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Esclusiva

Marzo 16 2020.
 
Ultimo aggiornamento: Marzo 17 2020
Voto a metà in Francia, lockdown di Macron

Nonostante il Coronavirus, la Francia vota al primo turno delle municipali. Macron annuncia il lockdown, i ballottaggi sono rimandati a data da destinarsi.

Sono state le elezioni più discusse e controverse degli ultimi tempi, in Francia. Nella giornata di domenica, 15 marzo, si è svolto il primo, contestatissimo, turno delle elezioni municipali. Alle urne circa 35.000 comuni francesi. La tornata elettorale si è tenuta nonostante il coronavirus. Ma il secondo turno non ci sarà. Lo ha detto il presidente Macron nell’ultimissimo discorso alla nazione, durante il quale ha annunciato che la Francia sarà in lockdown dal 17 marzo e per i successivi 15 giorni.

«Ho votato nel quarto arrondissement di Parigi, c’erano una decina di elettori al seggio», racconta Moïse, «ho deciso di andare a votare perché ieri ancora non si era abbastanza coscienti dei rischi. Il coronavirus farà il suo tempo ma questa elezione sarà determinante per i prossimi sei anni e avrà conseguenze importanti». Per consentire agli elettori di votare in sicurezza, nei seggi sono state adottate misure igieniche ad hoc. «Il personale aveva la mascherina, si evitavano i contatti, mi hanno lasciato firmare con la penna che mi ero portato da casa», racconta Gianluca, italiano naturalizzato francese. «Segnalavano anche che era preferibile non toccare le tendine, quindi di fatto ho votato a cabina aperta, ma orientata in modo da non essere visibile». 

Nella capitale, Parigi, è in vantaggio la sindaca uscente, la socialista Anne Hidalgo che se la vedrà al ballottaggio con Rachida Dati, la candidata del partito di destra, Les Républicains.

Voto a metà in Francia, lockdown di Macron
Anne Hidalgo, del Parti Socialiste

Sono elezioni deludenti per i candidati macroniani. Tra i pochi che andranno al ballottaggio, c’è il primo ministro francese Édouard Philippe, in testa per diventare sindaco di La Havre, nel Nord della Francia. Risultati poco esaltanti anche per i candidati dell’estrema destra di Marine Le Pen. Tra i grandi centri, sono avanti solo nella città di Perpignan, nel sud del Paese. 

A guadagnarsi un posto ai ballottaggi sono soprattutto i candidati della sinistra socialista, in testa nelle città di Lille, Nantes, Rennes e Digione, e i candidati della destra moderata, che hanno ottenuto la maggioranza relativa a Nizza, Tolosa e Bordeaux. 

I partiti tradizionali, grandi sconfitti alle elezioni nazionali del 2017, si confermano dunque ancora vivi e ben radicati non solo nelle grandi città ma anche nei centri più piccoli. «Il risultato tende a rafforzare i sindaci che già c’erano. Il paesaggio politico si conserva più che cambiare», commenta Anaïs Ginori, corrispondente da Parigi per il quotidiano La Repubblica. «Anche a Parigi il successo di Anne Hidalgo è un segnale di continuità. I socialisti e la destra moderata di fatto non hanno conquistato nuove città».

L’unica sorpresa di queste elezioni è rappresentata dai Verdi, in testa a Lione e Strasburgo. Crescono nei consensi e confermano il buon risultato ottenuto, da outsider, alle elezioni europee dello scorso anno. 

Il partito che ha ottenuto le percentuali più alte è stato però quello dell’astensione. Solo il 45% degli aventi diritto si è recato alle urne, un elettore su due non ha votato.

«Ho riflettuto molto prima di andare a votare, ero tentata di boicottare queste elezioni che non avrebbero dovuto svolgersi vista l’emergenza e la negligenza della cittadinanza», afferma Claudia, italiana che vive a Parigi da tanti anni, «ho comunque deciso di andare per senso di responsabilità». Il paradosso è che tanti hanno disertato le urne ma hanno comunque voluto approfittare della bella giornata di sole. «Nella mia strada verso il seggio c’erano tante persone per strada», continua Claudia, «supermercati e boulangeries erano pieni di gente». 

Nei giorni scorsi si è a lungo dibattuto se svolgere o meno il primo turno delle elezioni, soprattutto dopo che il presidente Macron, nel discorso tenuto il 12 marzo in diretta nazionale, aveva annunciato la chiusura di tutte le scuole. A molti, la scelta di mantenere l’appuntamento elettorale è apparsa un controsenso. Come scrive la giornalista Cécile Cornudet, in un articolo comparso sul giornale Les Echos, Macron avrebbe voluto rimandare le elezioni. Ad opporsi sarebbero stati i principali esponenti del partito di destra, Les Républicains. Secondo questi ultimi, un rinvio avrebbe agevolato i candidati macroniani, che volentieri si sarebbero sottratti a un’elezione difficile da vincere.

Voto a metà in Francia, lockdown di Macron
Il presidente francese, Emmanuel Macron

Macron si è trovato a un bivio: rimandare le elezioni e andare incontro all’accusa di sospendere la vita democratica e in più di agire nell’interesse del suo partito; mantenere le elezioni ed essere così accusato di mettere a repentaglio la salute della popolazione.

Il presidente ha scelto la seconda strada, lasciando a ogni elettore la decisione se partecipare o meno al voto.  Per i ballottaggi, però, bisognerà aspettare.