“Se la strada non c’è, inventala”. Lo diceva Sir Robert Baden-Powell, generale britannico e fondatore dello scoutismo nel 1906. Parole sempre attuali, in particolare dopo il decreto che ha ordinato la chiusura delle scuole e delle attività che prevedono aggregamenti di persone. Come gli scout, che fondano il loro modello educativo sulle esperienze reali all’aria aperta. Adesso che non è possibile, servirà una strada nuova.
“Il Servizio più grande a cui siamo chiamati è impegnarci per contrastare il contagio”.
A dircelo è Massimo Mapelli, responsabile regionale di AGESCI Lombardia. L’Associazione Guide e Scouts Cattolici Italiani, organizzazione educativa attiva sul territorio dal 1974, conta oltre 180 mila iscritti e anche lei ha dovuto far fronte all’emergenza Coronavirus. “Nel comunicato ufficiale che abbiamo emesso indichiamo chiaramente quello che non si può fare. Evitare ulteriori contagi deve essere la nostra priorità, ma non lasceremo soli i ragazzi”.
L’obiettivo è quello di cambiare modalità educative: “Dato il divieto di riunirsi e dovendo rispettare una distanza di sicurezza, abbiamo chiesto di mantenere i contatti con i ragazzi e fare attività in forma smart. Video, chiamate, azioni sui social sono strumenti che dobbiamo imparare ad usare. Ci stiamo coordinando con tutte le zone della Lombardia per darci delle linee guida comuni”.
Nei giorni scorsi alcuni volontari si sono riuniti per aiutare gli anziani, consegnandogli la spesa a domicilio. Mapelli sul tema è molto chiaro: “Queste iniziative stanno creando dei problemi. Il servizio, in questo momento, non è la soluzione migliore. Dobbiamo fare un po’ di meno adesso per poter fare di più dopo. I nostri ragazzi e i nostri capi non hanno l’organizzazione necessaria per affrontare una situazione del genere. Noi lombardi abbiamo chiesto di non fare servizi come la spesa o altro, si rischia di peggiorare. I medici ci dicono che la situazione è complicata”.
Le reazioni di ragazzi e genitori a tutto questo? Ottime, secondo Mapelli: “Sono stati tutti molto collaborativi, siamo fortunati. Non abbiamo avuto proteste o critiche particolari. Qui in Lombardia sono tutti attenti alla questione, nel resto d’Italia ogni zona e ogni Capo deciderà come gestire le attività a distanza”.
Infine è il responsabile regionale a citare Baden-Powell, sottolineando che: “Lo scout è innanzitutto un buon cittadino, nei propri confronti e in quelli della cittadinanza intera. Anche per questo dobbiamo essere responsabili, soprattutto in un momento del genere”.