“Risikogebiet”. Il 4 marzo i tamponi effettuati su alcuni turisti tedeschi di ritorno da un viaggio in Sudtirolo risultano positivi, hanno contratto il Coronavirus. Sono cinque i casi in Baden-Württemberg, quattro dei quali vicino Stoccarda. Né le autorità tedesche né quelle italiane sono in grado di stabilire se i pazienti siano arrivati presentando già i sintomi o se abbiano contratto il virus al loro arrivo, eppure due giorni dopo il Robert Koch Institut (l’istituto di sanità tedesco) inserisce il Sudtirolo tra le zone a rischio, Risikogebiete appunto. Qui i casi accertati sono però 27, mentre in Germania il numero dei contagiati cresce di giorno in giorno. A oggi, 8 marzo, nel solo Land Nordreno-Vestfalia sono 392.
Cosa pensi di questa decisione?
«Sono stupita. Il primo caso in Sudtirolo è stato un 31enne di Terlano, un comune vicino Bolzano. È stato messo in quarantena perché positivo pur se asintomatico, lo stesso è stato deciso per le persone con cui aveva avuto contatti. Nel frattempo un tedesco in viaggio insieme ad altri connazionali è arrivato in Valgardena presentando già sintomi sospetti, non sentendosi bene è tornato in Germania ed è risultato positivo. Ora, sembra strano possa averlo contratto in Valgardena perché non c’era nessun caso, tantomeno l’uomo era venuto a contatto con il pensionato di Terlano. A differenza però della Germania le autorità italiane, non essendo sicure di come il turista abbia contratto il virus, non si sono espresse. La Germania invece ha inserito il Sudtirolo tra le zone a rischio, pur non avendo prove certe che il contagio fosse avvenuto qui. Adesso noi altoatesini non possiamo andare in Germania, non trovo una logica in questo, tanto più che per l’Italia il Sudtirolo non è tra le regioni blindate dal provvedimento del governo.»
Com’è la situazione adesso?
«Moltissimi tedeschi hanno disdetto le loro vacanze qui, diversi alberghi saranno costretti a chiudere prima perché non ci sono turisti. Conosco alcuni lavoratori stagionali senza contratto annuale che sono stati licenziati, perché non essendoci più ospiti non c’è lavoro. La decisione delle autorità tedesche di inserirci tra le zone a rischio è stata un colpo tremendo per la nostra economia, un provvedimento immeritato. Io lavoro al pronto soccorso e per ora i casi sono pochi qui, non c’è ancora un’emergenza Coronavirus in Sudtirolo.»
Il tuo lavoro è cambiato con l’emergenza Coronavirus?
«In un certo senso sì. Sono giorni molto pesanti, devo sostituire le mamme che non possono venire a lavoro da quando le scuole sono state chiuse e non possono lasciare soli i figli. Ho turni più lunghi, questo sì, la prossima settimana lavorerò 52 ore. Inoltre scarseggiano mascherine e disinfettanti, una situazione mai vista prima. Studio Scienze infermieristiche, le lezioni sono sospese ma la prossima settimana avrei avuto due esami che sicuramente verranno rimandati. È il caos, spero questa emergenza finisca presto ma temo serva ancora molto tempo.»
Una precedente versione di questo servizio attribuiva l’età sbagliata al paziente di Terlano, questa è stata dunque corretta secondo le giuste informazioni.