Esclusiva

Dicembre 14 2025
Cramarossa: «Lo spazio è un’infrastruttura strategica»

Per il capo del coordinamento strategico dell’ASI la space economy è una piattaforma capace di generare innovazione, servizi e competitività

«Lo spazio nasce come attività di ricerca negli anni Sessanta. Oggi parliamo di space economy perché consente di andare ben oltre la singola missione scientifica». Augusto Cramarossa, Head of Strategic Coordination Office dell’Agenzia Spaziale Italiana (ASI), descrive così la trasformazione di un settore che non è più soltanto ricerca scientifica, ma infrastruttura strategica globale. Accanto a questa dimensione, sottolinea, cresce in modo altrettanto significativo quella economica e commerciale.

Cramarossa interviene a margine del panel dedicato al ruolo delle associazioni industriali nella crescita della space economy, da lui moderato alla New Space Economy ExpoForum di Roma. Al confronto partecipano Stefano Beco (AIAD), Federica Fistarollo (AIPAS), Leonardo Gagliardi (ASAS) e Giorgio Klinger (Unità Meccatronica Unindustria e Direttore Generale di SICAM). Il dibattito mette in evidenza come la space economy non sia un comparto isolato, ma una piattaforma trasversale capace di abilitare innovazione, servizi e competitività industriale.

L’intervista si svolge in modo informale, a margine dei lavori. Più abituato a coordinare che a stare davanti a un microfono, Cramarossa privilegia il contenuto alla forma, raccontando il ruolo dell’Agenzia con un taglio diretto, lontano dal linguaggio per soli addetti ai lavori.

Cramarossa: «Lo spazio è un’infrastruttura strategica»

Lo spazio rappresenta oggi un banco di prova che può diventare terreno di conflitto, ma anche, se governato, uno spazio di cooperazione e stabilità internazionale.

Le ricadute concrete sono già evidenti. «Attraverso i dati satellitari possiamo sviluppare applicazioni che vanno dall’agricoltura, analizzando l’umidità dei terreni o lo stato delle coltivazioni, fino alla previsione degli effetti dei disastri naturali, rendendo più rapidi ed efficaci gli interventi di soccorso». Tra gli ambiti di maggiore impatto c’è l’osservazione della Terra. «I satelliti ci aiutano a mappare edifici e infrastrutture, a monitorare l’evoluzione del territorio e a individuare anche abusi edilizi, confrontando immagini prima e dopo».

È in questo contesto che politica industriale, ricerca scientifica e iniziativa imprenditoriale si incontrano. Già lo studio preliminare del 2021 stimava per la space economy italiana circa 8 miliardi di euro di fatturato, lo 0,4% del PIL e oltre 23.000 addetti, con livelli di produttività superiori alla media di molti settori tradizionali.

Per comprendere il funzionamento dell’ecosistema è centrale il ruolo dell’Agenzia Spaziale Italiana. «L’ASI nasce nel 1988 come evoluzione del Piano Spaziale Nazionale. Oggi implementa le decisioni prese con il Governo e finanzia attività di ricerca e industriali», spiega Cramarossa. Dal 2018 il coordinamento delle politiche spaziali è affidato alla Presidenza del Consiglio, con delega al Ministero delle Imprese e del Made in Italy.

L’Agenzia opera su tutte le principali aree del settore, telecomunicazioni, navigazione satellitare, accesso allo spazio, lanciatori, satelliti ed esplorazione robotica. Centrale è la collaborazione con l’Agenzia Spaziale Europea, accanto ai programmi dell’Unione Europea come Copernicus e Galileo.

Sul piano internazionale, l’Italia gioca un ruolo di primo piano. «Con la NASA abbiamo realizzato il 50% dei moduli abitati della Stazione Spaziale Internazionale», ricorda Cramarossa. «Con il programma Artemis, l’Italia realizzerà l’80% dei moduli orbitanti attorno alla Luna. Il primo modulo sarà sulla superficie del nostro satellite naturale, la casa degli astronauti».

La crescita del settore passa anche dalla competitività industriale. «Uno dei compiti principali dell’Agenzia è consentire alle imprese di essere competitive nei mercati europei e globali. Se non lo siamo, rischiamo di dipendere eccessivamente dal finanziamento pubblico», osserva. Il dialogo continuo con imprese e associazioni resta quindi uno strumento essenziale.

Dietro la dimensione strategica e industriale, emerge infine quella personale. «Il mio primo ricordo dello spazio è l’allunaggio. Ero piccolo, ma lo ricordo bene. Poi ho iniziato a studiare aeronautica». In ASI dal 2001, con un lungo percorso tra industria e istituzioni, Cramarossa lavora nel settore spaziale da oltre vent’anni. Un cammino individuale che riflette quello di un intero comparto, nato come ricerca, oggi diventato infrastruttura chiave del presente e del futuro.