L’FBI ha arrestato cinque persone legate al gruppo neonazista americano Atomwaffen Division. Gli “estremisti violenti” – così sono stati definiti dagli agenti federali nel loro rapporto – sono stati fermati dopo un’indagine sulle minacce che il gruppo inviava in modo programmatico a minoranze etniche e religiose, alcuni giornalisti e altre persone di spicco, tra cui un membro del gabinetto di Trump.
Le persone arrestate: Cameron Brandon Shea, 24 anni, di Redmond, nello stato di Washington; Kaleb Cole, 24 anni, di Montgomery, Texas; Taylor Ashley Parker-Dipeppe, 20 anni, di Spring Hill, in Florida; Johnny Roman Garza, 20 anni, di Queen Creek, in Arizona e John Cameron Denton, 26 anni, dallo stato della Virginia. Tutti sono stati presi in custodia tra martedì e mercoledì.
I capi di imputazione, tra cui il reato di cyberstalking, annunciati mercoledì in Virginia e nello stato di Washington, fanno parte di una più ampia repressione da parte delle forze dell’ordine sui violenti suprematisti bianchi negli Stati Uniti. L’Atomwaffen è infatti uno di questi gruppi, e sebbene sia piccolo di dimensioni, si distingue per violenza e organizzazione paramilitare.
Nel caso della Virginia, i pubblici ministeri hanno accusato John Cameron Denton, ex leader Atomwaffen, di molestie tramite swatting, una particolare strategia che consiste nel chiamare la polizia e descrivere una falsa minaccia imminente in un luogo specifico, allarmando quindi senza motivo le autorità. Nella relazione ufficiale sono riportati i nomi di 134 agenti dell’FBI vittime di questo tipo di telefonate.
Lo stesso Denton aveva anche preso di mira un giornalista investigativo di ProPublica perché non accettava che negli articoli riguardanti Atomwaffen uscisse il suo nome. E sempre Denton, insieme ad altri membri del gruppo Atomwaffen e alcuni esterni, nel 2018 e nel 2019, aveva fatto telefonate minatorie a un’università della Virgina, la Old Dominion University, e alla chiesa battista di Alfred Street.
Il membro del gabinetto di Trump preso di mira da Atomwaffen sembrerebbe essere Kirstjen Nielsen, politica statunitense e segretario della sicurezza interna nell’amministrazione Trump dal 2017 al 2019. Nel gennaio 2019, infatti, aveva ricevuto una telefonata-swatting a casa sua, ad Alexandria, in Virginia, alla quale aveva risposto invece la polizia che già dall’anno prima aveva aperto l’indagine sui gruppi suprematisti bianchi.
Il mese scorso, secondo i pubblici ministeri, James Denton avrebbe incontrato un agente dell’FBI sotto copertura per raccontargli i suoi sforzi e propositi nella sua campagna di intimidazioni e minacce.
James Cameron Denton – come affermano le autorità – ha sempre lavorato in contatto con altre persone, tra cui due cittadini stranieri che vivono fuori dagli Stati Uniti, e un altro uomo, John William Kirby Kelley, arrestato in precedenza e accusato di avere un ruolo importante in diversi incidenti causati dallo swatting. Kelley stusiava proprio alla Old Dominion University.
A Seattle invece, mercoledì scorso, i pubblici ministeri hanno denunciato per cospirazione il giovane Kaleb Cole, leader Atomwaffen della sezione di Washington, accusandolo di cyberstalking e di aver inviato posta elettronica minatoria.
Kaleb Cole insieme alle altre tre persone arrestate – Parker-Dipeppe, Garza e Shea – avevano preso parte a un’operazione chiamata Erste Saule, che in tedesco significa “primo pilastro”, a cui Shea faceva riferimento in chat crittografata e che si proponeva di colpire materialmente le redazioni di alcuni giornali «per inviare un messaggio chiaro».
Cole e Shea sembrerebbero i principali organizzatori della missione “primo pilastro”: quando nella chat i membri di Atomwaffen suggeririvano giornalisti ebrei o neri come possibili obiettivi, entrambi offrivano i loro elogi e la propria disponibilità ad agire immediatamente. Shea scriveva di voler «terrorizzare» le sue vittime e Cole suggeriva di acquistare delle bambole e, una volta infilati dei coltelli nelle teste di pezza, di lasciarle negli uffici dei giornalisti prescelti.
Ma ancora non sembrava abbastanza e così i due avevano prodotto dei poster che includevano simboli nazisti e figure mascherate con pistole e bombe Molotov, quindi stampati e spediti o consegnati direttamente ai loro obiettivi.
Tra i destinatari c’erano un giornalista televisivo a Seattle che aveva parlato di Atomwaffen e due persone associate alla Lega Antidiffamazione. Giornalisti presi di mira erano anche a Tampa, in Florida, e a Phoenix.
Chris Ingalls, giornalista investigativo della KING-TV di Seattle, ha affermato di essere tra gli obiettivi di Cole e Shea. Gli agenti federali lo avevano contattato il mese scorso per avvertirlo che i membri di Atomwaffen avrebbero potuto fargli visita di persona, costringendolo così a trasferirsi lontano da casa con la sua famiglia. Una volta tornato, ha detto, ha ricevuto una lettera per posta che includeva la rappresentazione di una persona con un badge stampa, le sue informazioni personali e le parole “Morte ai maiali”.
Raymond Duda, capo dell’ufficio FBI di Seattle, ha affermato che Atomwaffen era al centro di un’indagine dal 2018, quando alcuni membri sono stati identificati in alcuni programmi autogestiti di addestramento d’ispirazione militare. «La rete è chiaramente in tutti gli Stati Uniti», ha dichiarato Duda, «abbiamo in corso attività investigative dalla costa orientale alla costa occidentale».
Infatti negli ultimi mesi i controlli sui membri di Atomwaffen si erano fatti più stringenti. Alla fine dell’anno scorso le autorità della contea di King, nello stato di Washington, avevano accusato Kaleb Cole di detenere illegalmente una pistola, dopo che era stato fermato dalla polizia in Texas. Già in precedenza le autorità dello stato di Washington avevano cercato di ritirare le armi a Cole in base a una legge americana che consente di confiscare le armi a qualcuno che si ritiene essere un individuo pericoloso.
Questi due casi della Virginia e dello stato di Washington offrono all’FBI i documenti ufficiali più dettagliati fino ad oggi che descrivono i metodi operativi del gruppo.
La divisione Atomwaffen viene talvolta definito come un gruppo “accelerazionista”, poiché istiga al crollo degli Stati Uniti auspicando a questo proposito una guerra razziale che alla fine vorrebbe portare alla creazione di un “etnostato” bianco.
Il gruppo è simile nella sua ideologia razzista a un’altra organizzazione, The Base, di cui sette membri sono stati arrestati in un’operazione dell’FBI in diversi stati il mese scorso.
Atomwaffen si era iniziato a parlare già nel maggio 2017, quando un adolescente della Florida, Devon Arthurs, si era costituito per aver ucciso due suoi coinquilini. I tre erano stati tutti membri di un gruppo neonazista fondato da un quarto coinquilino, tale Brandon Russell.
Gli agenti di polizia avevano trovato un deposito di esplosivi, armi e simboli di ispirazione suprematista neonazista nel loro appartamento e garage. Arthurs aveva inoltre dichiarato che il gruppo stava pianificando di utilizzare queste loro scorte per attaccare le sinagoghe della nazione.
Nel 2018, Brandon Russell, membro della Guardia Nazionale della Florida, era stato condannato a cinque anni di prigione per il possesso degli esplosivi ed era stato John Cameron Denton ad assumere la direzione del gruppo.