportunità ha preso un aereo per l’Australia, dove ha trascorso l’estate studiando per tre mesi in una High School a Murray Bridge. La parentesi australiana le ha confermato la passione per i viaggi e il desiderio di vivere all’estero, poiché quando è lontana «la cosa principale che mi manca è la mia famiglia, non tanto il mio paese».

«Dopo il liceo avevo il desiderio di studiare fuori, ma ero molto confusa, per questo ho scelto di trasferirmi prima a Napoli e poi a Milano per studiare economia, una città che però mi ha delusa molto». Ai suoi occhi la caratteristica più entusiasmante del capoluogo lombardo era la vicinanza con Torino, città in cui si recava spesso perché «mio fratello studiava al Politecnico lì e non perdevo occasione per andarlo a trovarlo». Tramite queste visite Martina si è resa conto che Torino poteva diventare casa sua, sensazione che si è solo rafforzata negli anni. «È stata la prima città dove sono stata bene», tanto che con un sorriso confessa: «lasciarla è stata un trauma e un giorno spero di poterci tornare». 

Fondamentali nel suo percorso sono state le esperienze lavorative fatte negli anni, come grafica, disegnando copertine di libri, e come barista ad Amalfi, dove ha capito quanto le piacesse mettere in gioco le conoscenze linguistiche e relazionarsi con una clientela internazionale, e a Salerno, dove invece «avere a che fare con persone non proprio tranquille, come alcolizzati e ludopatici, mi ha insegnato a vincere la timidezza e a uscire dalla mia bolla».

Martina Esposito

La decisione di iscriversi al Master in Giornalismo della Luiss non è stata frutto di una passione immediata, ma il risultato di «tutto il percorso che ho fatto per cercare di capire cosa volessi fare nella vita». Un processo che non è stato semplice, ma per il quale Martina non ha avuto paura di chiedere l’aiuto anche di una psicologa, che le ha insegnato ad ascoltarsi e «ad affrontare in maniera più serena anche il non sapere». Se quindi all’inizio avvertiva la pressione «di dover capire, di dover decidere, di dover per forza fare qualcosa, di dovermi per forza dare una definizione», la terapia le ha fatto capire che è proprio quando si smette di cercare tutte le risposte che diventa più semplice comprendersi e posizionarsi nel mondo. 

«Quando mi sono laureata, a marzo, non sapevo come proseguire, ma poi mi sono ricordata di quanto da bambina pensavo che il giornalismo fosse un percorso interessante». Una convinzione che le appartiene ancora e che ora si accompagna alla certezza che «il ruolo del giornalista sia fondamentale». Le materie studiate all’università sono state cruciali perché l’hanno equipaggiata con le conoscenze necessarie ad analizzare il mondo di oggi, «in particolare il corso di Filosofia Politica rimane il mio preferito perché mi ha dato una chiave di lettura per comprendere il presente e mi ha fatta appassionare agli affari esteri e alla politica interna».

Adesso la sua speranza è riuscire a fornire anche ai suoi lettori i mezzi per interpretare il nostro tempo, perché il bello del giornalismo è proprio questo: «non dà una verità assoluta, ma semplicemente gli strumenti per capire». E aiutare le persone a decifrare la realtà per Martina è più che un interesse, è una missione.